Il governo BisConte prepara il nuovo sacco del Nord e addio all’autonomia

Il ministro per il Sud Provenzano lancia il suo progetto di unitarietà al ribasso. Zaia e Fonana: «parola inaudite». 

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Autonomia per Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna addio: il governo BisConte si prepara a stracciare quanto fatto in quasi due anni di trattative politiche e a ripristinare la priorità del Mezzogiorno e delle sue esigenze assistenziali su quelledi chi produce le risorse che il governo centrale e gran parte delle regioni meridionali invece sprecano a man basse. Insomma, ci sono tutti i prodromi di un nuovo grande, colossale sacco del Nord produttivo e dinamico.

A dare fuoco alle nuovi polveri sul revanscismo meridionalista il neo ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, che nel corso di una trasmissione radiofonica ha affermato che «sull’autonomia il punto è politico: io credo che il progetto e le richieste di Veneto e Lombardia spaccavano il Paese. Adesso noi abbiamo il dovere, perché è scritto nel programma di governo, di realizzare un’autonomia giusta, e un’autonomia giusta è quella in cui si salvaguarda, a differenza della richiesta del Veneto, la coesione nazionale, e non si renda impossibile perseguire il superamento dei divari che serve al Paese».

Per Provenzano «significa non che non ci siano scuole di Serie A o di Serie B, che purtroppo esistono già oggi, ma dobbiamo capire se vogliamo aggravare questa situazione o se vogliamo cominciare a invertirla. Il servizio sanitario nazionale di nazionale ha poco o nulla: vogliamo abbandonare la sanità calabrese e incentivare l’emigrazione sanitaria, che è una delle piaghe di questo Paese e del nostro Sud, o vogliamo iniziare a invertirla? Questo significa, a proposito della spesa, che dobbiamo fissare, oltre ai costi standard, i fabbisogni standard e i livelli essenziali delle prestazioni sui servizi, che sono il pavimento su cui si può costruire l’autonomia. E infine l’autonomia giusta – conclude – è quella che prevede dei fondiperequativi». Tradotto: che il Meridione nei programmi del governo BisConte sarà una sorta di colossale sanguisuga attaccata alle regioni del Nord, che continuerà nella sua strategia assistenzialistica invece di costringere questi territoriad uscire dall’atavica ignavia e a cercare di risollevarsi prima utilizzando le proprie proprie forze, che ci sono se non vanno sprecate.

Parole forti, quelle del neo ministro Provenzano, cui s’aggiunge l’altro neo ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia: «ho già sentito i presidenti che hanno avanzato la richiesta di autonomia differenziata e abbiamo fissato degli incontri tra il 23 e il 24 settembre. Andrò da Bonaccini e Zaia il 23 e da Fontana il 24. Sono qui per ascoltare le ragioni di tutti e per costruire insieme delle risposte adeguate. Non alimenterò mai scontri politici su temi così, anzi ghandianamente porgerò sempre l’altra guancia. Vorrei che attuassimo l‘autonomia nel rigoroso rispetto della Costituzione. L’autonomia deve rappresentare l’attuazione del principio di sussidiarietà, come modello di organizzazione sociale. L’autonomia – conclude – vedrà la luce in questa legislatura. Le richieste avanzate da Fontana, Zaia e dagli altri presidenti sono un punto di partenza di parte. Rispettabile, ma di parte».

Ma i governatori Luca Zaia e Attilio Fontana non ci stanno. «Questa storia che l’autonomia spacca il Paese è l’alibiperfetto per non entrare mai nel cuore del tema, cioè le maggiori competenze da dare ai territori che le chiedono rispettando la Costituzione, come ha fatto il Veneto fin dall’inizio del suo cammino autonomista – attacca Zaia -. Se vogliono, da domani siamo pronti a firmare un documento dove si affermi che unità nazionale, coesione, sussidiarietà e solidarietà sono prerequisiti indispensabili dell’autonomia, perché così detta la Carta Costituzionale. Così sgomberiamo definitivamente il campo da chi usa, a sproposito, questi argomenti per non far procedere il negoziato. Lo dico – prosegue Zaia– in punta di piedi, con rispetto e senza cercare la rissa: vogliamo andare oltre questa melina? Diamo per assodato, e scriviamolo nero su bianco, che senza questi prerequisiti l’autonomia non può esistere. Io sono pronto a firmare, ma subito dopo tutti, dal Presidente del Consiglio in giù, smettano di perdere tempo con questi argomenti buoni solo a spostare in là decisioni concrete e si rendano disponibili a discutere di autonomia vera, delle materie che i territori hanno diritto ad avere. L’autonomia senza coesione nazionale – conclude il Governatore del Veneto – non è autonomia. Lo dice la Costituzione. Si eviti quindi di disperdere tempo in discussioni furbesche e esclusivamente dilatorie e si parli di competenze da dare ai territori. La pazienza e’ tanta, ma basta meline, perché tanto, troppo tempo è già passato»

«Ho letto talmente tante sciocchezze e continuo a leggerle, purtroppo c’è un ministro del Sud che sta scrivendo cose irraccontabili – afferma il governatore della Lombardia, Attilio Fontana -. Adesso loro evidentemente hanno questo piccolo problema che devono cercare di giustificare il “Sì” all’autonomia perché la chiede Bonaccini, allora hanno creato questo mitodell’autonomia buona e dell’autonomia cattiva. Il mondo – ha proseguito Fontana – è fatto di tanti ingenui, ma non è che tutti debbano esserlo. Prima di parlare – ha detto rivolgendosi al ministro Provenzanosi leggano i documenti, che sono stati fatti agli stessi tavoli con gli stessi interpreti. Solo chi non ha letto niente o chi è in palese malafede può fare queste affermazioni. Io comunque rinnoverò la proposta di andare avanti nel lavoro che è già stato fatto».

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