Olimpiadi invernali 2026, a Milano focus sulla sicurezza dell’evento

Al Pirellone convegno con amministratori ed esperti. Il modello è Expo 2015. Per la bisogna serviranno almeno 7 milioni di euro.

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Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina: il teatro olimpico.

Attorno alle Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina iniziano le prime manovre del comitato organizzatore con un convegno a Milano ospitato nella sede della Regione a Palazzo Pirelli.

Al forum “Criticità e punti di forza di un’Olimpiade Invernale”, organizzato in collaborazione con il Consiglio regionale della Lombardia e Aiccre (Associazione italiana per il Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa) cui hanno partecipato amministratori ed esperti, tra le criticità più ricorrenti in grandi eventi come Milano-Cortina 2026, secondo il prefetto Francesco Tagliente, già presidente del Centro Nazionale di Informazioni durante le Olimpiadi invernali di Torino nel 2006, «ci sono eventuali minacce terroristiche e di criminalità organizzata, ma anche possibili problemi dovuti alla catena di comando, alla mobilità e alla logistica e le manifestazioni di dissenso, motivo per cui serve «la pianificazione è importante per ridurre le potenziali criticità che ci saranno».

Per il presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi, bisogna «cogliere la sfida dalle Olimpiadi invernali 2026, partendo dalle esperienze del recente passato: i giochi di Torino del 2006 e l’Expo di Milano del 2015. La peculiarità di queste Olimpiadi Invernali 2026 sarà il territorio molto ampio su cui si svilupperanno» per cui si dovranno studiare «nuovi modelli che partiranno da questo presupposto. Abbiamo sempre lavorato molto bene in passato e le nostre forze dell’ordine e la nostra intelligence sono tra le migliori del mondo, questo ci fa ben sperare».

Il modello Expo «ha funzionato perfettamente su un tempo più vasto di quello che interesserà le Olimpiadi Invernali 2026» ha detto l’assessore regionale alla sicurezza, Riccardo de Corato. Le “azioni fondamentali” per le prossime Olimpiadi «sono la valutazione dei rischi, una strategia di pianificazione, la creazione di una struttura organizzativa e le risorse» che da parte di Regione Lombardia, sottolinea De Corato, dovranno essere «non inferiori ai 7 milioni di euro», la stessa cifra investita per la “control room” allestita in occasione di Expo 2015 (e che si dovrebbe replicare) ma «prevediamo di impiegare maggiori risorse visto che l’evento abbraccerà gran parte del territorio lombardo».

«Fino a qualche tempo fa – ha spiegato De Corato – il controllo si esercitava fondamentalmente tramite personale presente sul luogo. Oggi la maggior parte di questo lavoro viene svolto tramite telecamere di sorveglianza e biometriche, body cam, droni e control room. Riteniamo anche necessario un tavolo che coordini e gestisca la sicurezza, nonché la creazione di nuclei di polizia locale dedicati solo a questo evento come previsto dalla legge regionale 6/15 delle polizie locali. L’esperienza di Expo 2015 – ha aggiunto – deve essere il punto di partenza. Ci siamo trovati a gestire l’afflusso di più di 20 milioni di visitatori in 6 mesi e, per affrontarlo al meglio, abbiamo sviluppato un nuovo sistema informatico di gestione viabilistica in collaborazione con Prefettura e Forze dell’Ordine».

Per il vicesindaco di Milano e assessore alla sicurezza, Anna Scavuzzo, «Expo, ma anche altri grandi eventi come la visita del Papa, ci hanno dato la consapevolezza che siamo in grado di gestire questi eventi e abbiamo imparato a strutturare gli interventi in maniera congiunta con centrali operative e con tecnologie al servizio della sicurezza, ma anche avendo la capacità di creare un clima di fiducia e la giusta percezione di sicurezza da parte dei cittadini».

Parole in linea con quelle del vicesindaco di Cortina d’Ampezzo, Luigi Alverà: dobbiamo costruire, «un sistema di sicurezza che sia efficace, ma non “invasivo”, capace cioè di essere efficace ma al tempo stesso di non essere un disincentivo a partecipare ai tanti appuntamenti che saranno in calendario». Il convegno ha visto anche gli interventi di Edoardo Cavalieri d’Oro, vice dirigente del Comando dei vigili del fuoco di Milano; Marco Lombardi, direttore del dipartimento di Sociologia e del centro di ricerca Itstime dell’Università Cattolica di Milano; Fabrizio Fucili, dirigente del Centro nazionale di informazione sulle manifestazioni sportive del dipartimento Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno; Andrea Zaccone, responsabile della protezione civile in Regione Lombardia.

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