Il giuramento del nuovo governo Conte Bis è ancora tiepido, ma Conftrasporto-Confcommercio non attende per presentare le richieste della categoria al nuovo ministro ai Trasporti e infrastrutture, la Dem Paola De Micheli, l’ennesima politica catapultata al vertice di un settore strategico per l’economia nazionale senza la minima conoscenza delle tematiche che dovrà trattare. Ma si spera che riesca a fare comunque meglio (non dovrebbe essere impossibile) di quel Danilo Toninelliche va a sostituire.
«La speranza è che si comprenda che l’economia riparte se si connette l’Italia, se si capisce finalmente che i trasporti e le infrastrutture hanno un ruolo centrale» afferma il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè rivolgendosi a De Micheli nel giorno del giuramento al Quirinale, cui ricorda le questioni aperte irrisolte dal suo predecessore: «sul fronte marittimo, la legge di Riforma dei porti e della logistica; su quello stradale il completamento dei corridoi Ten-T, e poi i provvedimenti legati al Ferrobonus e al Marebonus».
Uggè punta anche ad un’altra questione scottante che il nuovo ministro dovrà affrontare con più decisione: «c’è da prendere una posizione netta e decisa verso le limitazioni imposte dall’Austria e da altri Paesi dell’Ue alla libera circolazione delle merci che transitano nei valichi alpini a bordo dei Tir. Sul fronte interno, non sono ancora stati risolti i problemi legati alla lentezza delle motorizzazioni per il rilascio delle autorizzazioni ai mezzi pesanti; su quello dei rapporti con l’Europa si attende che venga attuata la “Road Alliance” per contrastare il fenomeno del dumping sociale che sta sfavorendo da ormai troppo tempo le imprese italiane del trasporto rispetto a quelle dei Paesi dell’Est».
Oltre alle questioni “cronicizzate” dalla precedente gestione, per Conftrasporto-Confcommercio ce n’è anche una nuova di zecca: l’applicazione per una decisione della Corte di giustizia UE dell’Iva al 22% sui corsi delle scuole guida per il conseguimento della patente, con effetto retroattivo per gli ultimi cinque anni. «La burocrazia europea matrigna colpisce retroattivamente milioni di giovani italiani – afferma Uggè –. Un intervento che contribuirà ancor più a mettere a rischio la credibilità delle istituzioni burocratiche europee. I nuovi patentati si vedranno costretti a ricorrere a soluzioni alternative, a discapito della sicurezza. Chiediamo perciò al Governo un intervento urgente perché almeno il recupero della parte retroattiva non venga preteso in capo alle scuola guida che altrimenti sarebbero ingiustamente, pesantemente penalizzate per una responsabilità non loro».
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