Stati generali dell’occhialeria veneta: 12.000 dipendenti e fatturato miliardario

Donazzan: «un settore competente e competivo». Berton: «migliorare la viabilità del Bellunese». 

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stati generali dell'occhialeria

Stati generali dell’occhialeria a Longarone, con le più grandi e le più significative imprese del settore rappresentate dai vertici aziendali e dai rappresentanti sindacali: un mondo che vale miliardi di fatturato e che conta 17.000 lavoratori in tutta Italia, 12.000 dei quali nel solo territorio del Bellunese.

«Gli stati generali sono stati voluti dalla Regione del Veneto, che ha invitato un intero settore, strategico per l’economia nazionale e in particolar modo per il Veneto, ad un confronto – ha ricordato l’assessore regionale al lavoro, Elena Donazzan -. Se l’occhialeria è un settore strategico, come noi riteniamo sia, allora sono necessari un approccio organico e una politica industriale ad hoc. Il mercato cambia velocemente, dipende significativamente dai grandi marchi che stanno tra il biomedicale ed il fashion del lusso, ma il denominatore comune e l’unico vero e grande marchio collettivo che si afferma nel mondo è il marchioMade in Italy». O “Prodotto in Italia”, come sarebbe meglio sforzarsi a fare anche per dare maggiore risalto all’italianità del prodotto, oltre a rilanciare la lingua di Dante nel mondo.

«Il fatto che oggi siano le più importanti aziende  – ha proseguito Donazzan – a chiedere come controllare, difendere e comunicare questo valore, mi impegna a sollecitare la politica nazionale in questa direzione. La regione Veneto, ed in particolare il mio assessorato tra lavoro e formazione, ha già intrapreso molte azioni in risposta alle esigenze delle imprese, in particolare nel campo della formazione, con la nascita del politecnico internazionale dell’occhiale, grazie ad un innovativo accordo pubblico-privato con ANFAO e ad un finanziamento di un milione e mezzo di euro per il solo comparto dell’occhialeria».

Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, ha puntato sulla scarsa qualità dei collegamenti tra il polo produttivo dell’occhialeria con le grandi direttrici di comunicazione: «Longarone è uno dei punti neri della viabilità provinciale, pensavo si potesse parlare di viabilità prima che si parlasse di Olimpiadi. E’ difficile immaginare il futuro se non affrontiamo le questioni di collegamenti, strade, ferrovie e banda larga. La globalizzazione – ha rilevato Berton – sta disegnando differenze fra territori anche della stessa regione, le eccellenze tendono a concentrarsi nelle aree metropolitane. Le imprese stanno già dando il massimo – ha concluso – istituzioni e governo stiano al nostro fianco».

Su fronte produttivo, a Essilorluxottica che non ha dato la propria adesione agli stati generali dell’occhialeria, sono intervenuti i principali operatori del settore. Per Giovanni Zoppas, amministratore delegato di Thelios, «ci saranno persone “diversamente giovani” che avranno bisogno di trovare collocazione. La nostra parte la faremo ma la nostra decisione è di puntare moltissimo sui giovani, non solo nelle fabbriche, ma anche su livelli di professionalità più alti». Il riferimento è agli scompensi occupazionali che saranno generati a causa del venir meno, in capo a Sàfilo, da gennaio 2021, delle produzioni della licenza Dior (che sarà da allora affidata proprio a Thelios), per la quale a Longarone è impegnata circa l’80% della forza lavoro della casa padovana. «Noi – ha aggiunto Zoppas – abbiamo deciso di interpretare il nostro posizionamento sul mercato investendo qui, in loco, con un approccio industriale che significa produzione e personale che lavora». Rispetto al tema della crescente difficoltà delle imprese del distretto di intercettare risorse professionali all’altezza delle sfide della digitalizzazione, Zoppas ha rilevato che, oltre ai limiti dovuti ai collegamenti ed ai costi delle abitazioni, «forse il personale adeguato non viene da queste parti perché gli stipendi sono un po’ bassi».

Subito dopo l’intervento dell’amministratore delegato di Thelios è intervenuto l’amministratore delegato di Sàfilo, Angelo Trocchia, secondo cui «competenza è competenza, non segmenterei il concetto legandola all’età. Sarebbe una cosa assurda se si perdessero competenze enormi che sono qui da anni, ci sono maestranze che hanno prodotto i migliori occhiali delle migliori marche del mondo». Il leader di Sàfilo ha infine ricordato che nel solo ultimo anno l’azienda ha proposto più di 20.000 ore di addestramento del personale. «Non possiamo nasconderci gli effetti sull’occupazione che osserveremo nei prossimi mesi – ha concluso Trocchia -, ma credo ci voglia un impegno un po’ di tutti, nel distretto, per non commettere l’errore di disperdere le competenze dell’area».

Intervenendo agli Stati generali dell’occhialeria, il responsabile della produzione di Kering Eyewear, Roberto Risi, ha sottolineato come il problema di attrazione delle professionalità non riguarda solo le aree di montagna: «in Veneto abbiamo difficoltà nel richiamare competenze anche a Padova, soprattutto nelle aree tecniche e del marketing, dato che il personale esperto in queste aree preferisce gravitare su Milano. Quindi – ha aggiunto – figuriamoci per il Bellunese». Risi si è soffermato sul tema delle infrastrutture: «per me Milano e Padova sono la stessa città, ma evidentemente per chi si deve spostarsi la questione della mancanza di infrastrutture di collegamento è fondamentale».

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