Da “Grow!” di Agrinsieme emerge il deficit infrastrutture italiano rispetto ai Paesi Ue

Quarta edizione dell'action tank riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari a Bologna. Ancora basso nel NordEst l’utilizzo delle tecnologie digitali da parte delle aziende. 

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Sul versante agroalimentare la dotazione infrastrutturale del Nord Italia, secondo lo studio realizzato da Nomisma per “Grow!”, «appare buona rispetto al resto del Paese» con il NordOvest a contare su una media di 41 km di reti viarie per impresa – e la Liguria a fare la parte del leone con circa 60 km a impresa – e il NordEst con una media di 26 km ad impresa.

E’ quanto emerge dalla quarta edizione di “Grow!”, “action tank” del coordinamento di Agrinsieme che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari a Bologna per il convegnoIl ruolo delle infrastrutture per l’agricoltura del Nord».

Anche a livello di infrastrutture immateriali, le regioni del Nord presentano un’alta e crescente diffusione di reti digitali, con l’Emilia Romagna sul podio con circa il 90% delle famiglie che accedono a internet, a fronte di una media nazionale dell’84%, che al Sud scende al 78%. Quanto all’utilizzo di Internet da parte delle imprese il quadro appare meno netto: nel NordOvest circa il 50% delle imprese usa attivamente il Web nelle attività operative e commerciali, mentre nel NordEst l’incidenza scende al 46%, a fronte di una media nazionale del 48%.

Guardando fuori dai confini italiani, come emerge dallo studio elaborato da Nomisma per Agrinsieme, la dotazione media di infrastrutture materiali pari a 797 km/1.000km2 nel NordOvest e a 774 km/1.000km2 nel NordEst, risulta nel complesso inferiore alle aree del Regno Unito (2.483 km/1.000km2), della Francia (2.266 km/1.000km2) e della Germania (1.028 km/1.000km2)

«Tali ritardi infrastrutturali con i paesi UE – commenta Agrinsiemecontinuano a pesare in maniera significativa sulla competitività del Paese e del nostro agroalimentare; il sistema infrastrutturale, infatti, è indispensabile per una maggiore efficienza della movimentazione delle merci, ma anche e soprattutto per il raggiungimento di mercati più lontani e promettenti. In questo contesto il Nord Italia, nonostante presenti un quadro grossomodo positivo rispetto al resto del Paese, ha performance inferiori a quelle dei nostri principali competitor comunitari. Ed è proprio l’agroalimentare a risentire più di altri settori di un simile gap di reti fisiche e digitali».

«Basti pensare che mentre nel 2008 il differenziale nel solo export agricolo tra l’Italia e la Spagna era pari al 92%, dieci anni dopo la forbice si è allargata fino al 168%, con l’export degli spagnoli a superare i 20 miliardi di euro contro i nostri 7 miliardi – prosegue Agrinsieme -. E rispetto al top exporter europeo, i Paesi Bassi con oltre 30 miliardi di esportazioni agricole, il differenziale che scontiamo è passato dal 200% nel 2008 al 302% nel 2018. Vale la pena di ricordare, infine, che nel Settentrione si concentra circa il 60-70% dell’export agricolo e alimentare nazionale, per un valore complessivo che nel 2018 è stato di circa 30 miliardi di euro».

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