Archiviato il successo del Tristano e Isotta, che ha inaugurato la Stagione lirica, il Teatro Comunale di Bologna apre il 4 febbraio (ore 20.30) all’Auditorium Manzoni il cartellone sinfonico 2020 che reca 18 appuntamenti con la colossale Missa Soleminis in re maggiore Op. 123 di Ludwig van Beethoven, che a Bologna non si ascolta dal 2003 (presentato dal Bologna Festival) e al Comunale dal 1980 (diretto da Vladimir Delman), opera di rara esecuzione nel panorama musicale italiano al contrario di quanto avviene al di la delle Alpi.
«Nell’anno del 250° della nascita del compositore tedesco, la Fondazione bolognese – spiega il sovrintendente, Fulvio Macciardi – è l’unica ad avere in produzione la Missa Solemnis». Il motivo, anche secondo il direttore del concerto, l’israeliano Asher Fisch, «risiede soprattutto nelle difficoltà interpretative della partitura beethoveniana, che riguardano soprattutto il Coro e i quattro solisti di canto impegnati per tutta l’ora e mezza di durata del brano».
Assieme all’Orchestra e al Coro del Teatro Comunale canteranno il soprano Siobhan Stagg, il tenore Antonio Poli, il mezzosoprano Stefanie Iranyi e il basso Felix Speer. Con questo impegno Asher Fisch consolida il suo rapporto privilegiato con il Comunale, ente con il quale collabora ormai da alcuni anni e che nei prossimi mesi lo impegnerà in altri due concerti sinfonici e in due produzioni operistiche (Adriana Lecouvreur e Otello).
Fisch è anche al primo posto tra i papabili alla carica di direttore principale dei complessi artistici bolognesi: «sarebbe per me un onore – ha detto Fisch – con questa orchestra e con questo coro lavoro benissimo». La nomina potrebbe arrivare a breve, dopo quella del nuovo Consiglio d’indirizzo della Fondazione (quello in carica è scaduto) e la conferma di Fulvio Macciardi alla sovrintendenza.
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