L’analisi sui multipli di borsa, effettuata dai partner di Valebo Nicola Agnoli e Martino Zamboni, mostra l’andamento della valutazione delle aziende nel settore delle Multiutilities e delle Energie Rinnovabili, espressa dai multipli di mercato europei dal 31 marzo al 30 settembre 2019. Un settore con una crescita media del 2,5% del valore delle società nei sei mesi di riferimento.
Il campione analizzato include 115 società, di cui 22 italiane. Di queste il 36,6% è attivo nel settore dell’”Energia elettrica rinnovabile” (Alerion Clean Power S.p.A., Ecosuntek S.p.A., Falck Renewables S.p.A., Frendy Energy S.p.A., Iniziative Bresciane S.p.A., PLT energia S.p.A., Renergetica S.p.A., Seri Industrial S.p.A.); il 22,73% in quello delle “Multi-Utilities” (A2A S.p.A. , ACEA S.p.A, Fintel Energia Group S.p.A., Hera S.p.A., Iren SpA); il 18,18% rientra tra le “Gas Utilities” (Acsm-Agam S.p.A. , Ascopiave S.p.A., Italgas S.p.A., Snam S.p.A.); il 13,64% sono “Produttori indipendenti e Trader di energia” (Edison S.p.A., Elettra Investimenti S.p.A., ERG S.p.A.); infine il 9,09% delle società analizzate è attivo nel settore delle “Electric Utilities” (Enel SpA e Terna – Rete Elettrica Nazionale S.p.A.). Dando uno sguardo alla localizzazione regionale delle 22 italiane, oltre il 40% si trovano in Lombardia, il 18% in Lazio, il 13% in Emilia Romagna e le restanti in Campania, Marche, Umbria e Veneto con 1 presenza per Regione.
Le 115 società europee fanno registrare una valutazione media di quasi 10 volte il margine operativo lordo, dove in testa spiccano le aziende attive nel settore dell’”Energia elettrica rinnovabile” con multipli mediani di mercato di 12,2x. Tra i 6 settori analizzati, quello che ha fatto registrare il maggiore incremento del moltiplicatore che gli investitori sono disposti a riconoscere alle aziende, è quello delle “Multiutilities”. Sono le società di servizi con attività significativamente diversificate in aggiunta alle principali attività di electric utility, gas utility e/o water Utility. I multipli mediani di mercato sono passati dai 7,5x del 31 marzo scorso ai 9,2 del 30 settembre, con un incremento di poco inferiore al 23%.
Crescono i multipli di valore anche nel segmento delle “Electric Utilities” dove si contano 27 società che producono o distribuiscono elettricità, ed hanno una valorizzazione media di 11 volte l’EBITDA, cresciuta quasi l’8% negli ultimi 6 mesi.
Al contrario il segmento dei “Produttori indipendenti e trader di energia” perde quasi l’11% del suo valore. Si tratta di società che operano come produttori indipendenti di energia (IPP),
specialisti del marketing e commercio di gas e energia e/o commercianti di energia integrati, dove i valori delle aziende si attestano solamente 7,3 volte il margine operativo lordo, in calo rispetto alla scorsa primavera quando si erano assestati a 8,2x.
Anche il segmento delle “Gas Utilities” fa registrare una riduzione dei multipli di quasi il 7%: il valore delle aziende attribuito dal mercato è di 9,7 volte l’EBITDA.
Il valore di scambio più alto è riconosciuto alle aziende del segmento “Energia elettrica rinnovabile” che fanno registrare, a fine settembre 2019, un margine operativo lordo medio del 58,8% ed un multiplo del 12,2x (al 31 marzo era 11,5x) che porta il segmento ad una crescita del valore del 6% negli ultimi 6 mesi. Si tratta di 41 società europee, di cui 8 italiane, attive nella generazione e distribuzione di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili, tra cui biomassa, energia geotermica, solare, idroelettrica ed eolica. Non comprende, invece, le società coinvolte nella fornitura di tecnologia, componenti e servizi.
Grandi assenti le società italiane nel settore delle “Water Utilities” dove dopo la discesa del 9,5% al 30 giugno scorso, le 8 società europee hanno quasi recuperato il proprio valore attestandosi a 9,1 volte il multiplo EV/EBITDA, assestando il calo complessivo al 3% negli ultimi sei mesi.
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