Le condizioni della rete stradale ordinaria e a pedaggio sono sempre peggiori e, secondo la denuncia di Cna-Fita, l’economia finisce con subire gravi danni per i tempi di percorrenza in decisa crescita.
«Nel 2011, l’indagine effettuata da R.T.I. Easy Ernest & Young su incarico del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, indicava scientificamente che, in Italia, i veicoli pesanti avevano le velocità commerciali di 48 Km/h per la rete nazionale, 35 km/hper la rete regionale e 50 km/h per la rete internazionale – afferma Pietro Cavallaro, presidente della CNA-Fita Autotrasporto del Trentino Alto Adige -. Dopo otto anni, cioè nel 2019, i veicoli pesanti, su buona parte della rete stradale nazionale, viaggiano a 40 chilometri orari: una involuzione che la dice lunga sullo stato delle nostre infrastrutture. E ce ne accorgiamo tutti i giorni sull’Autostrada del Brennero, sulla statale del Brennero, sulle statali della Venosta e della Pusteria, sulla Valsugana, sulla Tangenziale di Trento oltre all’ormai endemica situazione della città di Bolzano».
Secondo Cavallaro «le imprese di autotrasporto e tutti gli utenti sono costretti a ridurre la velocità commerciale e subire i disagi e il conseguente innalzamento dei costi a causa di una opinabile gestione degli interventi sulla rete stradale, anche in relazione al verificarsi degli eventi atmosferici. Per non dire delle opere stradali che risalgono agli anni ’60 e che, invece di essere state oggetto di monitoraggio e manutenzione programmata nel corso degli anni, cosa che avrebbe permesso di dilazionarne le criticità, sono finite sotto esame per la sicurezza in contemporanea, con la conseguenza che spesso è complicato individuare percorsi alternativi ovvero si allunga di molto la percorrenza».
«Se non ci fossero tutti questi colli di bottiglia e tante limitazioni – aggiunge Cavallaro -, un camion di massa complessiva superiore a 12 tonnellate nelle strade extraurbane potrebbe viaggiare a 70 chilometri orari, mentre potrebbe percorrere l’autostrada a 80 chilometri orari. Con queste velocità, al termine delle quattro ore e mezza di guida previste dalla normativa, si percorrerebbero rispettivamente 315 e 360 chilometri. Invece, viaggiando a 40 Km/h, in quattro ore e mezzadi guida, si percorrono esattamente la metà dei chilometri, con costi della manodopera raddoppiati e difficoltà a garantire lo stesso numero di servizi che ricadono puntualmente sulle spalle delle aziende di autotrasporto, minandonela competitività e produttività».
La CNA-Fita è perentoria: «sarebbe ora che chi gestisce le strade si assuma la responsabilità di questo stato di fatto e intervenga di tasca sua per sanare la situazione. Evitiamo che oltre al danno vi sia anche la beffa: piuttosto che aumentare sistematicamente i pedaggi autostradali, situazione non più tollerabile, si introduca un meccanismo che riduca il costo del pedaggio a fronte di evidenti disagi causati alle imprese. Si pensi ad una compensazione automatica a carico degli enti che gestiscono le strade. Si adotti un piano straordinario della mobilità per i veicoli pesanti, si monitorizzi sistematicamente lo stato delle infrastrutture viarie e se ne programmi la puntuale manutenzione, si adotti un catasto nazionale delle strade. In questo contesto, proporre di aumentare il monte ore complessivo dei divieti di circolazione per l’anno 2020 dei mezzi pesanti, significa non tenere conto di questa critica situazione della viabilità italiana e infliggere il colpo di grazia all’autotrasporto, all’economia ed all’intero Paese».
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