Esplodono le importazioni di riso dal Myanmar (+213%) con danno alla risicoltura italiana

La crescita dovuta al regime di esenzione da dazi per la varietà japonica. Coldiretti: «necessario sospendere il regime EBA». 

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importazioni di riso

Con un aumento del 213% nella campagna di commercializzazione 2018/2019 in Europa esplodono le importazioni di riso proveniente dalla Birmania (Myanmar) delle stragi e delle persecuzioni di cui è vittima il popolo dei Rohingya. E’ quanto spiega la Coldiretti in occasione della riunione del ConsiglioAgricoltura e pescaUe a Bruxelles dove il ministro italiano delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, ha chiesto al commissario Ue Phil Hogan di ripristinare i dazi per le importazioni nell’Ue di riso tipo japonica dalla Birmania.

Dopo l’attivazione della clausola di salvaguardia che ha eliminato la facilitazione del dazio zero sull’import di riso indicadalla Cambogia e dal Myanmar «si è verificato – spiega Coldiretti – un aumento sospetto delle importazioni dal Myanmar di riso Japonica che invece continuano a godere delle esenzioni tariffarie per l’ingresso nella Ue dove, nella stagione 2018/2019, sono arrivate a 85.685 tonnellate contro le 27.334 di quella precedente. Una tendenza confermata dalla campagna in corso, con gli acquisti aumentati del 300% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In Italia, nonostante la forte produzione interna, le importazioni totali di riso straniero sono già cresciute del 46,6% nei primi otto mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno».

L’aumento delle importazioni di Japonica a dazio zero potrebbe generare, secondo Coldiretti, «gravi difficoltà e danni ai coltivatori con l’Italia che è il primo produttore europeo con 4.000 aziende agricole italiane che raccolgono 1,40 milioni di tonnellate di riso all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione Ue, con una gamma varietale del tutto unica».

Oltre a fare concorrenza sleale ai produttori italiani, sulla ex Birmania pesa l’accusa di violazione dei diritti umani ed addirittura di “genocidio intenzionale” per i crimini commessi contro la minoranza musulmana dei Rohingya ed è quindi necessario attivare al più presto la sospensione del regime EBA (tutto tranne le armi) attivando al tempo stesso un monitoraggio quotidiano e coordinato a livello europeo delle importazioni di riso Japonica.

«Nell’ambito dei negoziati internazionali per gli accordi di libero scambio, il riso – sostiene la Coldiretti – deve essere considerato un prodottosensibile” dalla Commissione Ue, evitando nuove concessioni all’import e rendendo obbligatoria a livello europeo in etichetta l’indicazione del Paese di origine in modo da indirizzare gli investimenti dei fondi comunitari per la promozione solo verso il riso coltivato nell’Unione».

Sul tavolo c’è anche la questione dei residui di sostanze vietate: «per la sicurezza dei consumatori – afferma la Coldiretti – è poi necessario eliminare le soglie di tolleranza per le sostanze vietate all’interno dell’Ue con il divieto all’importazione di prodotti agricoli contenenti sostanze attive non approvate nell’UE con reciprocità nelle regole sull’uso degli agrofarmaci tra i produttori Ue e tra questi e quelli dei paesi terzi».

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