Fine campagna elettorale per le elezioni in Emilia Romagna all’insegna di un probabile ricatto elettorale fatto dal presidente uscente Dem della Regione, Stefano Bonaccini, ai danni di un comune, quello di Jolanda di Savoia (Ferrara), “colpevole” di non sostenere la corsa del “compagno” Bonaccini, per via della scelta da parte del vicesindaco di correre per la sua concorrente di centro destra Lucia Borgonzoni.
Un fatto che, se provato, oltre a gettare in cattiva luce l’azione politica di Bonaccini, evidenzia anche come i Demricorrano a tutti i mezzi, compresi anche quelli poco leciti, per cercare di evitare di consegnare l’Emilia Romagna ad una maggioranza di centro destra, sull’onda del clamoroso risultato elettorale delle elezioni europee dello scorso anno, quando Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno fatto praticamente cappotto in tutta la Regione.
Stando a quanto denunciato dal sindaco di Jolanda di Savoia, Paolo Pezzolato che ha registrato le conversazioni telefoniche fatte con Bonaccini, il presidente della Regione uscente avrebbe orchestrato una ritorsione nei confronti del comune ferrarese. «Io ieri sera ho parlato con Elisa… dalla telefonata non mi ha detto che si candida con la civica della Borgonzoni… se la scelta è quella, è chiaro che poi succede qualcosa nei rapporti con voi… te lo volevo dire perché se è così, se per caso vinco io come è probabile, dopo, però, non mi cercate più» affermerebbe Bonaccini secondo quanto riferito dal sindaco Pezzolato. La telefonata risale al 20 dicembre, ore 9.44.
Secondo Pezzolato, che ha presentato un esposto sulla vicenda, dopo la decisione del vicesindaco Elisa Trombin di appoggiare la candidata leghista Lucia Borgonzoni alle elezioni regionali, Bonaccini avrebbe fatto pressioni perché tre comuni limitrofi rifiutassero di condividere con Jolanda di Savoia alcuni dipendenti. Sempre nel corso della stessa conversazione con Pezzolato Bonaccini, sempre secondo il sindaco, avrebbe detto: «Io non ho detto che deve candidarsi con me… diceva di no punto? Sto dicendo che se me la ritrovo candidata di là… io il punto è parlane con lei e dille che ti ho chiamato. La cosa che dico solo è che dal candidarsi con me al trovarmela di là… chiaro che dopo allora c’è un giudizio».
Il sindaco di Jolanda di Savoia, sottolinea inoltre di aver «ribadito più volte che non c’entravo nulla in quella discussione politica, legata alla scelta della Trombini, ma alla fine è risultato chiaro il senso di quella telefonata, tendente a farmi convincere Elisa a non candidarsi con nessuno – ha detto Pezzolato – se non volevo avere ritorsioni come sindaco di un piccolo comune di tremila abitanti (come il governatore lo ha definito recentemente) di certo bisognoso di supporto dalla Regione».
Pezzolato spiega poi che dopo la candidatura con la lista civica della Lega da parte del suo vicesindaco, si vede «in poco tempo sottrarre in maniera anomala risorse di personale importantissime per il mio comune che mi erano state appena concesse». A questo punto il sindaco si è rivolto al presidente dell’Unione Terre e Fiumi (realtà che comprende i comuni da cui provenivano due dipendenti), Andrea Zamboni, per chiedere spiegazioni. Anche in questo caso Pzzolato registra la telefonata con il presidente, di cui diffonde alcune frasi: «In campagna elettorale purtroppo la situazione è questa – avrebbe detto Zamboni -. Paolo io ti ho dato dei messaggi deve passare la campagna elettorale… Io capisco la tua situazione, ma tu capisci anche la mia che avevo il coltello puntato nella schiena… La rimandiamo di due settimane, poi andrà come andrà… Saranno 15 giorni di inferno… Quando fai discorsi di carattere politico essendo tesserato di un partito bisogna anche di…. Ho il fiato puntato sul collo di chi diciamo governa più in alto… Siccome io non devo fare carriera, a me non me ne frega niente… Ma un po’ di disciplina la vuol».
Poi, in una seconda registrazione, nella quale «riferivo apertamente a Zamboni – scrive ancora Pezzolato – che avevo capito trattarsi di ritorsioni comandate da Bonaccini e lo invitavo a chiamarlo e farmi contattare per farlo ragionare, questi mi diceva “te l’ho già detto, devono passare questi 15 giorni… Vedrò se riesco a muovere in quel senso lì… Dico che provo, sicuramente, certo”».
Un comportamento immediatamente stigmatizzato dalla candidata governatore della regione Emilia Romagna del centrodestra, Lucia Borgonzoni, secondo cui «la vicenda di Jolanda di Savoia è gravissima. Per ora i dati certi sono la denuncia del sindaco, che parla di ritorsioni di Bonaccini, e lo stesso Bonaccini che, prima dell’esposto, smentisce e poi non vuol dare l’autorizzazione a diffondere l’audio. Per fugare ogni dubbio, il mio avversario del Pd dia l’autorizzazione per diffondere la registrazione della telefonata. Di che cosa ha paura?».
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