Tutti sostengono che un grande vino si fa in vigna, ma la qualità di un vigneto è stata finora poco misurabile: ora tutto cambia con l'”Indice Bigot“. L’agronomo friulano Giovanni Bigot ha messo a punto e brevettato un metodo di valutazione, scientifico e assolutamente innovativo, del potenziale qualitativo di un vigneto, prendendo in considerazione i fattori viticoli che hanno influenza diretta sulla qualità del vino raccolti durante lustri di attività sul campo nei vigneti di tutt’Italia.
In quello che si chiama “Indice Bigot” sono analizzati nove differenti fattori: produzione, chioma, rapporto tra foglie e produzione, sanità delle uve, tipo di grappolo, stress idrico, vigore, biodiversità e microrganismi, età del vigneto.
Giovanni Bigot ha presentato in anteprima l’“Indice Bigot” in un incontro svoltosi al Castello di Cigognola nell’Oltrepò Pavese, durante il quale si sono succeduti interventi del produttore Angelo Gaja (con cui Bigot collabora da anni) e di StefanoPoni, docente all’Università Cattolica di Piacenza.
Obiettivo principale dell’“Indice Bigot” è dare ai viticoltori un metodo oggettivo per la valutazione sintetica del potenziale qualitativo di un vigneto, prendendo in considerazione appunto i nove parametri agronomici più importanti e singolarmente riconosciuti a livello internazionale come fattori di qualità.
Per calcolare l’ammontare dell’“Indice Bigot” che varia da 0 a 100 è disponibile l’App 4Grapes con cui, al massimo in un’ora, si ottiene l’autovalutazione aziendale che permette sia di ottenere una classificazione dei vigneti che organizzare la scelta dei tempi di vendemmia più idonei.
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