Prosegue la razionalizzazione delle rappresentanze datoriali in Emilia Romagna: con 249 voti favorevoli, 2 contrari e nessun astenuto, le assemblee dei soci di Confindustria Romagna e Confindustria Forlì-Cesena hanno approvato la fusione tra le associazioni dei due territori che darà vita ad una realtà che rappresenterà mille imprese romagnole che danno lavoro a 50.000 dipendenti, con un fatturato di 25 miliardi di euro.
Confindustria Romagna era nata nel 2016, quando si erano unite tra loro Rimini e Ravenna. Il nuovo assetto prenderà il via il primo gennaio 2020 e darà origine ad una fase transitoria fino al 2021 in cui il presidente resterà Paolo Maggioli, mentre alla vicepresidenza ci sarà Andrea Maremonti, attuale presidente di Confindustria Forlì-Cesena. La direzione generale resta affidata a Marco Chimenti.
«Deve aumentare il peso della Romagna sui tavoli che contano», ha detto Maggioli a margine dell’assemblea. Tra le prioritàdel nuovo corso, le infrastrutture: «che oggi non ci sia un servizio ferroviario di alta velocità in Romagna è qualcosa non più accettabile, è assolutamente assurdo», ha lamentato Maggioli, aggiungendo come richiesta urgente «un maggiore interesse verso l’area del porto di Ravenna che è strategica per la Romagna».
Maggioli ha detto che Confindustria Romagna incontrerà presto i candidati alle prossime elezioni regionali con le proprie proposte: «saremo curiosi di vedere come i candidati risponderanno a queste nostre richieste».
«Abbiamo impiegato un po’ più di tempo ad entrare in Confindustria Romagna perché in passato c’erano delle componenti che esprimevano un pensiero diverso», ha detto Maremonti, precisando come «nell’ultimo anno ci siamo compattati. Direi che l’ambiente si è rasserenato, siamo tutti abbastanza allineati. Mi sembra che il voto di oggi in assemblea sia la testimonianza che la stragrande maggioranza degli associati di Forlì-Cesena voleva confluire in Confindustria Romagna».
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