L’acuto di “Vincero” e la promessa firmata Matteo Salvini di «rivederci in piazza Maggiore per chiudere la campagna elettorale» hanno concluso il big bang della Lega al PalaDozza di Bologna, tempio delle manifestazioni del Pci e del Pds dei bei tempi andati.
L’evento ha lanciato la candidatura di Lucia Borgonzoni, sostenuta dal centrodestra e da alcune liste civiche per la guida della regione Emilia Romagna. Ad ascoltarla un palazzo dello sport gremito, con oltre 5.000 presenti provenienti da tutta la regione, molti dei quali rimasti boccati dalle manifestazioni all’esterno del PalaDozza dai soliti facinorosi dei collettivi di sinistra.
«Non avrei mai immaginato la Bologna che stiamo vedendo qua dentro – ha detto raggiante Borgonzoni -. Il cambiamentonon può essere fermato quando ci sono milioni di persone che lo vogliono, anche in Italia, anche in Emilia Romagna».
A supportare la fedelissima di Salvini sono arrivati sotto le Due Torri anche i governatori di Veneto, Lombardia, Sardegna, Umbria e Friuli Venezia Giulia. Nel corso del suo intervento, Borgonzoni ha ribadito «sento gente che mi minaccia di querele, ma chi deve vergognarsi sono loro, dato che le persone che vogliono fare delle segnalazioni devono nascondersi, lasciarmi dei pizzini sotto la porta, perché hanno paura che succeda qualcosa».
Tra le priorità, la Borgonzoni ha indicato lo snellimento della burocrazia per aziende e famiglie, oltre alla sanità: «quando dico che ci sono problemi, la gente mi guarda come una marziana, ma ci sono». Inevitabili i riferimenti ai cavalli di battaglia di Bibbiano («mi criticano per quella maglietta, ma si dovrebbe vergognare chi non ha controllato») e all’assegnazione delle case popolari («dire che devono andare a chi è qui da più tempo, non è razzismo, ma giustizia sociale».
Il più atteso dai presenti del PalaDozza il leader della Lega, Matteo Salvini: «Lucia è la candidata di tutto il centrodestra, anche dei tanti emiliano romagnoli che saranno nelle liste civiche. Sono orgoglioso che la Lega porti speranza e futuro anche qui». E rivolgendosi alla manifestazione dei centri sociali, Salvini utilizza l’ironia: «gli italiani apprezzano il nostro lavoro altrimenti non si spiegherebbero tutti i voti che riceviamo. Comunque se agli altri rimangono queste polemiche significa che abbiamo già vinto». Poi lo sguardo alla politica nazionale: «la chiusura dell’Ilva è un disastro, un pessimo segnale al mondo. Non so se Conte, Di Maio e Zingaretti si stanno rendendo conto del danno epocale che stanno causando al sistema economico italiano. Una vittoria qui significherebbe molto anche a livello nazionale: questo è un governo fondato su tasse, sbarchi, manette e povertà. Dateci una mano! Prima gli italiani potranno votare liberamente e democraticamente e meglio sarà per tutti».
Tra gli interventi quello del leader del Veneto: «io non sono venuto a parlare male di qualcuno, ma per portare un modello – ha detto Luca Zaia -. Se Lucia Borgonzoni diventerà presidente dell’Emilia Romagna noi governatori porteremo la nostra esperienza: in Veneto se c’è un posto di lavoro libero prima lo diamo ai Veneti, poi agli altri. Questa sera – ha concluso Zaia – sarei venuto non dico a nuoto, perché non è il caso di dirlo, ma anche a piedi per sostenere Lucia Borgonzoni».
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