La produzione industriale è tornata ad aumentare in modo limitato (0,1%) a novembre dopo i cali registrati nei due mesi precedenti. Su base annua (corretta per gli effetti di calendario), l’output è rimasto in territorio negativo per il nono mese consecutivo, ma è migliorato a -0,6% da -2,4% precedente (per trovare un valore più elevato, bisogna risalire allo scorso febbraio).
Il dettaglio è in qualche modo incoraggiante: sul dato ha pesato la produzione di energia, diminuita significativamente per il quarto mese consecutivo (-2,1% m/m), ma si registra un recupero per i beni strumentali e intermedi (+0,8% e +0,7% m/m, rispettivamente) e per i beni di consumi durevoli (+2,3% m/m). La produzione manifatturiera (al netto della fornitura di energia e dell’attività estrattiva) ha registrato un aumento più significativo rispetto all’indice generale (+0,4% m/m).
Il dettaglio per settore è assai variegato. Su base annua (corretta per gli effetti di calendario), spicca l’accelerazione di due comparti: computer ed elettronica (+8,1%) e legno, carta e stampa (+7%). Viceversa, in decisa contrazione rimangono, tra gli altri, il comparto tessile e quello metallurgico (-5,4% e -4,9%, rispettivamente). Anche i macchinari restano in rosso(-2,1%), mentre i mezzi di trasporto risultano stagnanti rispetto a un anno prima (in deciso recupero rispetto al mese precedente).
Il dato potrebbe anche indurre all’ottimismo, anche se bisogna tenere presente che «la produzione industriale è in rotta per una nuova contrazione nell’ultimo trimestre dell’anno, pari a -0,4% t/t (in caso di stagnazione a dicembre), dopo il -0,6% dei mesi estivi e il -0,8% t/t primaverile. In sostanza – sottolinea Paolo Mameli, economista senior di banca Intesa Sanpaolo – il contributo negativo al PIL si va attenuando, ma l’industria rimane un freno al ciclo. A questo va aggiunto che le indagini di fiducia ancora non segnalano un’inversione di rotta in senso espansivo. Anzi, il mese scorso, l’indice PMI manifatturiero ha toccato un nuovo minimo da aprile 2013 (a 46,2 da 47,6 di novembre), sebbene l’omologa indagine dell’Istat abbia dato segnali meno preoccupanti. In sintesi – conclude Mameli – il dato di novembre sulla produzione industriale è lievemente migliore delle attese, ma non tale da modificare radicalmente il quadro prospettico».
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