Autonomia: nonostante le promesse del BisConte e della maggioranza di sinistra è passato anche gennaio

Salvini: «ennesima presa in giro». Bond: «mobilitazione dei parlamentari di Forza Italia per la rapida approvazione della legge». D’Incà: «è nel programma e la porteremo a termine». 

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Maggiore autonomia per le regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, chi l’ha vista? Anche il mese di gennaio è passato e, nonostante le promesse del governo BisConte e della maggioranza di sinistra ancora nulla all’orizzonte. E sì che da una maggiore autonomia per il “motoreeconomico dell’Italia avrebbe da guadagnare tutto il Paese.

I governatori di Lombardia (Attilio Fontana) e del Veneto (Luca Zaia) avevano avuto ampie rassicurazioni che entro la fine di gennaio 2020 il Consiglio dei ministri avrebbe approvato la legge sull’Autonomia. «Non voglio fare lo sciacallo, ma oggi è l’ultimo giorno del mese di gennaio – ha detto il leader della Lega Matteo Salvini -. A meno che Conte non abbia inventato il 32 di gennaio, non si ha notizia di alcun passo in avanti. Temiamo l’ennesima presa in giro sull’autonomia, mi sembra evidente».

A sciogliere i dubbi del leader leghista interviene il ministro per i Rapporti con il Parlamento, il grillino veneto Federico D’Incà: «questo è il governo che porterà l’autonomia al Veneto, chiaramente si fa. Sicuramente si fa. Si deve fare perché c’è un referendum votato dai cittadini del Veneto. E poi ci sono le richieste per la Lombardia e per l’Emilia Romagna. L’autonomia è un tema importantissimo di questo governo – ha ribadito – lo abbiamo scritto nel programma iniziale e lo porteremo a termine».

Sarà anche così, ma dai più i dubbi si fanno sempre più forti circa la reale volontà della maggioranza di sinistra che sorregge il governo BisConte. «Nel corso dell’audizione del governatore del Veneto, Luca Zaia, presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali, sono nuovamente emerse le enormi criticità dell’esecutivo sul dossier autonomia. Una situazione di totale impasse che conferma le difficoltà del governo a gestire la questione in maniera seria, veloce, efficace e, soprattutto, in linea con i cittadini di quelle regioni che si sono già da tempo espressi con i referendum» affermano i deputati di Forza Italia in commissione Roberto Pella (capogruppo) e il bellunese Dario Bond, componente del coordinamento regionale veneto del movimento azzurro.

Zaia ha ribadito come «la richiesta di autonomia nelle 23 materie non è una provocazione, non vogliamo mostrare i muscoli, ma dimostra la volontà di rispettare fino in fondo la Costituzione. Significa che la Regione Veneto ritiene che per storia, parametri e virtuosità, debba candidarsi a gestire in maniera solida queste materie».

Per Pella e Bond «l’avvicendamento al ministero per gli Affari regionali non ha di certo aiutato a velocizzare una definizione chiara del concetto di autonomia, ma è necessario imboccare definitivamente questo percorso che, nel rispetto delle problematiche specifiche di ciascun territorio e nell’ottica di una sana competizione tra le regioni, stimoli l’intero Paesea mettere in campo dei virtuosismi in grado di determinare anche un incremento del Pil. E’ dunque finito il tempo dei proclami a cui questo governo ci ha abituato. Forza Italia è pronta alla mobilitazione e chiede una risposta immediata che rispetti la volontà popolare e instauri quella competitività proficua tra le regioni che si tradurrebbe in più risorse per le singole autonomie e, di conseguenza, in maggiori introiti per lo Stato».

In una nota successiva, i parlamentari di Forza Italia Marco Matin, Dario Bond e Roberta Toffanin, scrivono che «a 800 giorni dal referendum per l’autonomia, il provvedimento è pronto per essere approvato, ma questa non arriva mai. E’ evidente che è un problema di volontà politica. E’ chiarissimo che il governo delle quattro sinistre ha nel suo Dna lo statalismo, l’assistenzialismo, il centralismo. L’esatto contrario di quello che serve al Veneto e all’Italia. Noi, deve essere chiaro, non abbiamo nessuna intenzione di mollare. Abbiamo voluto e proposto il referendum e continueremo a combattere perché la volontà dei Veneti emersa chiaramente con quel voto venga rispettata. Comportarsi così vuole dire richiedere l’autonomia, ma anche difendere la democrazia. Chiediamo con forza che il provvedimento sull’autonomia venga portato immediatamente nelle aule parlamentari. E li, alla Camera come al Senato, vedremo chi è per la responsabilità, per l’efficienza del nostro Paese e chi invece vuole farlo stare nelle retrovie dello statalismo e del l’assistenzialismo».

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