Divieti di circolazione ai Tir al Brennero: l’ira di Platter sulla richiesta d’intervento italiana all’Europa

«Dal ministro De Micheli un affronto al Tirolo». Anche l’Onlit critica la decisione del ministro che è spalleggiata dalle organizzazioni del trasporto.

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Il prossimo inasprimento dei divieti di circolazione ai Tir sulla direttrice del Brennero nel tratto tirolese deliberati dal governo locale spalleggiato da quello di Vienna ha fatto protestare le associazioni della logistica italiane e tedesche che hanno chiesto l’intervento della Commissione europea per provvedimenti anticoncorrenziali e che ledono la libera circolazione delle merci sul territorio comunitario.

La lettera inviata nei giorni scorsi dal ministro ai Trasporti italiano, la Dem Paola De Micheli, al commissario europeo ai Trasporti, Adina-Ioana Vălean, con cui si chiede l’intervento della Commissione per ripristinare il diritto comunitario rimuovendo i divieti di circolazione ai Tir ha destato la piccata reazione del governo tirolese con il presidente Günther Platter che parla di «affronto alle popolazioni di tutta l’Euregio Tirolese». Secondo Platter, «il Tirolo rivendica il diritto al contenimento del traffico di attraversamento, soprattutto di quello pesante che danneggia chi vive nelle vicinanze dell’autostrada», sottolineando come «l’Unioneeuropea ha ripetutamente confermato che le misure tirolesi contro il traffico di transito sono proporzionate e giustificate, a fronte di una crescita costante di mezzi pesanti dal 2015. Finché non ci sarà un alleggerimento adeguato, manterremo le misure anti transito e, se utile, le rafforzeremo».

A dar manforte alla posizione tirolese arriva anche l’Onlit (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture E Trasporti): secondo il suo presidente, Dario Balotta, «le prime settimane del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, sono tutt’altro che green. Anzi, il suo operato ricorda piuttosto a quello di una portavoce degli autotrasportatori».

Balotta rilancia e condivide la posizione del governo tirolese: «i divieti di circolazione ai Tir servono alla la riduzione dell’inquinamento atmosferico sulle strade di un paese membro della UE, e che dovrebbe essere condiviso anche quello del Governo italiano, visto che il confine corre sul medesimo arco alpino. Anzi, in base al principio di reciprocità, tale corridoio green andrebbe esteso in territorio italiano almeno fino a Verona. In una fase di emergenza climatica come l’attuale, il diritto alla libera circolazione delle merci e la tutela delle imprese di autotrasporto dovrebbe venire dopo la tuteladell’ambiente e della salute dei cittadini».

Per l’Onlit «la congestione stradale, l’inquinamento dell’aria e l’incidentalità stradale sono particolarmente pesanti. L’insignificante ruolo delle ferrovie, che in Italia trasportano solo il 12% delle merci (il resto è tutto su gomma), ha provocato una caotica crescita del trasporto su strada. In piena emergenza climatica si moltiplicano i Tir senza carico di andata o di ritorno, e i furgoni dell’e-commerce anch’essi spesso semivuoti data la scadente logistica nazionale. È così che per ogni chilometro di strada in Italia circolano 14 Tir contro i 10 del Regno Unito, i 7 della Spagna e 6 di Francia e Germania».

Ovviamente a favore dell’intervento della Commissione europea e dell’operato del ministro De Micheli Conftrasporto Confcommercio e Anita Confindustria, che sottolineano come «le regole europee devono essere rispettate da tutti e che il problema del transito al Brennero si potrà in parte risolvere solo dopo il 2028 quando entrerà in funzione il nuovo tunnel ferroviario del Brennero che consentirà di dirottare su ferrovia una buona parte del traffico merci a lunga distanza». Nel frattempo, gli autotrasportatori non stanno con le mani in mano: «i nostri associati hanno già investito su macchine a basso impatto ambientale Euro 6 e alimentati a GNL che riducono grandemente l’inquinamento atmosferico e acustico– afferma Thomas Baumgartner, presidente di Anita – e provvedimenti unilaterali come quello tirolese non sono giustificabili».

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