Acquacoltura, svolta tecnologica e sostenibile coordinato dall’Università di Bologna

Progetto europeo “NewTechAqua” finanziato con 6 milioni di euro dal programma Horizon 2020. 

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Un forte investimento per far crescere in modo sostenibile il settore dell’acquacoltura a livello europeo: e la spinta che arriva con NewTechAqua, progetto europeo coordinato dal Dipartimento di scienze veterinarie dell’Università di Bologna.

Finanziato con 6 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020, il progetto è partito ufficialmente con un “kick-off meeting” ospitato a Bologna presenti anche rappresentanti della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, della Federazione Europea Acquacoltori ed esperti in arrivo da Turchia, Israele e Algeria. Al progetto partecipano 26 partner di 9 paesi tra università, centri di ricerca, istituzioni e imprese.

Circa il 20% della produzione ittica in Europa deriva oggi dall’acquacoltura, cioè l’allevamento controllato di pesci, molluschi e alghe: un settore industriale che dà lavoro a circa 85.000 persone. Nel corso dei prossimi dieci anni l’obiettivo è far crescere l’acquacoltura nell’Unione Europea in modo sostanziale, fino a raggiungere 4,5 milioni di tonnellate di prodotti ittici all’anno, ma senza perdere di vista l’impegno verso la sostenibilità.

In questo contesto si inserisce il progetto NewTechAqua (New Technologies and Strategies for a Sustainable, Resilient and Innovative European Aquaculture). I ricercatori coinvolti saranno al lavoro per quattro anni con l’obiettivo di ideare e testare soluzioni tecnologiche, resilienti e sostenibili capaci di espandere e diversificare la produzione di pesci, molluschimicroalghe in Europa. I temi coinvolti comprendono la produzione di mangimi, tecnologie legate all’Industria 4.0,tecniche di allevamento sostenibili e di miglioramento genetico, nuove specie di allevamento e nuovi prodotti alimentari.acquacoltura

Le attività in programma prevedono, ad esempio, la produzione di nuove tipologie di mangimi biologici e a impatto zero per gli allevamenti, l’utilizzo di sistema basati sull’intelligenza artificiale per potenziare il controllo della diffusione di parassiti nocivi, soluzioni tecnologiche per migliorare la sostenibilità ambientale dei vivai di molluschi e pesci. Saranno sviluppate inoltre nuove tecniche di allevamento per ottenere pesci, molluschi e microalghe di maggiore qualità, e nuove tecniche per ottenere prodotti ittici di alta qualità in modo sostenibile, valorizzando anche gli scarti di produzione.

Prima di passare all’applicazione in campo industriale, tutte queste soluzioni saranno testate nelle diverse aziende coinvolte nel progetto. Tra queste ci sono realtà produttive come Mowi, la più grande impresa di salmonicoltura al mondo, o Cromaris, azienda croata che vanta il massimo di volume di pesce allevato in Adriatico, o ancora l’italiana Aia-Veronesi, che si concentrerà sullo sviluppo di nuovi mangimi capaci di favorire la salute e il benessere dei pesci allevati nel Mediterraneo.

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