Conoscere Eurasia e i rapporti Italia-Russia a Trieste

Nel capoluogo giuliano il II seminario Italo-Russo alla presenza dell’ambasciatore russo in Italia Razov e del presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia Fallico. 

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Il II seminario Italo-Russo a Trieste. Da sx, il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, il governatore regionale, Massimiliano Fedriga, l'ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, e il presidente dell'Associazione Conoscere Eurasia, Antonio Fallico.

Trieste ha ospitato il II seminario italo-russo, evento organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia, Roscongress, Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, in collaborazione con Centro Culturale Veritas, Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia, Generali e Rizzani de Eccher Spa.

Nell’ambito dell’evento sono state rese note le cifre dell’interscambio tra il Friuli Venezia Giulia e la Russia, che nel primo semestre 2019 ha registrato un calo di oltre 100 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnando un -32,8%. Secondo l’analisi dell’Associazione Conoscere Eurasia si segnalano in contrazione gran parte dei fondamentalicommerciali sia in entrata che in uscita, con un interscambio a 218 milioni di euro. L’export regionale verso la Russia sconta un -30,7% (a quota 92 milioni di euro) per effetto del calo abbastanza generalizzato del manifatturiero, che passa da 130 a 90 milioni di euro (-31,3%) complice il crollo degli apparecchi elettrici (-85,3%, da 49 a 7 milioni di euro). Sempre nell’ambito del manifatturiero, volano invece i prodotti metallurgici, che guadagnano il 102%, e i macchinari (+15,8%). Pur con valori ancora bassi a causa delle sanzioni, in ripresa anche i prodotti agricoli (+7,2%).

Le province virano tutte in negativo a eccezione di Pordenone – che supera Udine al primo posto per export verso Mosca – segnalata in sensibile crescita (+18,1%) grazie in particolare all’impennata sui metalli (+343,1%). Dopo un primo semestre di quest’anno in forte contrazione, fa sapere l’Associazione Conoscere Eurasia i settori dai quali potrebbe ripartire il businesstra il Friuli Venezia Giulia e la Russia sono l’impiantistica, la metallurgia, la cantieristica le e infrastrutture.

«Le sanzioni non rendono giustizia alle potenzialità commerciali tra la Russia e il Friuli Venezia Giulia – ha affermato Antonio Fallico, presidente di Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia -. Bisogna superare queste barriere illegittime anche sotto il profilo giuridico e in contrasto con le regole dell’organizzazione mondale del commercio quando queste barriere saranno definitivamente eliminate allora ripartirà la fiducia e gli scambi commerciali con gli investimenti reciproci. Al momento gli investimenti italiani in Russia sono al lumicino e viceversa».

«Il mercato russo è uno tra quelli non di prossimità al quale stiamo guardando con grande interesse – ha detto il presidente del Trieste Airport, Antonio Marano -. La presenza al seminario della low-cost di Aeroflot è un elemento importante per cominciare un rapporto commerciale che dia i suoi frutti nel breve». Ricordando che la Russia non è lontana («sono due ore di volo»), Marano ha sottolineato la necessità di «un mercato che va ripreso. I passeggeri che c’erano fino al 2013 – quando era attivo un collegamento charter con Mosca – erano importanti con più di 40.000 persone che visitavano il nostro territorio, dobbiamo facilitare il loro accesso attraverso la reintroduzione dei collegamenti aerei con le città principali della Russia».

In merito al futuro dello scalo del Friuli Venezia Giulia, Marano aggiunge che «oggi abbiamo il primo consiglio di amministrazione con il nuovo azionista» la 2i Aeroporti che ha acquisito dalla Regione il 55% delle quote dello scalo «e si stanno definendo le nuove strategie commerciali. Contiamo di fare leva sulla forza commerciale del più grande network aeroportuale italiano del quale oggi Trieste airport fa parte» che la 2i Aeroporti gestisce, tra gli altri, li scali di Milano e Linate.

Al seminario è intervenuto anche il governatore della Regione, Massimiliano Fedriga: «è necessario superare le sanzioni perché è nell’interesse di tutte le nostre attività produttive e penso anche nell’interesse dei rapporti diplomatici e internazionali. Non possiamo tenere la Russia come un nemico o isolarla dall’occidente visto che è un delle principali forze internazionali insieme a Stati uniti, Cina, India con cui l’Europa non può non avere un dialogo costruttivo nell’interesse globale».

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Incontro a tre tra il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, il governatore regionale, Massimiliano Fedriga, e l’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov.

Sui possibili rapporti tra il Friuli Venezia Giulia e la federazione Russa, Fedriga ha sottolineato che «la regione è un polo logistico del Centro-Est Europa, deve diventare un collegamento importante anche verso quel mondo, come la Federazione Russa, che può trovare motivo di sviluppo nel porto di Trieste e noi possiamo trovare ovviamente un grande territorio su cui poter essere partner per la crescita. Ho parlato con l’ambasciatore – ha detto Fedriga – e nei prossimi mesi andrò in missione in Russia dove parteciperò a un forum con le nostre imprese per poter collaborare a riunificare ciò che malauguratamente in passato qualcuno ha diviso».

Da parte sua, l’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, ha ribadito come «le sanzioni sono controproducenti e causano danni sia per l’economia russa che per quelle dei nostri partner. Non so chi soffra di più in questa situazione. L’Italia perde miliardi di dollari, speriamo che il buonsenso in fin dei conti possa vincere». Quanto a possibili investimenti russi in Friuli Venezia Giulia, Razov ha evidenziato come «la Russia potrebbe essere interessata a investimenti nella logistica, nel porto e guardiamo con interesse alla ricerca scientifica che è una delle direzioni chiave dello sviluppo dell’economia russa. Noi – ha sottolineato – affrontiamo i grandi obiettivi e investiamo molte risorse nel campo dell’innovazione, sia con investimenti statali che attraverso investimenti privati. In quest’ambito certamente la regione Friuli Venezia Giulia è molto interessante per i nostri investimenti».

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