E’ attivo il portale Fir per la presentazione delle domande di indennizzo dei risparmiatori “sbancati” coinvolti dai crack bancari. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del relativo decreto, chi ha i requisiti soggettivi e oggettivi previsti potrà cominciare a presentare le richieste e avrà 6 mesi di tempo.
Sul Portale Fir, fondoindennizzorisparmiatori@consap.it, è possibile registrarsi, compilare in modo guidato la domanda in tutte le sue parti, caricare gli allegati richiesti, produrre la domanda compilata in formato pdf da stampare e firmare, caricare la domanda firmata e infine inviarla telematicamente.
Il Fondo Indennizzo Risparmiatori (Fir) è stato istituito con la legge di bilancio 2019, le disposizioni previste per l’attuazione delle norme sono state dettagliate con il Decreto Crescita e con il successivo decreto attuativo. Il Fir ha una dotazione iniziale di oltre 1,5 miliardi di euro: 525 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021.
Hanno accesso al Fir i risparmiatori “sbancati”, persone fisiche, imprenditori individuali, anche agricoli o coltivatori diretti, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le microimprese che occupano meno di dieci persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro, in possesso delle azioni e delle obbligazioni subordinate delle banche poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del primo gennaio 2018 (Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Carife, Carichieti, Banca Etruria e Banca Marche), a causa delle numerose violazioni degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza. Gli indennizzi spettano anche ai loro successori mortis causa o al coniuge, al convivente more uxorio o di fatto, ai parenti entro il secondo grado, in possesso di tali strumenti finanziari.
Esiste un doppio binario per richiedere l’indennizzo, un rimborso automatico e uno semi–automatico. I risparmiatori hanno diritto a un indennizzo forfettario secondo una procedura semplificata e prioritaria se soddisfano una delle seguenti condizioni:
– ammontare del reddito complessivo del risparmiatore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018, al netto di eventuali prestazioni di previdenza complementare erogate sotto forma di rendita;
– patrimonio mobiliare di proprietà al 31 dicembre 2018 di valore inferiore a 100.000 euro. Nell’erogazione degli indennizzi forfettari è data precedenza ai pagamenti di importo non superiore a 50.000 euro. Il restante 10% circa che non rientra nelle soglie reddituali o patrimoniali dovrà presentare la domanda a una Commissione tecnica di nove componenti esperti che determina, tra l’altro, la misura dell’indennizzo e i criteri per la redazione dei piani di riparto, anche parziali.
Per gli azionisti l’indennizzo è pari al 30% del costo di acquisto, entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore.
Per gli obbligazionisti subordinati l’indennizzo è pari al 95% del costo di acquisto, entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore.
La domanda dei risparmiatori “sbancati” dovrà essere compilata ed inviata unitamente agli allegati previsti esclusivamente in via telematica, dopo essersi registrati al portale. Attraverso lo stesso canale informativo, sara’ possibile verificare successivamente lo stato dell’istruttoria della domanda.
Una volta determinata la misura dell’indennizzo a favore degli aventi diritto e stabiliti i criteri per la redazione dei piani di riparto degli indennizzi stessi, la Commissione ne approva il piano di riparto e ne dispone il pagamento, con la massima celerità, anche attraverso la predisposizione di piano di riparto delle risorse disponibili, nel rispetto dei limiti di spesa, della dotazione del Fondo e fino al suo esaurimento. I pagamenti degli indennizzi avvengono mediante bonifico al conto corrente bancario o postale intestato agli aventi diritto.
«Finalmente un piccolo grande passo è stato compiuto grazie anche ad una battaglia in prima linea della nostra associazione che ha saputo fare squadra con le più virtuose del Veneto e del centro Italia. L’auspicio è che il 30% di indennizzo previstoper gli azionisti venga elevato come promesso dalle forze politiche di maggioranza (essendo comunque gli obbligazionisti subordinati delle banche venete che hanno presentato domanda stati soddisfatti integralmente) – afferma la presidente di Consumatori Attivi, Barbara Puschiasis -. L’attenzione poi resta alta sulla procedura per l’ottenimento dell’indennizzo e sul lavoro della Commissione tecnica. Confidiamo che i tanti documenti richiesti e l’articolazione della domanda da presentare solo telematicamente non divengano un motivo per bocciare le istanze in caso di errori formali o carenze giustificabili di documenti».
Resta poi, aggiunge Puschiasis, «il problema per coloro che non hanno dimestichezza con internet e i portali telematici, ad esempio gli anziani. Chiaramente la nostra associazione ha attivato un servizio dedicato per aiutare tutti i risparmiatori della presentazione delle domande provvedendo anche essa stessa, in caso di necessità, al recupero della documentazione mancante». La battaglia, sottolinea, «ci è costata tanto impegno e dedizione ma…ne è valsa la pena portarla avanti e, continueremo ancora a chiedere il rispetto degli impegni assunti da tutte le forze politiche verso i risparmiatori».
Intanto, la Regione Veneto ha stanziato altri 300.000 euro per supportare per le associazioni e i comitati che stanno affiancando con interventi di assistenza legale e giudiziale i cittadini veneti danneggiati dalle banche. La Giunta regionale del Veneto ha deliberato l’ulteriore finanziamento ai risparmiatori “sbancati” che porta così, grazie all’assestamento del bilancio regionale 2019, a un 1.100.000 euro di fondi a disposizione dei soggetti individuati lo scorso anno per dare rappresentanza e sostenere quanti avevano sottoscritto azioni ed obbligazioni della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e che si sono visti vanificare i propri risparmi.
«La Regione Veneto è stata di parola e garantisce a comitati ed associazioni la possibilità di esigere risarcimenti per migliaia di piccoli risparmiatori danneggiati dalla grave crisi delle due popolari venete di Vicenza e Montebelluna -, sottolinea l’assessore Manuela Lanzarin – confermando la continuità dell’impegno di solidarietà preso con le vittime delle banche» .
I destinatari del fondo sono associazioni e comitati che rappresentano almeno dieci cittadini residenti in Veneto danneggiati da “Veneto Banca e “Banca Popolare di Vicenza” che abbiano subito riduzione del loro patrimonio mobiliare nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2014 e la fine del 2016. Il fondo regionale di solidarietà è riservato a finanziare le attività di assistenza giudiziale e legale prestate dalle associazioni e dai comitati a favore dei cittadini da loro rappresentati.
Il contributo regionale sarà liquidato proporzionalmente al numero dei mandati conferiti a ciascuna Associazione/Comitato da parte dei propri rappresentati, a seguito di presentazione di dettagliata relazione finale, dell’elenco dei mandati e di puntuale rendicontazione.
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