La Giunta regionale veneta ha adottato il documento di piano regionale dei trasporti “P.R.T. Veneto 2030 – mobilità sostenibile per un Veneto connesso e competitivo”, strumento di previsione, indirizzo, coordinamento e monitoraggio delle diverse forme di mobilità relative a persone e merci che si svolgono sul territorio regionale e che individua i fabbisogni organizzativi, gestionali, normativi e infrastrutturali, assicurando una rete di trasporto che privilegi l’integrazione tra le varie modalità e favorisca, in particolare, quelle a minore impatto ambientale.
«Il piano regionale dei trasporti – ha detto il governatore della Regione, Luca Zaia, introducendo a palazzo Balbi l’illustrazione del Piano adottato, cui hanno partecipato l’assessore alle infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti e il coordinatore del comitato scientifico del Piano, il professore Ennio Cascetta – è il risultato di un lavoro ponderoso e di un attento e proficuo processo di consultazione dei territori e delle organizzazioni economiche e sociali. Le osservazioni raccolte hanno consentito di apprendere, valutare e approfondire le esigenze espresse dal territorio e hanno fatto emergere un apprezzamento diffuso per l’impostazione generale».
«La parola d’ordine – ha aggiunto Zaia – è sostenibilità, pensando a come cambierà nel prossimo decennio il modo di muoversi di persone e merci: il mondo digitale soppianterà la visione analogica che noi abbiamo dei trasporti e questa trasformazione nel Piano c’è, puntando sempre più a una regione verde, al trasporto pubblico, alla cosiddetta “cura del ferro”. Un Piano che vale oltre venti miliardi di euro, dei quali poco meno di 13 sono già disponibili, un Piano che tiene in considerazione gli effetti nel sistema della mobilità della prima industria del territorio che è il turismo, un Piano che guarda avanti anche valutando i nuovi grandi eventi che si svolgeranno nel Veneto come le Olimpiadi invernali 2026».
«Il Veneto – ha evidenziato Cascetta – è la Regione che, in questo tempo di crisi economica, è cresciuta di più: se negli ultimi dieci anni il Pil italiano ha segnato un +2%, quello Veneto ha raggiunto il +6%, grazie soprattutto alla ricetta dell’internazionalizzazione, fatta di incremento dell’export, dell’import e del turismo. Per questa crescita, per questo modellodi sviluppo è stato pagato un prezzo “di congestione”, in quanto a rete dei trasporti praticamente fissa sono aumentati i traffici. Pertanto, la sfida è quella di trasformare l’insieme dei trasporti, della mobilità e della logistica del Veneto in un sistema sostenibile senza penalizzare la crescita economica, agendo sulle due parole chiave che danno il titolo al Piano: sostenibilità e competitività».
Dal 2 luglio scorso, data di presentazione del piano regionale dei trasporti, il preliminare del documento è stato discusso nel corso di otto incontri(uno generale e sette territoriali in ognuna delle province venete), che hanno coinvolto oltre un migliaio di persone, in rappresentanza di amministrazioni locali ed enti pubblici, associazioni di categoria e rappresentanti degli interessi economici e sociali, imprese, professionisti e singoli cittadini. Da tali consultazioni sono emerse proposte di integrazione che hanno permesso di aggiornare il documento prima di avviare la seconda fase di ascolto e partecipazione pubblica che si terrà nei prossimi due mesi, relativa alla raccolta delle osservazioni di carattere ambientale, secondo quanto previsto dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
Per favorire la comunicazione e quindi una partecipazione più consapevole da parte dei soggetti interessati, è stato sviluppato il sito www.prtveneto2030.it, attraverso il quale è stato possibile inviare le osservazioni e le proposte migliorative del piano regionale dei trasporti e dove ora si può consultare il documento aggiornato e adottato dalla Giunta regionale.
Complessivamente sono pervenute 110 osservazioni da parte di 88 soggetti (alcuni dei quali hanno inviato due o più contributi): il 55% da amministrazioni locali, il 16% da organizzazioni di categoria e sindacati, il 13% da partiti politici, associazioni e comitati, il 13% da Enti pubblici, operatori pubblici e privati e il 3% da cittadini. I contributi raccolti hanno riguardato i seguenti macro temi: infrastrutture di trasporto: 46 osservazioni (41%); logistica, porti e interporti: 13 osservazioni (12%); ambiente, territorio e turismo: 13 osservazioni (12%); trasporto pubblico regionale: 10 osservazioni (10%); temi vari: 28 osservazioni (25%).
Il piano regionale dei trasporti individua otto obiettivi principali e altrettante strategie per raggiungerli.
