Boccia in Friuli Venezia Giulia per l’autonomia: «le Regioni ordinarie non diventano speciali»

Distinzione netta. Legge quadro sarà cintura sicurezza per tutti. Fedriga: «necessario equiparare tutte le regioni speciali». 

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Massimiliano Fedriga e Francesco Boccia

Trasferta in Friuli Venezia Giulia del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che si è incontrato con i vertici dell’autonomia speciale locale, affermando subito che con l’autonomia differenziata «le Regioni a Statuto ordinario non diventano Regioni a Statuto speciale: è scolpito nella Costituzione».

Boccia, durate un incontro con il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha ribadito come «il dibattito pubblico sull’autonomia aveva fatto percepire questa trasformazione rivoluzionaria. Ci sarà una trasformazione anche importante, e io sono per dare molte più competenze amministrative alle Regioni a Statuto ordinario, ma la distinzione sarà molto netta e chiara».

A domanda se quest’affermazione si riferisca al Veneto, Boccia puntualizza di «riferirsi anche a Toscana e Liguria, che hanno chiesto l’autonomia differenziata. L’hanno chiesta in molte regioni del Mezzogiorno e ora aspettano di vedere la legge quadro, che diventa una sorta di cintura di sicurezza per tutti, soprattutto per le aree di ritardo di sviluppo».

Per quanto riguarda il Veneto, Boccia ha detto che «l’autonomia è anche un sentimento popolare, che non va sottovalutato ma compreso e accompagnato», aggiungendo che «la politica quando non affronta nel merito le questioni e si fa condizionare dalla paura fa dei gran pasticci. E’ successo con la Brexit nel Regno Unito e con la Catalogna in Spagna. L’autonomia la faremo bene e soprattutto rispettando le decisioni popolari, come in Lombardia e Veneto. La vicenda veneta dal punto di vista culturale è ancora più importante e ci deve far riflettere. Penso che stiamo facendo un ottimo lavoro e il 28 novembre con la legge quadro chiuderemo un accordo che tiene insieme tutto il Paese».

Boccia ha attenzione anche alle odierne regioni speciali: «dopo l’approvazione dell’autonomia differenziata che riguarda le regioni a Statuto ordinario, sarà opportuno raccordarsi tra le regioni a Statuto speciale, rispettando in maniera rigorosa l’autonomia dei Consigli, perché anche per le regioni a Statuto speciale potrebbe essere utile un perimetro nuovo che rispetti la Costituzione, ma che consenta un’omogeneizzazione di molte opportunità e anche delle regole finanziarie. Un tema delicato che abbiamo il dovere di affrontare, ci sono tutte le condizioni».

Un assist colto immediatamente dal governatore Fedriga, a capo di una regione che ha un quadro autonomistico più limitato rispetto alle altre autonomia speciali vigenti. «Spero che riusciremo ad approfondire i nuovi patti finanziari con lo Stato, dal 2021 in poi, già con l’inizio del prossimo anno. E’ importante farlo, altrimenti rischiamo di costruire dei bilanci che non corrispondono alla realtà dei patti che si andranno a riscrivere. Mi auguro – ha aggiunto Fedriga – che ci sia anche la disponibilità, come abbiamo proposto, di acquisire nuove competenze come Regione e di chiudere la partita dei beni demaniali da passare alla Regione e alle autonomie locali, una situazione che va avanti da troppi anni, anche perché c’è incoerenza tra quanto noi diamo agli enti dello Stato e quanto lo Stato da a noi».

Sui contenziosi in atto con lo Stato, Fedriga ha detto che «quelli che ci sono, noi li difendiamo di fronte alla Corte. Noi siamo convinti di aver tutte le ragioni per farlo e per quanto riguarda il futuro io mi auguro che le intenzioni del ministro Boccia siano quelle di impugnare il meno possibile trovando discussioni preventive e credo vadano nella direzione giusta».

Sulla partita dei beni demaniali, il ministro ha garantito la massima attenzione, oltre che un’accelerazione ai relativi procedimenti. Un altro tema oggetto del confronto è stato quello delle competenze in materia di beni culturali e di istruzione (Ufficio scolastico). Fedriga ha anche richiesto una convergenza sul ruolo di supporto che la Regione, riconoscendo la piena competenza statale sulla materia, è disposta a offrire sul piano amministrativo ai Tribunali, con l’obiettivo di velocizzare i tempi della giustizia, «alla stregua di quanto già accade in Trentino Alto Adige».

Oltre a Fedriga, Boccia si è incontrato con il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, presente all’incontro anche il vicepresidente Francesco Russo, sempre con oggetto il processo autonomistico. Oltre a uno scambio di vedute sulle opportunità che la legge quadro sull’Autonomia differenziata potrà offrire, e sulla riflessione che quindi si aprirà con le regioni speciali, nel corso dell’incontro Zanin si è soffermato anche sulla norma, recentemente votata dal Consiglio, sul recepimento dei principi fondamentali del sistema integrato degli enti territoriali del Friuli Venezia Giulia, di cui all’accordo, dello scorso febbraio, tra Stato e Regione in materia di finanza pubblica, che consente alla Regione di avere una interlocuzione diretta con lo Stato anche per conto del sistema delle autonomie locali.

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