Bilanci contabili, ma non solo: dopo la novità assoluta dello scorso anno, l’Arcidiocesi di Trento presenta il proprio Rapporto 2018, dal titolo “La Chiesa per il territorio”.
Il Rapporto è stato illustrato a Trento al Collegio Arcivescovile ai rappresentanti delle 452 comunità parrocchiali del Trentino e in particolare ai membri dei Consigli per gli affari economici. In apertura, la riflessione dell’arcivescovo Lauro Tisi che ha sottolineato come la «Chiesa non può dimenticare che i suoi beni hanno una sola finalità: contribuire a comunicare la speranza evangelica e mostrarla nella concretezza di una mano tesa a chi fa più fatica. Rendere conto – ha aggiunto monsignor Tisi – è da adulti, è atto responsabile, la trasparenza è bellezza».
Non a caso il cuore della parte descrittiva del Rapporto documenta l’impegno della Chiesa trentina sul fronte della povertà con il resoconto della distribuzione dei fondi dell’Otto per mille e dei servizi offerti nell’anno da Caritas e Fondazione Comunità Solidale a quasi tremila persone in situazione di bisogno incontrate nei Centri di ascolto sul territorio.
Nel corso dell’incontro, sono state proposte dal cancelliere don Alessandro Aste e dal vicario generale don Marco Saianipreziose indicazioni sulle finalità e modalità di rendicontazione economica, da applicare anche all’interno delle comunità parrocchiali. Dal Vanoi, la testimonianza della virtuosa collaborazione tra parrocchie avviata per sostenere le comunità in maggiore difficoltà economica.
Quindi spazio ai dati del bilancio 2018 dell’Arcidiocesi, comparato all’esercizio precedente, e alla relazione dell’Economo diocesano Claudio Puerari che l’ha illustrato nel dettaglio alla platea. Sul versante patrimoniale, le immobilizzazioni, al netto degli ammortamenti, rappresentano l’86% del totale attivo di 113,4 milioni di euro e sono dovute per 38,6 milioni di euro aterreni e fabbricati strumentali (utilizzati per la propria attività) e per 26 milioni di euro a terreni e fabbricati non strumentali. Le immobilizzazioni di natura finanziaria sono pari a 31,1 milioni di euro (in lieve diminuzione rispetto al 2017). All’interno di questa quota, poco più di 27 milioni sono relativi al 21,7% del capitale dell’Istituto di Sviluppo Atesino (ISA), istituito nel 1929.
Il patrimonio netto di Arcidiocesi si attesta a 74,6 milioni di euro, in flessione del 3% rispetto al 2017, a seguito della perditadell’esercizio 2018 di 2,3 milioni di euro. La perdita è generata dalla differenza tra ricavi per 8,2 milioni di euro (l’aumento di 422.000 euro rispetto al 2017 è dovuto ad eventi straordinari e non ad una crescita delle entrate ordinarie) e costi (comprensivi delle imposte) per 10,5 milioni di euro, caratterizzati, come segnalato nell’esercizio precedente, da notevoli elementi di rigidità.
Al pari dello scorso anno, Puerari ha messo in evidenza la delicata gestione economica dell’Arcidiocesi, chiamata a fronteggiare, strutturalmente, impegni di spesa particolarmente articolati, anche a beneficio delle diverse Entità diocesane, con entrate caratterizzate da permanenti elementi di incertezza. Alla luce di questa situazione, Puerari ha evidenziato l’importanza di ricercare margini di efficienza nel campo gestionale-economico, come avvenuto nel 2018 in ambito organizzativo, al fine di perseguire prospettive di sostenibilità durevole delle esigenze pastorali della Diocesi. In tale ottica, ha segnalato l’importanza di serie riflessioni sulle modalità di ottimizzare la gestione del patrimonio disponibile, sulla razionalizzazione delle attività di gestione e sul contenimento dei costi di funzionamento.
Il Rapporto annuale 2018 contiene, come elemento di novità rispetto allo scorso anno, informazioni sull’andamentoeconomico-finanziario di due tra i più significativi Enti diocesani: la Fondazione Comunità Solidale e il Seminario Maggiore Arcivescovile. I dati di bilancio dei suddetti Enti sono stati presentati da Antonio Pacher (ex presidente della Fondazione) e Franco Debiasi (amministratore del Seminario).
Nella parte descrittiva del Rapporto 2018 è posto in primo piano il percorso di rinnovamento avviato dalla Chiesa trentina, con la riorganizzazione territoriale derivante dal superamento dei decanati per una maggiore valorizzazione delle otto zone pastorali, ma anche dalla rilevante riforma della Curia diocesana, ridisegnata nella primavera dello scorso anno attorno a quattro grandi aree tematiche. Spazio anche all’apprezzata novità delle otto Assemblee pastorali decentrate nelle altrettante zone pastorali: l’arcivescovo Lauro riprenderà anche quest’anno il percorso nelle valli, al sabato mattina nei mesi di ottobre e novembre.
I dati relativi all’impegno sul versante della povertà sono accompagnati anche da tre storie emblematiche dell’attività ecclesiale sul territorio: l’ospitalità in appartamento della Diocesi per le famiglie dei malati in cura a Protonterapia, la disponibilità delle canoniche in Val di Non per persone con disagio psichico (in convenzione con l’Azienda Sanitaria) e la preziosa collaborazione tra parrocchie avviata in Vanoi.
Un focus nel Rapporto è quindi dedicato all’attività formativa e culturale con Seminario, Vigilianum e Museo Diocesano, mentre la parte finale della sezione descrittiva si è concentrata sul restauro della Cattedrale e sui lavori di consolidamentodelle facciate di Palazzo Ceschi, sede di Curia, riportato nel dicembre 2018 al colore originario.
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