Il sovrintendente e direttore artistico del Teatro La Fenice di Venezia, Fortunato Ortombina, ha presentato in conferenza stampa il Concerto di Capodanno, quattro giorni consecutivi a partire da domenica 29, un appuntamento tra i più amati nel nutrito cartellone del Teatro.
«Siamo alla XVII edizione di un concerto nato con la RAI, con la quale abbiamo un rapporto positivo. Vuole essere il concerto italiano per eccellenza. Da segnalare come il tutto esaurito si anticipa anno dopo anno: questa volta si è verificato già a settembre».
Per il terzo anno consecutivo direttore è il Maestro coreano Mung-Whun Chung, il quale ha iniziato il suo intervento con una domanda: «perché sono qui, io coreano, a dirigere un’orchestra e dei cantanti tutti italiani? Primo, perché ho un legame con la musica italiana. Amo questo Paese forse più ancora di qualche italiano. Qui ho passato gran parte della mia vita e qui continuo a studiare. Secondo, per il mio grande amore per Verdi». Con riferimento all’acqua alta, il Maestro ha così continuato: «nella vita ci sono sempre difficoltà e disastri. Il punto centrale è come superarli e migliorare».
Riferendosi alla prima del “Don Carlo”, l’opera che ha aperto la stagione lirica, andata in scena il 24 novembre nonostante una situazione drammatica, Chung ha aggiunto: «questo fatto mi ha dato ancora più speranza di prima. Nessun musicista ha mai mancato una prova al teatro Del Monaco di Treviso. Forse si può dire che ci sono tanti eroi, e sono i lavoratori guidati dall’eroe numero uno: Fortunato Ortombina! Come sempre, il programma non l’ho stilato io, ad eccezione del “Sanctus” tratto dal “Requiem” di Giuseppe Verdi. Questo perché il compositore, scosso dalle tragedie e dai disagi causati dall’alluvione che nel 1879 aveva devastato ampie aree del Nord Italia, volle che il suo capolavoro venisse eseguito alla Scala di Milano in una rappresentazione di beneficenza. Verdi è stato un grande. Ma, umanamente, la sua più grande opera è stata la creazione a Milano della Casa di riposo per musicisti».
Francesca Nesler, coordinatrice musica colta RAI Cultura e Rita Lombardi di RAIcom hanno ricordato come il concertosia la punta di diamante di quello che la RAI distribuisce all’estero. Il Canale Arte dalle 18.15 di Capodanno ha diffuso il concerto per gli utenti di lingua tedesca e dalle 18.40 per quelli della parte francofona. In differita il concerto sarà diffuso in Asia (Giappone, Emirati Arabi Uniti e Cina), ma in diretta in Corea.
La musica del concerto in TV è stata punteggiata da alcuni momenti danzanti interpretati dal corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli (dieci coppie di danzatori) e da due grandi stelle del teatro Bol’soj di Mosca: Olga Smirnova e Jacopo Tissi, il primo e unico italiano del balletto russo.
La prima parte del Concerto è stata come sempre dedicata ad una sinfonia. Quest’anno si è scelta la Sinfonia n.8 in Sol maggiore, op. 88 di Antonin Dvorak, in quattro movimenti. Fu subito popolare nel Regno Unito, che la preferì alla Nona, la celeberrima del “Nuovo Mondo”, che resta la più celebre del compositore.
La seconda parte, in diretta su RAI 1 dalle 12.20, è iniziata come detto con il “Sanctus”, interpretato dal coro del Teatro, che ha come Maestro Claudio Marino Moretti. E’ proseguita con una sequenza di arie, duetti e passi corali dal repertorio operistico più amato, le pagine pucciniane e verdiane di grande popolarità. Di Giacomo Puccini, dalla Boheme l’aria di Musetta “Quando me’n vo” e il duetto tra Rodolfo e Marcello “O Mimì tu più non torni”; dalla Turandot, l’aria di Calaf, “Nessun dorma” e il finale “Padre Augusto”, interpretato da Turandot. Di Giuseppe Verdi dal Rigoletto, l’invettiva “Cortigiani, vil razza dannata” cantata da Rigoletto e il quartetto (Duca-Maddalena-Gilda-Rigoletto), esecutore di “Bella figlia dell’amore”; dalla Traviata, la cabaletta di Violetta, “Sempre libera degg’io” e l’immancabile finale “Libiam ne’ lieti calici” di Violetta e Alfredo; il coro “Va pensiero sull’ali dorate” dal Nabucco. Per celebrare due anniversari nella seconda parte erano presenti anche due brani strumentali: il primo “Amarcord Suite” di Nino Rota, arrangiato da William Ross, omaggio ai cent’anni dalla nascita di Federico Fellini (1920); il secondo, “Orphee aux Enfers : Can can”, per ricordare i duecento anni dalla nascita e i 140 dalla morte di Jacques Offenbach.
Bravi i quattro cantanti: la soprano trevigiana Francesca Dotto protagonista in cinque brani; il tenore sardo Francesco Demuro (4); il baritono di San Secondo Parmense Luca Salsi (3) e la giovane contralto vicentina Valeria Girardello (1). Presenti alla conferenza, le cantanti si sono dette entrambe emozionate. La Dotto, che ho apprezzato per tecnica e timbro vocale, ha ricordato il suo debutto alla Fenice nel 2012 con “La Boheme” e si è dichiarata orgogliosa di collaborare con il Mastro Chung: “dirige con amore, così diventa molto più semplice cantare”. Anche la Girardello ha ricordato il proprio debutto alla Fenice nel 2014 con la “Messa” di Haydn.
Alle domande finali dei giornalisti, Ortombina ha quantificato i danni al Teatro in una cifra più vicina ai tremila che ai duemila euro. Ma si è detto fiducioso, sia perché il mondo intero continua a mostrare un grande amore per La Fenice, sia per un anticipo in denaro da parte del Sindaco, sull’aiuto che arriverà dallo Stato e su quanto raccolto dalla Fondazione Amici della Fenice, presieduta da Barbara di Valmarana, la quale lo aveva consegnato al Direttore Generale Andrea Erri, prima dell’inizio della conferenza.
Tutti possono contribuire a sostenere il Teatro, attraverso il ‘classico’ canale Art Bonus, oppure con donazioni tramite il numero solidale attivo dall’1 al 5 gennaio: il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari TIM e Coop Voce; di 5 e 10 euro da rete fissa TIM
Prima di congedarsi dai presenti, il Sovrintendente ha voluto ringraziare i Vigili Del Fuoco, che in quei momenti drammatici sono stati abili e veloci a mettere in sicurezza tutte le persone. Appuntamento al 2021, con i biglietti in vendita già da metà gennaio.
Un’ultima nota riguarda la Rai che festeggia per il numero degli ascolti della diretta, ascolti che avrebbero potuto essere anche maggiori se avesse avuto il coraggio di trasmettere in diretta su uno dei numerosi canali digitali (come quello cultuale di Rai5) anche il Concerto di Capodanno da Vienna, che nel settore degli eventi musicali d’inizio anno rappresenta ancora il punto di riferimento insuperato. Anzi, visto che il Concerto di Capodanno veneziano è stato messo in cartellone da domenica 29 dicembre, si poteva fare anche una diretta per il veglione di San Silvestro, così da offrire buona musica in un contesto di tutt’altro genere d’offerta, dando il giusto rilievo al Concerto di Capodanno da Vienna. Peccato che così non sia avvenuto. Si spera in un ravvedimento operoso per il prossimo.
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