Lotta allo smog: dal ministero Ambiente 180 milioni alle regioni del Bacino Padano

Costa: «risorse subito disponibili, ora realizzare progetti». 41 milioni al Veneto, 39,3 all’Emilia Romagna e 60,5 alla Lombardia. 

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Per proseguire la lotta allo smog che attanaglia le regioni del Bacino Padano, il ministero dell’Ambiente ha stanziato 180 milioni «subito disponibili». «Ora le Regioni – afferma il ministro Sergio Costapresentino i progetti. Da noi fatti, non polemiche sterili. Sono risorse subito disponibili».

Il decreto istituisce un programma di finanziamento per interventi che prevedono la promozione, tra l’altro, del miglioramento dei servizi di trasporto pubblico locale, e conseguentemente della qualità dell’aria nel territorio delle regioni interessate. Al programma è destinata la somma complessiva di 180 milioni di euro, suddivisi per annualità fino al 2022. Le risorse sono assegnate alle regioni del Bacino Padano sulla base di una ripartizione concordata dagli assessori all’ambiente delle regioni interessate, e che considera la popolazione residente e la ricorrenza dei superamenti dei valori limite del biossido di azoto e Pm10. In particolare, all’Emilia Romagna sono assegnati 39,3 milioni; alla Lombardia 60,5; oltre 39 milioni al Piemonte e oltre 41 al Veneto.

Entro 120 giorni dalla registrazione del decreto, le regioni del Bacino Padano dovranno presentare al ministero dell’Ambiente i progetti che illustrino gli interventi da attuare, che verranno poi sottoposti entro 45 giorni ad approvazione per la successiva ripartizione dei fondi.

Tra gli interventi di lotta allo smog soggetti a finanziamento figurano: l’acquisto di veicoli di categoria M2 o M3 elettrici destinati al potenziamento del servizio di trasporto pubblico locale urbano e suburbano; l’acquisto di veicoli di categoria M2 o M3 destinati al trasporto pubblico locale urbano e suburbano ad alimentazione elettrica o alimentati con combustibili alternativi; l’acquisto di veicoli di categoria M2 o M3 di classe di omologazione Euro VI destinati al trasporto pubblico urbano e suburbano nel territorio di comuni caratterizzati da un campo di variazione altimetrica rilevata dal Modello Digitale di Elevazione (DEM) superiore a 400 metri, con contestuale rottamazione di un eguale numero di veicoli di categoria M2 o M3, aventi classe di omologazione Euro IV od inferiore e destinati al trasporto pubblico urbano o suburbano; l’acquisto di veicoli di categoria M2 o M3 elettrici o di omologazione Euro VI destinati al trasporto pubblico interurbano con contestuale rottamazione di un uguale numero di veicoli di categoria M2 o M3, aventi classe di omologazione Euro IV od inferiore e destinati al trasporto pubblico interurbano; l’acquisto di navi per la navigazione interna (es. vaporetti e unità navali per il trasporto pubblico) elettriche o che rispettino i limiti di emissione della Fase V del Regolamento (UE) 2016/1628 con contestuale rottamazione di un eguale numero di navi aventi livelli di emissione pari od inferiore alle precedenti fasi; l’acquisto e posa in opera di impianti per il controllo della circolazione dei veicoli e relativi sistemi di informazione e gestione in zone a traffico limitato (di seguito ZTL) o nelle aree soggette a disposizioni di limitazioni della circolazione per motivi ambientali in base alle disposizioni delle singole regioni.

Dal Veneto si ricorda come nella lotta allo smog sia necessario guardare anche oltre il settore del trasporto pubblico: «esistono altri settori come, ad esempio, agricoltura e riscaldamento domestico. La prima fonte di Pm10 non è il trasporto, bensì il riscaldamento domestico ed in particolare quello a biomassa legnosa. Pertanto, chiediamo al Governo che siano assunte rapidamente norme nazionali. Come, ad esempio, quelle sugli incentivi agli impianti a biomassa legnosa più inquinanti e non certificati. Il ministro garantisca gli incentivi per l’acquisto di sistemi di riscaldamento più moderni e meno inquinanti – precisa l’assessore all’ambiente, Giampaolo Bottacin –. Oggi il conto termico dello Stato garantisce già il 65% di contributo a fondo perduto, al quale si potrà aggiungere pure quello della Regione. Vorremmo concordare, quindi, con il Governo un aggiornamento del nostro piano con incentivi che possano valere complessivamente l’80/90% del costo di questi impianti, al fine di favorire la sostituzione di quelli più inquinanti».

In Emilia Romagna la regione punta all’acquisto di nuovi 300 autobus, per arrivare ad avere 2.000 nuovi mezzi a basso impatto ambientale nell’ambito della legislatura.

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