Concerto da non perdere quello in programma martedì 5 novembre (ore 20.30) nella sala della Società Filarmonica di Trento con il duo Sol Gabetta (violoncello) e Nelson Goerner (pianoforte).
Sol Gabetta ha raggiunto notorietà internazionale dopo la vittoria del “Crédit Suisse Young Artist Award” nel 2004 e il debutto con i Wiener Philharmoniker diretti da Valery Gergiev. Ma negli anni seguenti, senza mai fermarsi, ha centuplicato la sua fama arrivando a fondare un proprio festival cameristico in Svizzera, il “Solsberg”.
Chiamata da tutte le migliori orchestre e direttori più esigenti, Sol Gabetta ha confermato un talento sbalorditivo, un’energia contagiosa capace di ammaliare il pubblico. Nata a Cordoba, in Argentina, ha vinto il primo concorso a dieci anni segnalandosi quindi al “Concorso Tchaikovsky” di Mosca e all’Internazional ARD di Monaco. Di poco successive la nomination per i “Grammy Award”, il “Premio Gramophone Young Artist of the Year” (2010) e l’Herbert von Karajan Prize al Festival di Pasqua di Salisburgo nel 2018.
Dopo aver debuttato al fianco dei Berliner Philharmoniker diretti da Simon Rattle al Festival di Pasqua di Baden-Baden nel 2014, nel 2018 ha partecipato al Festival di Pasqua di Salisburgo con la Staatskapelle Dresden diretta da Thielemann. La musica da camera rimane comunque il centro focale di tutto il lavoro di Sol Gabetta che collabora stabilmente con il Quartetto Hagen, Janine Jansen, Giuliano Carmignola, Hélène Grimaud. Sol Gabetta si esibisce su violoncello di Matteo Goffriller del 1730 (Venezia).
In una delle pause dei suoi impegni sinfonici, Sol Gabetta arriva a Trento seguendo questa passione per la musica da camera mai abbandonata. Arriva assieme a uno dei più ricercati partner pianistici, Nelson Goerner, pianista argentino (nato nel 1969) ben conosciuto nella Sala della Filarmonica di Trento. Dopo aver vinto nel 1990 il primo premio al Concorso di Ginevra, Goerner è ospite regolare delle sale da concerto in Europa e oltre oceano (Salzburg Festival, Schleswig-Holstein e Verbier, Musikverein di Vienna). Le sue registrazioni di opere di Chopin e Debussy hanno meritato due Diapason D’Or. Particolarmente intensa è la sua attività cameristica a fianco di J. Jansen, J. Rachlin, V. Replin e Sol Gabetta.
All’incantevole voce del violoncello di Sol Gabetta è affidata l’interpretazione di alcune pagine cameristiche ottocentesche composte in origine per violino. La Sonatina n. 1 op. 137 è la prima di tre sonate scritte da Schubert “per il pianoforte con accompagnamento di violino” nella primavera 1816. Il termine “sonatina” si deve all’editore Diabelli di Vienna che pubblicò la raccolta otto anni dopo la prematura scomparsa del compositore avvenuta nel novembre 1828. Il diminutivo poteva forse evocare l’idea di un’opera giovanile dallo stile fresco e attirare così l’attenzione del pubblico amatoriale della borghesia viennese.
Fatta eccezione per lo Scherzo della Sonata F.A.E (composta con Schumann e Albert Dietrich nel 1853), il “debutto violinistico” di Brahms avvenne con il celebre Concerto op. 77, scritto nel 1878 durante il suo soggiorno estivo in Carinzia. Proprio a questo periodo risale anche la stesura della Sonata op. 78, intimamente dedicata all’adorata Clara Schumann. Prima dell’esecuzione in pubblico, il compositore ne inviò una copia all’amico Theodor Billroth, confidandogli: “il finale richiede una dolce serata di pioggia per rendere la necessaria atmosfera”. Non era altro che un indizio sulla fonte di ispirazione di questa sonata, in cui risuonano due dei suoi Lieder preferiti, Regenlied (Canzone della pioggia) e Nachklang (Reminiscenza).
Non l’idea della raccolta ma quella dell’opera “unica” caratterizza la produzione cameristica dell’ultimo César Frank, che si cristallizza nella celebre Sonata per violino in La maggiore (1886) dedicata al violinista Eugène Ysaÿe. Come noto, però, il principio ciclico si sviluppa su un livello motivico (la “forme cyclique”), in quel tema dell’Allegro iniziale che ricorre, spesso in maniera impercettibile, nel corso dell’opera. Piace pensare che sia proprio questa la “petite phrase” a cui allude Proust in Alla ricerca del tempo perduto: una frase che risveglia “la sete d’incanto” e “che aveva cancellato nell’animo la cura per gli interessi materiali, le considerazioni umane alla portata di tutti”, rivelatrice di un amore sconosciuto.
Programma
F. Schubert (1797-1828)
Sonatina n. 1 in Re magg. per vl e pf, op. 137 n. 1, D. 384
Allegro molto – Andante – Allegro vivace
(trascr. per vlc e pf, arr. S. Gabetta)
J. Brahms (1833-1897)
Sonata n. 1 in Sol magg. per vl e pf, op. 78
Vivace ma non troppo – Adagio – Allegro molto moderato
(trascr. per vlc e pf, arr. P. Klengel)
C. Franck (1822-1890)
Sonata in La magg. per vl e pf
Allegretto ben moderato – Allegro – Recitativo – Fantasia. Ben moderato. Largamente con fantasia – Allegretto poco mosso
(trascr. per vlc e pf, arr. W. Thomas-Mifune)
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