Cimice asiatica: gli assessori all’agricoltura del Nord Italia a confronto

«Attivare al più presto un piano organico di interventi di contenimento e risorse a sostegno delle aziende».

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La cimice asiatica.

Gli assessori all’agricoltura di Veneto, Friuli Venezia Giulia, le province autonome di Trento e Bolzano, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte si sono riuniti per discutere della problematica della cimice asiatica (Halyomorpha halys) in una prima seduta di un tavolo di confronto, promosso e coordinato dalla Regione Veneto.

I coltivatori della Pianura Padana, negli ultimi anni, stanno subendo ingenti perdite economiche, a causa della presenza di questo insetto. Questo fenomeno distruttivo per le coltivazioni ortofrutticole ma anche per molte altre coltivazioni, genera una grande preoccupazione per il futuro di queste colture, anche perché la cimice continua a diffondersi e, al momento, mancano gli strumenti per contenerla in quanto non ci sono insetticidi registrati per questo impiego. L’insetto rimane oltretutto presente sulla coltura per un periodo molto lungo dell’anno.

Durante la riunione a Venezia, gli assessori all’agricoltura delle regioni coinvolte hanno fatto il punto della situazione, sui risultatidella sperimentazione scientifica attivata finora e sulle misure di prevenzione. Alla luce del perdurare dell’emergenza, è stato deciso di sollecitare un incontro congiunto con il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, il ministrodell’Ambiente, Sergio Costa, e il ministro della Salute, Giulia Grillo, per coordinare un piano di azioni organico sia dal punto di vista della lotta fitosanitaria, sia per quanto riguarda le risorse da mettere in campo a sostegno del mondo agricolo.

«Le Regioni – sottolinea l’assessore all’agricoltura della Regione Veneto, Giuseppe Pan – chiedono che questo intervento sia nazionale, con l’istituzione di un fondo mutualistico o di un aiuto di stato per assistere le imprese agricole in questo momento di grande difficoltà. Parallelamente è necessario attivare un tavolo nazionale per tenere monitorato il fenomeno. Se non troviamo una soluzione al più presto, rischiamo di perdere un’importante percentuale della produzione di ortofrutta nazionale. È fondamentale che la risposta complessiva sia commisurata alla gravità della situazione, che è del tutto simile a quella della Xylella per gli olivicoltori del Sud».

Che la situazione sia in molte aree del Nord drammatica lo conferma anche il coordinamento di Agrinsieme Emilia Romagna, che riunisce le federazioni regionali di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, secondo cui «gli agricoltori sono disperati e minacciano di abbattere tanti ettari di frutteti, in un’area tra le più vocate al mondo. La situazione dei danni causati dalla cimice asiatica nelle campagne è drammatica, tanto da mettere fortemente a rischio il comparto ortofrutticolo di Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. In ragione di ciò, chiediamo risposte in tempi brevi alle istituzioni, Governo in primis; a fronte, infatti, di una situazione insostenibile da parte delle aziende agricole, occorre stanziare risorse per risarcire gli agricoltori dei danni subiti, che per alcune imprese arrivano al 100%, con il serio rischio di dover chiudere i battenti». Secondo Agrinsieme «occorre intervenire prontamente anche a livello comunitario, per rimuovere l’ostacolo della quarantena, in quanto elemento ostativo rispetto ai risarcimenti dei danni».

A livello nazionale, Agrinsieme sollecita invece un intervento del Governo e del ministero delle Politiche agricole, per stanziare «adeguate risorse per risarcire gli agricoltori danneggiati dalla cimice asiatica e affinché si arrivi a un intervento straordinario come avvenuto per Puglia qualche mese fa».

Contro la cimice asiatica, oltre alle risorse per risarcire i danni, servono poi «più spazio e risorse alla ricerca, per trovare soluzioni che non siano solamente emergenziali, ma guardino anche al futuro delle imprese; a tal proposito, deve iniziare in tempi rapidi la sperimentazione sull’insetto antagonista, la vespa samurai», osserva Agrinsieme Emilia Romagna, chiedendo inoltre che vengano mantenute le risorse stanziate precedentemente per i metodi di lotta passiva, come le reti antinsetto: non risolutive ma almeno contengono l’impatto dell’insetto.

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