Attorno al salvataggio del gruppo Ferrarini-Vismara scende in campo una cordata formata da imprenditori italiani guidata da Intesa Sanpaolo. In prima linea ci sono Bonterre – Grandi Salumifici Italiani, O.P.A.S. (la più grande organizzazione di prodotto tra allevatori di suini in Italia), Casillo Partecipazioni (società a capo di un gruppo attivo nella produzione, trasformazione, commercializzazione e trading di materie agricole e prodotti derivati).
La sortita della cordata interessata a Ferrarini è legata, da un lato alla richiesta avanzata dall’azienda reggiana, lo scorso 20 settembre di anticipare l’adunanza dei creditori e, dall’altro, dall’istanza di revoca del concordato preventivo depositata dal Commissario di Vismara tre giorni dopo. Per questo, al fine di evitare ogni rischio d’interruzione dell’attività aziendale delle due realtà alimentari, i componenti della cordata hanno inviato una lettera agli organi societari di Ferrarini e Vismara «sottolineando come da tempo e più volte sia stato manifestato l’interesse di realizzare un’operazione industriale unitaria finalizzata a preservare le relative aziende e a tutela dei creditori sociali, degli altri stakeholders e del sistema economico del nostro Paese».
Una volta svolta i controlli sui conti delle sue aziende, la cordata intende «realizzare un piano industriale di continuità unitario e volto a risanare le due aziende nelle more delle procedure concordatarie». Un piano che passa da un intervento urgente a partire «dall’affitto-ponte dei rispettivi rami d’azienda da parte di veicoli societari appositamente costituiti, partecipati e gestiti dai partner industriali».
Si tratta di un intervento da effettuare rapidamente tanto che è stato chiesto «a Ferrarini e a Vismara di comunicare l’accettazione della manifestazione d’interesse prima dell’udienza di revoca del concordato preventivo di Vismara – attualmente fissata per il 6 novembre 2019». La cordata, inoltre, si è detta a disposizione dei sindacati per esporre loro il progetto e le prospettive dal punto di vista occupazionale.
L’operazione interessa la Ferrarini e la Vismara, società del Gruppo Ferrarini entrambe in concordato preventivo. La procedura di concordato preventivo era stata aperta, alla metà dello scorso marzo, dal Tribunale di Reggio Emilia facendo partire, di fatto, il piano industriale 2019-2024 stilato per l’azienda emiliana. La pronuncia, spiegava una nota della stessa Ferrarini, riconosceva la bontà del piano incentrato sull’intervento del Gruppo Pini, storico produttore di bresaole nel capitale sociale e nella conduzione dell’attività d’impresa.
Fondata a Reggio Emilia nel 1956, il gruppo Ferrarini è una tra le realtà del settore agroalimentare italiano più grandi e note e propone in tutto il mondo, presente in 34 paesi, oltre al suo prosciutto cotto, dal prosciutto di Parma alle diverse specialità di salumeria, accompagnate dai prodotti dell’azienda agricola Ferrarini come il Parmigiano Reggiano, i vini e l’aceto balsamico di Modena e il Tradizionale di Reggio Emilia. Il gruppo Ferrarini è entrato in crisi schiacciato da un debito complessivo di 360 milioni, 200 milioni dei quali nei confronti del sistema bancario, in particolare Intesa Sanpaolo.
Intanto, Ferrarini si appresta ad invadere con i prodotti del migliore “Prodotto in Italia” anche il Canada dopo gli Usa, approfittando dell’apertura consentita dal trattato Ceta e dall’apertura del nuovo negozio Eataly di Toronto. «Il Canada è un mercato in cui crediamo molto e la presenza da Eataly rappresenta un tassello importante per la notorietà del brand nel Paese. Il Ceta è una parte fondamentale delle strategie di politica commerciale dell’Unione europea, e a noi italiani sta dando un buon riscontro» afferma la presidente di Ferrarini Spa, Lisa Ferrarini.
Con l’ingresso in Canada, il gruppo Ferrarini rafforza la sua presenza sul mercato nordamericano, dove negli ultimi due anni ha segnato un forte incremento delle vendite. Oltre al Prosciutto di Parma stagionato nelle cantine di Lesignano de’ Bagni, ai Salami e alla Mortadella, è molto apprezzato nei negozi statunitensi il Burro non Ogm, ottenuto esclusivamente con il latte proveniente dagli allevamenti delle Fattorie Ferrarini.
«Dietro ogni prodotto Ferrarini – spiega il direttore marketing, Claudio Rizzi – c’è una filosofia, un’idea fatta di Tradizione e Storia, come quella millenaria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia. E c’è un saper fare fatto di tanta manualità e grande passione, la semplicità degli ingredienti del Prosciutto di Parma Dop, la particolare sapienza nello scegliere le materie prime e le spezie per ottenere l’apprezzato gusto del prosciutto cotto Ferrarini. Il risultato sono grandi Prodotti simboli del Cibo italiano, il più amato al mondo».
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