Sette dottorandi dell’Università di Padova hanno iniziato a percorrere il “ponte” che collega il mondo della ricerca a quello dell’impresa, grazie al bando “Dottorati di ricerca in azienda” nato da un accordo tra Università degli Studi di Padova, Assindustria Venetocentro (nell’ambito di un più ampio accordo quadro), Unismart Padova Enterprise, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Intesa Sanpaolo.
Il bando ha messo a disposizione delle aziende con sede nelle province di Padova, Rovigo e Treviso dieci borse di dottorato a tema vincolato, per un importo complessivo pari a 700.000 euro, finalizzate all’innovazione e allo sviluppo economico e sociale del territorio. Fondazione Cariparo e Intesa Sanpaolo sostengono il progetto rispettivamente con 250.000 euro e 150.000 euro. Le sette aziende selezionate sono state chiamate a contribuire co-finanziando i progetti con 35.000 euro ciascuna borsa di studio, pari al 50% del valore totale della borsa.
Il bando “Dottorati di ricerca in azienda” è nato con l’obiettivo ambizioso di rafforzare il legame tra ricerca e produzione, potenziando i benefici per entrambe. Questa via vuole offrire l’opportunità di estendere l’innovazione all’interno delle aziende, creando sbocchi occupazionali di alta professionalità.
Nelle due settimane di apertura del bando “Dottorati di ricerca in azienda”, 20 aziende hanno candidato i loro progetti. I dieci progetti aziendali che hanno superato la selezione hanno saputo attirare 83 candidati, a testimonianza dell’interesse suscitato dall’iniziativa. Sette i progetti vincitori distribuiti in sei diverse scuole di dottorato dell’Ateneo: dall’ingegneria dell’informazione alla medicina molecolare, dall’ingegneria civile all’animal and food science, dall’economia e management alla brain mind and computer science.
Le sette aziende selezionate tra Padova e Treviso hanno progetti, intenti e caratteristiche differenti, ma sono accomunate da innovazione, sostenibilità e creatività, ma anche meccanizzazione, sicurezza e benessere. Sette progetti scientificamente ambiziosi che puntano a cambiare in meglio la realtà produttiva e la competitività delle aziende interessate, con ricadute positive sullo sviluppo sociale ed economico dei territori interessati.
Si può declinare nella forma di letti ospedalieri futuristici che sappiano, tramite degli algoritmi, guardare alla singolarità del paziente e alla particolarità dei suoi bisogni, monitorando i suoi movimenti e accrescendone la sicurezza, il progetto di Malvestio – Padova. Oppure può assumere la forma di integratori che migliorino la salute, come nel caso di Labomar – Treviso. Il progetto che coinvolge Ab Analitica – Padova, mira invece a liberare il potenziale umano e produttivo dell’azienda, studiando l’applicazione del lean thinking ad un’azienda che opera nel campo della biologia molecolare.
Grandi protagonisti anche i progetti “verdi” volti a salvaguardare il territorio, come quello presentato da Alto Trevigiano Servizi– Treviso che intende formulare strategie di protezione delle falde acquifere, limitando l’impatto di pesticidi, urbanizzazione e inquinanti industriali nella zona della Pedemontana Veneta tra il Brenta e il Piave. Sulla stessa lunghezza d’onda si pone anche il progetto in collaborazione con Officine Facco – Padova che incuberà una ricerca sugli allevamenti privi di gabbia, cercando di conciliare il fondamentale benessere delle galline con le esigenze dei consumatori e dei produttori di uova.
Se l’intento guida è l’innovazione, l’informatica non può che avere un ruolo di primo piano. E così i progetti di Statwolf Data Science – Padova e Yarix – Treviso mirano ad efficientare i processi produttivi tramite un radicale cambio di paradigma che sappia valorizzare i dati in possesso delle aziende, monitorandoli in primo luogo, ma anche proteggendoli dagli attacchi del cyber crimine.
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