La bacchetta di John Axelrod per l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Prima assoluta di “Infinito”, Concerto doppio per violoncello, pianoforte e orchestra di Arturo Fuentes, oltre a Prokofiev e Beethoven.

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orchestra haydn
Il direttore d'orchestra John Axelrod.

Nell’ambito della LX Stagione dei concerti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, il maestro statunitense John Axelrod dirige la prima assoluta di “Infinito” di Arturo Fuentes, che trae ispirazione da una delle liriche più famose di Leopardi, oltre alla SinfoniaClassica” di Prokof’ev e alla Quarta Sinfonia di Beethoven. Appuntamento martedì 3 dicembre (ore 20.00) all’Auditorium di Via Dante a Bolzano con il concerto trasmesso in diretta radio da RAI Südtirol (ascoltabile via streaming internet: http://raibz.rai.it/streaming_radio.php?lang=it). Replica mercoledì 4 dicembre (ore 20.30) all’Auditorium di Trento.

Da adolescente fu accettato come allievo di Leonard Bernstein, e, una volta adulto, il direttore tedesco Christoph Eschenbach lo prese come suo collaboratore. Nel 2009 ha portato la musica classica al pubblico “crossover” con l’aiuto del pianista cinese Lang Lang e dell’eclettico musicista americano Herbie Hancock. John Axelrod, il celebre maestro statunitense, che, grazie ad un repertorio estremamente vasto, programmi innovativi ed un carismatico stile direttoriale, continua ad imporsi come uno dei direttori più interessanti del panorama odierno.

La locandina del programma vedrà l’esecuzione in apertura di serata della Sinfonia “Classica” di Sergej Prokof’ev, un lavoro composto nel 1917 che intendeva essere, per ammissione dello stesso compositore, un’opera sinfonica ispirata allo stile di Haydn, rivisitato alla luce delle ultime conquiste musicologiche.

A seguire la prima assoluta di “Infinito”, Concerto doppio per violoncello e pianoforte di Arturo Fuentes, compositore messicano naturalizzato cittadino austriaco, che vive ora a Innsbruck (solisti il violoncellista Francesco Dillon ed il pianista Emanuele Torquati).

Infinito” – scritto su commissione della Fondazione Haydn nell’ambito del progetto “Haydn: 60 anni e oltre” – costituisce una svolta nel linguaggio di Fuentes. L’aspetto poliedrico della sua musica è il leitmotiv attraverso cui viaggia: una produzione di cristalli eterogenei che modificano il nostro ascolto. Questa è una musica che sembra non esistere. O forse piuttosto, questa è una musica che si disintegra in mille pezzi attraverso uno spazio infinito. Ed è qui che troviamo quel comune denominatore, quel punto in cui la concezione musicale del compositore incontra l’immaginario di Leopardi. La poesia “L’infinito” è fatta di leggerezza, vuoto, sottigliezza di materia, silenzio, vento, orizzonte o mare come spazi incommensurabili e infiniti. L’idea dell’illimitato ed eterno è presente anche nell’estetica di Fuentes, che definisce la sua musica come un viaggio in un labirinto o come un naufragio in mare.

In chiusura di serata sarà eseguita la Sinfonia n. 4 di Ludwig van Beethoven. La collocazione della “Quarta” nel percorso delle nove sinfonie beethoveniane è stata fino a pochi decenni fa stabilita dalla celeberrima definizione di Schumann che la definì “una snella fanciulla greca fra due giganti nordici” (la Terza e la Quinta, naturalmente). Siamo nell’estate del 1806, durante la quale Beethoven è ospite della residenza estiva dei Brunswik. Come il Quarto Concerto per pianoforte, anche la Quarta fu eseguita per la prima volta a palazzo Lobkowitz, nel marzo del 1807.

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