Salvini apre a Parma “campagna d’Emilia Romagna” a 3 mesi da voto

«Ha una valenza nazionale». Lanciata la candidatura a governatore di Borgonzoni.

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campagna d’Emilia Romagna
Lucia Borgonzoni e Matteo Salvini.

Parte da Parma la “campagna d’Emilia Romagna” del leader della Lega Matteo Salvini, fresco del netto successo ottenuto in Umbria. Con quasi tre mesi di anticipo sull’appuntamento elettorale del 26 gennaio, Salvini ha individuato nelle elezioni in Emilia Romagna uno snodo fondamentale della politica italiana: strappare al Pd la sua storica e simbolicaroccaforteRossaavrà ripercussioni anche sugli equilibri politici nazionali. «Il voto in Emilia Romagna – ha detto Salviniin un centro storico blindato dalle forze dell’ordine mobilitate per tenere distante l’evento leghista dalla contromanifestazione delle sinistre – ha un valore prima di tutto per i cittadini del territorio, ma è indubbio che avrà un’importante valenza nazionale».

Salvini, con la candidata alla presidenza della Regione, Lucia Borgonzoni, ha fatto partire la “campagna d’Emilia Romagna” dal NordOvest della Regione, area dove il centrosinistra è storicamente meno forte. Nei prossimi giorni comincerà a girare anche il resto del territorio, in vista della convention all’americana del 14 novembre al PalaDozza di Bologna, tempio del basket cittadino, ma anche luogo molto legato alla storia della sinistra italiana: nel 1990 vi si svolse l’ultimo congresso del Pci.

Dopo il bagno di folla nel centro di Parma, Salvini si è diretto verso Ziano Piacentino, per la festa della zucca, rinnovando la tradizione di Umberto Bossi, che quando era alla guida del Carroccio trascorreva sempre la vigilia di Ognissanti sulle collineintorno a Piacenza per la festa della zucca, dove ha esternato anche sul tema scottante della legge di bilancio 2020 che arriva alla discussione parlamentare: «siamo pronti a dare battaglia in aula e cercheremo di modificare il più possibile un provvedimento pieno di tasse e che scontenta tutti e non piace a nessuno». Per poi tornare al tema elettorale: «quello del 26 gennaio – ha detto Salvini – è un voto per risolvere le questioni di questa regione che dopo 50 anni sente ora l’esigenzadi un cambiamento vero». Qui è intervenuta anche la candidata governatore Lucia Borgonzoni; «proveranno a fermarci in tutti i modi, si inventeranno di tutto, ci minacceranno perché il modo con cui loro sono andati avanti a conquistare i comuni era minacciare sul lavoro la gente».

A soffiare nelle vele della “campagna d’Emilia Romagna” del centro destra c’è anche la decisione del M5s che correrà in solitaria cancellando l’esperienza fallimentare dell’Umbria, mandando in allarme rosso il Pd che schiera il governatore uscente, Stefano Bonaccini. Un vento che, secondo il sondaggio di Mg Research fatto sugli elettori regionali, vede al momento la Lega quotata (prendendo ad esempio il valore centrale della forchetta) al 33%, Fratelli d’Italia al 7,5%, Forza Italia al 5% e altre sigle del centro destra all’1%. Sull’altro fronte, il Pd è accreditato al 27%, Italia Viva al 5,5%, Verdi al 2,5%,Sinistra all’1,5% altre sigle all’1%. La somma dei due schieramenti fa 46,5% del centro destra contro il 37,5% del centro sinistra. Un centro sinistra che potrebbe ricorrere al circa 10% del M5s, sempre che Luigi Di Maio faccia l’ennesimoinconcludente valzer della sua ambigua strategia politica.

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