La fenice del Pandoro, Melegatti 1894, è risorta dopo un paio d’anni di tregenda affidata alle cure della famiglia Spezzapria che l’ha rilevata dalla procedura fallimentare e l’ha rimessa in moto con il primo esame del Natale 2019 che sembra essere superato a pieni voti da parte dei consumatori, affezionati al marchio che ha inventato 125 anni fa il dolce natalizio forse più famoso in assoluto, il Pandoro.
Con Giacomo Spezzapria, presidente di Melegatti 1894, un primo bilancio dell’andamento dell’azienda e della campagna natalizia: «le vendite stanno andando bene, meglio delle attese di partenza, tanto che per la campagna di Natale 2019contiamo di chiudere a quota 4 milioni di pandori prodotti, forse anche di superarla. Un risultato più che soddisfacente, essendo questo il primo anno completo della nostra gestione».
Melegatti 1894 ha iniziato a riassorbire gran parte delle maestranze: «oltre ai 50 dipendenti assunti a tempo indeterminato, per la campagna del Natale 2019 abbiamo
assunto altri 150 stagionali, molti dei quali già con esperienze in Melegatti» dice Spezzapria che spera di consolidare questi risultati nel prossimo futuro, sulla base dei risultati commerciali che l’azienda saprà centrare.
Intanto, per il Natale 2019 si punta sul sicuro: «il Pandoro storico è la nostra punta di diamante, quello che ha fatto la fama di Melegatti, e continuiamo ad investirci per portarlo a livelli ancora più elevati. Stiamo differenziando anche nel campo dei panettoni, sia tradizionali che farciti, oltre ad una serie di torte del periodo natalizio – dice Spezzapria -. Quello che distingue Melegatti 1894 da altri produttori industriali è che noi siamo alla stregua di una pasticceria, su grande scala ovviamente, ma con lavorazioni e processi che sono quelli artigianali, dove la competenza e la maestria dei nostri addetti sono fondamentali per il prodotto finale».
Ancora in alto mare la situazione del secondo stabilimento che la vecchia proprietà Melegatti aveva realizzato per i prodotti della prima colazione specializzato nei croissant: «siamo in attesa di decidere cosa fare. Dobbiamo ancora faredelle valutazioni di mercato, ma prima abbiamo preferito rimettere in forza il prodotto tradizionale. Poi vedremo il da farsi, anche perché i macchinari presenti nel nuovo stabilimento sono dedicati solo alla produzione di una determinata tipologia di prodotto che va ad inserirsi in un mercato molto competitivo».
Spezzapria è molto fiducioso sul futuro della Melegatti 1894: «dopo avere riattivato l’azienda, ora stiamo recuperando quote di mercato e presenza nella grande distribuzione. L’essere stati assenti per due anni ci costringe a partire da zero, a conquistarci spazio e attenzione, ma la richiesta da parte dei consumatori è incoraggiante. Siamo partiti anche con una nuova campagna di comunicazione che punta sui valori dell’azienda, dalla qualità alla tradizione del Pandoro che ci sta dando soddisfazioni. Puntiamo a riconquistare a breve l’attenzione e gli spazi nella grande distribuzione, che per Melegatti costituisce ancora il principale canale di sbocco sul mercato. E il prossimo passo sarà anche una maggiore presenza all’estero».
La famiglia Spezzapria è cresciuta in ambito metalmeccanico: cosa si prova a passare in un campo totalmente diversocome quello dolciario? «Be’ anche qui ci sono macchinari, pure molto sofisticati. Si tratta sempre di un’industria con processi tipici di quelli di una realtà complessa e articolata. Il prodotto è sicuramente diverso, ma la logica industriale sottostante è la medesima. Ci siamo appassionati a questo dolce tipico di Verona e intendiamo valorizzarlo al meglio in Italia e nel mondo».
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