Nella riunione milanese, il Fondo interbancario di garanzia (Fitd) ha deliberato l’avvio del salvataggio Carige, la Cassa di risparmio di Genova, che vede protagonista la trentina Cassa Centrale Banca, la seconda centrale del credito cooperativo italiano assieme ad Iccrea.
«Abbiamo deliberato gli interventi a favore di Banca Carige secondo quello che era il programma e siamo fiduciosi che questa sia la soluzione definitiva dei problemi» ha detto il presidente del Fitd, Salvatore Maccarone, al termine della riunione del Fondo Interbancario che ha messo a punto una proposta vincolante per mettere per il salvataggio Carige.
Maccarone ha illustrato la struttura dell’operazione. «313,2 milioni di euro sono di conversione. La quota di Cassa Centrale Banca è di 63 milioni, 85 milioni offerti in opzione ai soci attuali e tutto quello che manca a complemento di 700 milioni,compreso l’inoptato, lo garantisce il Fondo obbligatorio» per un impegno massimo di 324 milioni e un minimo di 239. «In più c’è il bond da 200 milioni che è tutto collocato. 100 li sottoscrive la Cassa Centrale Banca, 50 Amissima, 13 Mcc, 20 milioni Credito sportivo», ha proseguito Maccarone ricordando come «alla Bce il piano lo mandano i commissari, noi comunicheremo ai commissari che c’è stata la delibera. Poi ci sarà l’assemblea e la previsione è che si faccia a fine settembre».
La Banca Centrale Europea inoltre deve «dare a noi l’autorizzazione ad avere partecipazione che diventa assolutamente rilevante. Dipende dalla sottoscrizione dei privati, ma con Cassa Centrale Banca potremmo essere noi gli unici soci rilevanti» ha detto Maccarone sottolineando come quella messa in campo «sia una bella operazione perché Cassa Centrale Banca ha in quel collegamento con il territorio che nel caso di Carige è molto intenso, speriamo che tutto vada a posto».
Maccarone ha poi spiegato che «ci saranno un paio d’anni per l’esercizio dell’opzione» di acquisto delle quote detenute dal Fitd da parte di Cassa Centrale Banca. «Dipende anche dalla relazione con l’autorità – ha spiegato Maccarone – perché la holding Cassa Centrale Banca è nata qualche mese fa». Quanto alla gestione «c’è tutto il tempo per confrontarsi» perché l’intera operazione si chiuderà per fine anno.
Cassa Centrale Banca è il perno centrale attorno cui ruota tutta l’operazione che, ad opzioni interamente esercitate, la vedrà diventare il punto di riferimento della nuova Carige. Maccarone ha speso parole di elogio sulla seconda centrale del credito cooperativo italiano: «siamo soddisfatti perché per quanto riguarda il nostro compagno di viaggio è un gruppo nuovo, coeso, efficiente e ben patrimonializzato».
Da quanto circola in ambienti finanziari e dalle notizie rilanciate dalle agenzie, l‘opzione “call” negoziata tra il Fondo Interbancario e Cassa Centrale Banca attribuisce alla holding trentina delle Bcc la facoltà di rilevare la quota in mano al Fondo Interbancario per 300 milioni di euro, con uno sconto del 47% circa rispetto all’impegno potenziale massimo del Fitdnell’aumento di capitale, stimato in 635 milioni di euro.
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