In vista delle Olimpiadi invernali 2026, il governo sta delineando il piano degli investimenti infrastrutturali a favore delle località che saranno sede di gara, in particolare per il Veneto e per la Lombardia.
A Padova, il sottosegretario Salvatore Margiotta del Pd ha presentato le iniziative riguardanti il Veneto, realtà che «può diventare un esempio virtuoso di intermodalità, un modello nazionale».
L’obiettivo è di realizzare una serie di interventi per collegare i diversi sistemi modali regionali in particolare nei suoi nodi e interconnettere del territorio che, a detta dei parlamentari veneti e i consiglieri regionali del Pd presenti alla conferenza stampa, «si ritrova da anni privo di un piano strategico di opere e senza la programmazione che avrebbe dovuto fare la Regione».
A disposizione per le Olimpiadi invernali 2026 c’è un miliardo di euro, di cui circa 500 milioni dovrebbero essere destinati al Veneto. Non ci saranno rivoluzioni, né opere a grande impatto ambientale. La necessità è rettificare e mettere in sicurezzala vasta rete di strade statali che da nord a sud della regione presenta colli di bottiglia e attraversa decine di centri abitaticausando traffico, inquinamento e inefficienze.
I lavori sulla viabilità ordinaria si sommano a quelli già previsti e già finanziati per i Mondiali di sci del 2021, per i quali sono stati stanziati 400 milioni di euro e i cui cantieri sono già in svolgimento. Cantieri, secondo il coordinatore dei parlamentari veneti del Pd, Roger De Menech, «da coordinare e lavorare insieme alle istituzioni e agli enti locali sul territorio per stabilire le priorità di intervento».
Sul fronte ferroviario, sono già finanziate le opere previste dalla “cura del ferro” dell’ex ministro GrazianoDelrio, grazie alla quale entro il 2026 verrà elettrificata gran parte della rete veneta, oltre a realizzare il collegamento con l’aeroporto di Venezia, e una serie di raddoppi su linee oggi sature.
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