Al Mart di Rovereto la prima esposizione antologica in Italia di Richard Artschwager

Un importante progetto internazionale affidato al curatore Germano Celant, in collaborazione con il Guggenheim Museum Bilbao visitabile fino al 2 febbraio 2020

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Richard Artschwager
Two Point Perspective. 1994

E’ stata inaugurata nei rinnovati spazi espositivi del Mart (che sfoggia un inedito posizionamento delle pareti interne con tanti lati obliqui che favoriscono la sensazione di spazialità e di profondità degli ambiti espositivi che hanno anche il rifacimento del pavimento in legno) di Rovereto l’attesa mostra su Richard Artschwager (nato ne 1923 a Washington, DC, e muore nel 2013 ad Albany, New York).

L’esposizione è il frutto di una straordinaria collaborazione con il Guggenheim Museum Bilbao, che per molti versi è stato modello per il Mart e la sua realizzazione, con i due musei che hanno siglato una collaborazione su un grande progetto di ricerca a cura di Germano Celant. Prima in Italia, dal 12 ottobre al 2 febbraio, la mostra sarà poi ospitata nei Paesi Baschi dal 28 febbraio al 10 maggio 2020.

La retrospettiva curata da Celant è l’occasione per uno straordinario viaggio nell’opera di un artista che ha ripensatol’oggetto e il campo operativo dell’arte. A Rovereto sono presentati i principali capolavori di Richard Artschwager grazie ai generosi prestiti di alcune delle maggiori Collezioni del mondo come Whitney Museum of American Art (New York), Broad Art Foundation (Los Angeles), Tate (Londra), Fondation Cartier pour l’art contemporain (Parigi), Fondazione Prada (Milano), Emanuel Hoffmann Foundation (Basilea), Museum Ludwig (Colonia) e alla collaborazione di alcune tra le più prestigiose gallerie internazionali come Gagosian (New York), Georg Kargl (Vienna), David Nolan (New York), Xavier Hufkens (Bruxelles), Sprüth Magers (Berlino) e Galleria Artiaco (Napoli).

Il percorso espositivo, studiato da Celant come un labirinto aperto, evidenzia con circa 80 opere, dai primi anni Sessantadel Novecento al primo decennio del Duemila, i principali nuclei della ricerca di Richard Artschwager: dalle strutture in legno e formica ai dipinti su celotex (un particolare tipo di fondo in carta pressata), dalle sculture in setole di nylon ai “corner pieces”, senza dimenticare le opere in crine e i blp di piccola dimensione o ambientali ai quali l’artista lavora dal 1968 in poi.

Nella sua lunga e articolata carriera, Richard Artschwager costruisce con le sue sculture e i suoi dipinti un percorso unico nell’arte del XX Secolo, in equilibrio fra artigianalità e industrializzazione, volto alla comprensione dello spazio, degli oggetti quotidiani e delle persone che lo abitano.

Richard Artschwager affronta la rappresentazione di luoghi, scene di vita quotidiana e oggetti d’uso comune come tavoli, sedie, cassettoni, interpretati attraverso l’uso di nuovi materiali industriali quali la formica, il celotex, la pittura acrilica, il crine.

Nella sua opera, sia pittorica sia scultorea, un foglio anonimo di formica simil-noce è sia sé stesso sia una rappresentazione di un piano di legno; un tavolo o una sedia sono contemporaneamente mobili, sculture e immagini; un dipinto o una scultura possono essere una “multi-immagine” o “natura morta tridimensionale”.

Richard Artschwager mette in primo piano le strutture della percezione, indagando il mondo delle immagini, degli oggetti e dello spazio occupato dall’essere umano. Le opere sono visivamente legate alla vita quotidiana, sono prodotte in legno e formica e a volte decorate con materiali diversi o dipinte, così da suggerire uno straniamento tra l’oggetto conosciuto e la sua astrazione.

A questi aspetti si aggiunge, in particolare nella produzione scultorea, l’attenzione alla forma geometrica pura che porta all’astrazione e all’uso di figure solide accompagnate da un senso di illusionismo pittorico.

Richard Artschwager
Tower III (Confessional), 1980

Le opere esplorano lo spazio riflettendo sulle possibilità ottiche degli oggetti e dei materiali: nei mobili realizzati in due dimensioni, come appesi alla parete, o nell’uso degli angoli architettonici quali fulcro della composizione plastica. Anche in pittura Artschwager prosegue la sua ricerca illusionistica, decorando le cornici con pattern bianchi e neri che scandiscono la composizione e al tempo stesso disorientano lo spettatore. Questa ambiguità è una vera e propria esplorazione delle tensioni e delle contraddizioni insite nella definizione di oggetti ed esperienze familiari.

In occasione della mostra, il Mart dà alle stampe una fondamentale pubblicazione che ripercorre la vita di Richard Artschwager, dando conto degli eventi più significativi della scena internazionale nella quale l’artista si muove. Edito da Silvana Editoriale, l’ampio volume presenta un corposo saggio del curatore Germano Celant e una ricca cronologia corredata da più di 200 riproduzioni delle opere, fotografie e documenti d’archivio. Vengono inoltre pubblicati testi dell’artista. Il catalogo del Mart sarà utilizzato anche nella successiva tappa al Guggenheim Museum Bilbao.

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