Il cartellone della Stagione dei concerti della Società Filarmonica di Trento ospita il concerto (11 febbraio, ore 20.30) del Quartetto Arod (Jordan Victoria, violino; Alexander Vu. Violino; Tanguy Parisot, viola; Samy Rachid, violoncello).
Fondato nel 2013, il Quartetto Arod ha richiamato l’attenzione del pubblico internazionale nel 2016 con la vittoria al Concorso Musicale Internazionale “ARD” di Monaco, arrivata dopo le affermazioni alle competizioni gemelle di Copenaghen (2015) e “FNAPEC” di Parigi (2014). Questi successi regalano al Quartetto Arod la designazione (2017) a “BBC New Generation Artist” per le stagioni dal 2017 al 2019 e ad “Echo Rising Star” per la stagione 2018/19.
Il Quartetto Arod ha beneficiato dell’insegnamento di Mathieu Herzog, di Jean Sulemas e del Quartetto Artemis. Ha inoltre collaborato regolarmente con il Quartetto Ebène e il Quartetto Diotima. Nelle ultime stagioni si è esibito nelle più importanti sale da concerto della Francia e del mondo, compresi i festival di Verbier, Montreux, Aix-en-Provence, Heidelberg, Brema e Praga.
La passione per la musica da camera ha portato il Quartetto Arod a collaborare anche con altri artisti: violinisti come Amihai Grosz, pianisti quali Eric Lesage, il clarinettista Martin Fröst o il violoncellista Bruno Philippe. Intensa è la sua attività discografica condotta per Erato Warner Classicslabel con un primo album pubblicato nell’autunno 2017 e dedicato a di Mendelssohn.
Il Quartetto Arod celebra i 250 anni dalla nascita di Beethoven con una delle pagine ritenute a lungo l’espressione più alta della sua produzione cameristica. I tre quartetti dell’op. 59 (1805-6) risalgono a uno dei periodi più fortunati del compositore, segnati da opere quali Fidelio, il Quarto concerto per pianoforte e orchestra, le grandi sonate pianistiche (l’Appassionata). Sono noti anche come “Quartetti russi” perché furono dedicati al conte Andrea Kyrillovic Rasumowski, ambasciatore dello zar alla corte di Vienna, ricco mecenate e buon violinista. Per il suo ensemble ‒ il Quartetto Schuppanzigh, dal nome del primo violino ‒ commissionò a Beethoven una serie di lavori con la condizione che essi contenessero temi russi. Il compositore reagì con entusiasmo, tanto che scrisse al suo editore di «pensare di dedicarsi quasi esclusivamente a questo genere». Nel quartetto in programma si potrà ascoltare il “thème russe”, come indicato in partitura, inserito nell’ultimo movimento.
Il Quartetto op. 76 n. 5 di Haydn fa parte di un gruppo di sei quartetti scritti tra il 1797 e il 1799 nel periodo passato alla corte del principe Nicolaus Esterházy e durante il lavoro all’oratorio La Creazione. È noto anche come “Friedhofsquartett” (quartetto del cimitero): pare infatti che il movimento lento, per il suo tono malinconico ma composto, fosse spesso eseguito a cerimonie funebri e commemorazioni.
Il Quartetto n. 4 di Bartók risale all’estate 1928, di ritorno da una tournée concertistica negli Stati Uniti. Presentata per la prima volta a Budapest il 20 marzo 1929, questa pagina si caratterizza per la sua struttura ad “arco” o “ponte”, un tratto tipico dello stile dell’autore. Dei cinque tempi, il primo (Allegro) è simmetrico al quinto (Allegro molto) per i riferimenti tematici, il secondo (Prestissimo, con sordino) e il quarto (Allegretto pizzicato) hanno carattere vivace, mentre al centro si trova un “Non troppo lento”, nostalgico canto affidato alla voce del violoncello.
Programma
F. Haydn (1732-1809)
Quartetto op. 76 n. 5
Allegro – Largo cantabile e mesto – Menuetto e Trio – Finale. Presto
B. Bartok (1881-1945)
Quartetto n. 4
Allegro – Prestissimo, con sordino – Non troppo lento – Allegretto pizzicato – Allegro molto
L. v. Beethoven (1770-1827)
250° dalla nascita
Quartetto op. 59 n. 1
Allegro – Allegretto vivace e sempre scherzando – Adagio molto e mesto – Allegro
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