Porto di Ravenna, al via la gara per la ristrutturazione della struttura

Previsto l’approfondimento dei fondali a 12,5 metri e il potenziamento dei collegamenti con il retroporto. 7 anni di lavori per 235 milioni di base d’asta. 

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Per il porto di Ravenna, una delle maggiori realtà dell’Adriatico settentrionale, parte la corsa al profondo rinnovamento con l’avvio di una gara internazionale per l’appalto dei lavori di ristrutturazione dell’infrastruttura, un’opera da 235 milioni di euro complessivi per consentire allo scalo romagnolo di accogliere le grandi navi.

L’Autorità portuale di Ravenna ha già ricevuto una decina le manifestazioni di interesse dall’Italia e dall’estero (Cina compresa) a partecipare al bando di gara europeo (la cui scadenza è prevista il prossimo 14 febbraio) per l’individuazionedel general contractor.

«Il nostro interesse è che ci sia una competizione vera tra i protagonisti del settore di grande livello – dice il presidente dell’Autorità portuale di Ravenna, Daniele Rossi -. Come previsto dal bando, non valuteremo le offerte solo sulla base del prezzo: la qualità tecnica e la riduzione dei tempi di esecuzione dei lavori avranno un forte rilievo».

Proprio il fattore tempo è strategico per una città che attende l’apertura dei cantieri da oltre dieci anni: il tempo lavori non dovrebbero superare, secondo Rossi, i sei-sette anni, dei quali quattro solo per l’approfondimento dei fondali fino a 12,5 metri per consentire l’ingresso e l’attracco delle grandi navi portacontainer.

L’intervento di riqualificazione dello scalo ravennate è considerato non più rinviabile per la competitività di un’infrastruttura che deve vedersela, nel solo Adriatico, con Trieste e Venezia e che continua a crescere nonostantesempre più spesso le navi debbano essere dirottate su altri scali per essere alleggerite prima di entrare nel porto canale romagnolo, un unicum nel suo genere in Italia. Una fase che va di pari passo con il progetto di fare del porto l’hub di riferimento per il distretto delle piastrelle di Sassuolo, che oggi si rivolge a Ravenna per l’approvvigionamento dell’80% della dell’argilla che costituisce la materia prima per le ceramiche, ma sposta poi sullo scalo di La Spezia le esportazioni del prodotto finito. La stessa Autorità portuale e Confindustria Modena hanno realizzato uno studio di fattibilità preliminare per verificare, sottolinea Rossi, «la possibilità di avvicinare il cluster ceramico al nostro porto, attraverso un adeguamento del sistema ferroviario per le merci e una razionalizzazione dei costi di trasporto».porto di ravenna

Per la realizzazione dell’opera, che dovrebbe creare circa 6-7.000 nuovi posti di lavoro secondo le stime dell’Autorità portuale, la tabella di marcia prevede l’assegnazione dell’appalto entro l’inizio dell’estate. I lavori dovrebbero iniziare in autunno – dopo i tre o quattro mesi necessari per la progettazione esecutiva – generando una pioggia di investimenti e occupazione.

I lavori di riqualificazione del porto di Ravenna interessano anche alcune grandi realtà industriali hanno legato alla ristrutturazione dello scalo marittimo consistenti piani di sviluppo: tra questi il gruppo Marcegaglia (200 milioni di investimenti) e Versalis, in orbita Eni (130 milioni).

Dei 235 milioni di euro previsti per le opere, 60 milioni arrivano dal Cipe, altri 120 milioni dal mutuo erogato dalla Bei, la Banca europea degli investimenti a tassi molto convenienti, mentre i restanti sono costituiti da fondi europei e risorse della stessa Autorità Portuale.

Oltre all’approfondimento dei fondali, l’intervento comprende l’adeguamento delle banchine e la realizzazione di nuove aree logistiche, su un’area di 200 ettari, con due stazioni ferroviarie per il trasporto merci e un raccordo con la tangenziale di Ravenna per il collegamento con la rete autostradale.

Nel 2019 il porto romagnolo ha movimentato 27,5 milioni di tonnellate di merci, per un totale di 3.200 navi e 6.700 treni. Tutti numeri destinati a crescere una volta effettuati i lavori di riqualificazione.

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