Gli obiettivi sono:
connettere il Veneto ai mercati nazionali e internazionali, per la crescita dell’economia regionale;
potenziare la mobilità regionale, per un Veneto di cittadini equamente connessi;
promuovere la mobilità per il consolidamento e lo sviluppo del turismo in Veneto;
sviluppare un sistema di trasporti orientato alla tutela dell’ambiente e del territorio;
accrescere funzionalità e sicurezza delle infrastrutture e dei servizi di trasporto
promuovere il Veneto come laboratorio per nuove tecnologie e paradigmi di mobilità;
efficientare la spesa pubblica per i trasporti e mobilitare capitali privati;
sviluppare una nuova gestione integrata della mobilità regionale.
Queste, invece, le strategie:
inserire l’area metropolitana diffusa del Veneto nella metropolitana d’Italia;
promuovere la co-modalità mare – gomma – ferro e il riequilibrio modale del trasporto merci;
sviluppare infrastrutture e servizi per un trasporto pubblico regionale integrato, intermodale, efficiente;
completare ed efficientare la rete stradale regionale;
migliorare l’accessibilità delle aree turistiche;
sostenere la transizione del trasporto verso la mobilità sostenibile;
promuovere e sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie per la mobilità;
strategie di governo, programmazione e controllo.
Passano dalle iniziali 32 a 37 le azioni finalizzate a concretizzare le strategie, che comprendono, oltre a progetti infrastrutturali (fra i quali prioritari sono il completamento della TAV Milano-Venezia e della Superstrada Pedemontana Veneta), anche interventi e programmi di corretta manutenzione del patrimonio infrastrutturale regionale, attività di gestione, riorganizzazione dei servizi e della gestione del settore, azioni di innovazione tecnologica, in particolare nel settore del trasporto pubblico locale, dove il Piano intende dare un significativo contributo per rendere più facile l’accesso ai servizi grazie alle opportunità offerte dalle tecnologie della comunicazione. In tale contesto, fra le azioni principali del PRT vi è la piena attuazione del progetto del “Biglietto Unico” e il completo rinnovamento del parco rotabile ferroviario per superare definitivamente le criticità che continuano ancor oggi ad interessare il servizio.
«Elementi di novità rispetto alle precedenti programmazioni – precisa l’assessore De Berti – sono l’importanza che attribuiamo ai monitoraggi e alle manutenzioni, ma anche l’azione che riguarda i Giochi Olimpici invernali 2026 di Milano-Cortina, portando a compimento il disegno di rinnovamento infrastrutturale dell’intero Bellunese, oltre che una riorganizzazione dei servizi di mobilità pubblica basata sull’interscambio ferro/gomma. Vogliamo che questo nuovo Piano sia uno strumento di crescita per l’intera società veneta, catalizzando anche risorse statali ed europee per sviluppare investimenti da destinare alle reti stradali e ferroviarie e per accrescere i servizi pubblici, puntando ad aumentare dall’attuale 15% al 22% la quota di domanda attratta dal trasporto pubblico rispetto al totale degli spostamenti nella nostra regione».
«Per quanto riguarda un tema di grande attualità e di doverosa preoccupazione come quello relativo alla qualità dell’ambiente – sottolinea De Berti –, possiamo affermare che gli interventi previsti dal piano regionale dei trasporti, insieme al progressivo miglioramento tecnologico dei mezzi di trasporto, porteranno al 2030 a una drastica riduzione della produzione di polveri sottili, circa -80%, e diemissioni di anidride carbonica e gas serra, circa -30%».
Di seguito una sintesi dei principali numeri del PRT Veneto 2030:
Sicurezza stradale: incidentalità, morti su strada con l’obiettivo di ridurre del 12,7 % la mortalità al 2030 rispetto al corrispondente scenario in assenza delle ipotesi di Piano;
saturazione della rete stradale: con riduzione di 19,8 milioni circa di ore/viaggio risparmiate all’anno 2030 rispetto al corrispondente scenario in assenza delle ipotesi di Piano;
emissioni di CO2: riduzione di 385.000 tonnellate/anno rispetto al corrispondente scenario in assenza delle ipotesi di Piano, con sostanziale raggiungimento del target europeo fissato al – 33% rispetto al dato di emissioni 2005;
emissioni di PM10: riduzione di 83.000 tonnellate/anno rispetto al corrispondente scenario in assenza delle ipotesi di Piano, con raggiungimento dell’analogo target europeo;
rapporto fra domanda servita da TPL e domanda potenziale: aumento di tale parametro da 0,30% in assenza di piano a 0,35 nell’ipotesi di Piano (si tratta del parametro sintetico che misura la accessibilità e capillarità dei servizi TPL sul territorio regionale);
quota modale di ripartizione mezzo pubblico/mezzo privato: il Piano prevede azioni per aumentare l’attuale quota di utilizzo del TPL persone dall’attuale 15% circa al 22% nel corso dei prossimi 10 anni. Tale percentuale è spinta sino al 26% nello scenario denominato “Shift to TPL”, ipotizzando un’ulteriore serie di Azioni nel corso del decennio a favore del trasporto pubblico locale.
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