Il 10 febbraio celebrazione del Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe

Unione degli Istriani: «diserteremo la cerimonia solenne in Senato». Bond: «mi faccio parte attiva per cancellare l’obbrobrio dell’onorificenza italiana al maresciallo Tito, propugnatore delle purghe italiane in Istria e Dalmazia». 

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giorno del ricordo

Il 10 febbraio si celebrano le vittime delle Foibe, con il Giorno del Ricordo, quando subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, a seguito del mutato equilibrio geopolitico dell’Europa, gli italiani di Istria e Dalmazia furono costretti all’esodo a seguito del massacro delle Foibe attuato dalle truppe slave agli ordini del maresciallo Tito. Si stima che i Giuliani, i Fiumani e i Dalmati italianiche emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250.000 e le 350.000 persone. La maggioranza delle vittime morì nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi.

Lungamente negata, la strage degli italiani nelle Foibe viene ora celebrata nel Giorno del Ricordo che cade il 10 febbraiodi ogni anno grazie alla legge del 2004 che l’ha istituito. Una celebrazione accompagnata da polemiche, dove spicca il negazionismo ad oltranza delle formazioni partigiane e della sinistra.

Una celebrazione che vede l’Unione degli Istriani disertare l’evento ufficiale nell’aula del Senato a Roma: in una nota del presidente dell’Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota, si afferma che «finché il Maresciallo Josip Broz Tito sarà Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica italiana decorato di Gran Cordone, l’Unione degli Istriani non parteciperà a nessuna subdola Cerimonia nei palazzi istituzionali di Roma. Quando qualcuno, che dovrebbe sentire il dovere morale, prima che la responsabilità politica di farlo, revocherà la massima onorificenza dello Stato a chi ha permesso che la Tragedia delle Foibe si avverasse, completandola con la cacciata di 350.000 italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia, allora – prosegue Lacotaritorneremo a essere presenti. Voglio anche evidenziare che sono più di duecento i familiari delle Vittime delle Foibe che non hanno fatto ancora domanda di concessione della medaglia prevista dalla legge istitutiva del Giorno del Ricordo, e questo perché ritengono un’offesa chiedere il riconoscimento per il sacrificio dei loro cari prima che venga revocata la massima onorificenza italiana concessa a chi è stato il mandante politico del loro assassinio. Non c’è posto a Palazzo Madama, a Montecitorio e al Quirinale per entrambi: o Tito, o l’Unione degli Istriani».

L’appello dell’Unione degli Istriani è fatto proprio dal deputato Bellunese di Forza Italia, Dario Bond: «la richiesta di Lacota rappresenta un elementare diritto del Paese e di gran parte dei suoi abitanti, soprattutto di quelli che non si sentono rappresentati da formazioni politiche che affondano le loro radici nel comunismo. Mi farò parte attiva perché una volta per tutte vengano attivate le procedure per la revoca di un riconoscimento odioso ed antistorico come quello a Tito».

Per Bond il Giorno del Ricordo «è un importante faro sulla tragedia delle Foibe che deve restare sempre acceso, perché il ricordo dell’esodo degli italiani di Fiume, Istria, Dalmazia, a cui seguì un vero e proprio massacro, una crudele mattanza, rimanga sempre vivo nella nostra memoria. Le tante iniziative commemorative che si celebreranno in moltissime città italiane sono quindi degli appuntamenti fondamentali, sia perché offrono un importante spunto di riflessione su quanto accaduto, sia perché non si può guardare al futuro prescindendo dal passato. Io stesso parteciperò a Portomaggiore (Ferrara) alle celebrazioni in Via Martiri delle Foibe, verrà posata la corona al cippo per ricordare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe».

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