Complice l’esplosione a ridosso delle elezioni in Emilia Romagna, il caso delle inopportune pressioni politiche sul sindaco del comune ferrarese di Jolanda di Savoia da parte del presidente della regione Dem, Stefano Bonaccini, non si sgonfiano.
Il “caso” nasce dal sindaco Paolo Pezzolato che ha fatto un esposto, denunciando che dopo la decisione del vicesindaco Elisa Trombin di appoggiare la candidata leghista Lucia Borgonzoni alle elezioni regionali, Bonaccini avrebbe fatto pressioni perché tre comuni limitrofi rifiutassero di condividere alcuni dipendenti appena assegnati al suo comune.
Mentre Bonaccini tenta di silenziare il caso e di ricondurlo ad «una vicenda surreale», Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) rilanciano definendo la vicenda «un vergognoso esempio di arroganza della casta Dem».
Bonaccini si dice tranquillissimo: «parlano gli atti. Noi abbiamo sostenuto quel comune nei cinque anni precedenti, con tantissime risorse, anche se è piccolo, abbiamo cercato di stare di fianco a tutti. E quando si arriva a parlare di dipendenti comunali, pensi cosa ci può entrare un presidente di Regione» ha detto Bonaccini, rispondendo a una domanda sul caso di Jolanda di Savoia in una trasmissione radiofonica. «Non vedo l’ora che ci confrontiamo in tribunale, sono la persona più tranquilla e serena di questo mondo» ha detto Bonaccini.
Circa la registrazione delle conversazioni telefoniche fatte dal sindaco con lo stesso Bonaccini, il presidente della regione uscente afferma «io non ho nulla da aggiungere, visto che c’è un esposto all’autorità giudiziaria, non vedo l’ora che eventualmente mi chiamino. E’ la cosa più surreale che mi sia capitata. Dell’onestà ho fatto la mia bandiera di vita e del mio impegno politico».
Dalla Lega, il leader Matteo Salvini non ci sta a passare il fatto come una bagatella: «ho letto le dichiarazioni di un sindaco di un piccolo comune del Ferrarese di 2.800 abitanti, Jolanda di Savoia, che ha denunciato alla magistratura di aver ricevuto una telefonata arrogante dal signor Bonaccini che gli disse: “Visto che la tua vicesindaco del tuo paese non si è candidata con me, ma contro di me, se vinco per voi non c’è più niente”. E poi gli arroganti saremo noi? I dittatori saremo noi? La telefonata c’è o non c’è? E sulla prima pagina del Carlino. Questa è l’arroganza della casta».
Attacca Bonaccini anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: «il caso Jolanda di Savoia è una vicenda vergognosa. Credo che racconti la gestione del potere da parte di Stefano Bonaccini e della sinistra che pensano che le istituzioni gli appartengano. Quando tu decidi se un comune ha diritto o no ad avere dipendenti e risorse – dice Meloni – sulla base che il sindaco fa quello che dici tu, vuol dire che non stai governando nell’interesse dei cittadini, ma nell’interesse del partito. Esattamente ciò che ha fatto la sinistra in questi anni ed è per questo che merita di andare a casa il prossimo 26 gennaio».
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