Provincia di Trento, la giunta leghista presenta il programma di sviluppo della XVI legislatura

Individuati gli obiettivi di medio e lungo periodo per il rilancio dell’autonomia speciale.

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La giunta provinciale di Trento ha approvato il programma di sviluppo della XVI legislatura, documento che individua gli obiettivi di medio e lungo periodo della Provincia e le strategie da attuare per il loro raggiungimento.

Gli obiettivi della giunta leghista sono organizzati in sette aree strategiche, che hanno l’ambizione di voler alimentare un confronto permanente tra tutti i protagonisti della vita collettiva: la politica, le istituzioni, le espressioni più rappresentative della cultura, della società, dell’economia, del territorio, della cittadinanza delle aree urbane e delle valli. L’ottica è “trasversale” e dialogante: ogni area intrattiene relazioni complesse con tutte le altre e concorre al raggiungimento degli obiettivi.

Le sette aree strategiche raccolgono gli obiettivi: 1. per un Trentino della conoscenza, della cultura, del senso di appartenenza e delle responsabilità ad ogni livello; 2. per un Trentino che fa leva sulla ricerca e l’innovazione, che sa creare ricchezza, lavoro e crescita diffusa; 3. per un Trentino in salute, dotato di servizi di qualità, in grado di assicurare benessere per tutti e per tutte le età; 4. per un Trentino dall’ambiente pregiato, attento alla biodiversità e vocato a preservare le risorse per le future generazioni; 5. per un Trentino sicuro, affidabile, capace di prevenire e di reagire alle avversità; 6. per un Trentino di qualità, funzionale, interconnesso al suo interno e con l’esterno; 7. per un Trentino autonomo, con istituzioni pubbliche accessibili, qualificate e in grado di creare valore per i territori e con i territori.

Come sottolineato nell’introduzione dal presidente Maurizio Fugatti, «quella che si sta aprendo è una stagione nuova, dove il Trentino e la sua Autonomia si trovano ad operare in un contesto territorialerelazionale totalmente diverso, destinato a ridefinire il nostro stesso modello di sviluppo. Con l’aggravante che il quadro delle risorse finanziarie disponibili non può più contare sugli ingenti flussi di gettiti arretrati che hanno caratterizzato gli anni più recenti». Tutto questo fa sì che uno dei principali tratti distintivi del nuovo corso non possa che essere «l’ascolto, il contatto diretto con il mondo reale, le sue istanze, le sue attese. È il metodo fondante e permanente per elaborare, realizzare e riaggiustare lungo la strada l’azione di governo. Scelta, questa, necessaria per realizzare un Programma in grado di mantenersi collegato con il Trentino di oggi».

Altra caratteristica dominante del nuovo Programma di sviluppo provinciale è la discontinuità rispetto al passato. Una discontinuità che richiede «un’Autonomia concepita come plurale e non come un monolite governato da Trento. È di conseguenza necessario far crescere un sistema di Autonomie a vari livelli – territoriale, istituzionale, socioculturale ed economico – dove ogni soggetto mantiene la sua identità, ma concorre a realizzare il bene di tutti, come in ogni organismo che funziona. Quindi il privato, in tutte le sue espressioni più qualificate, rappresenta un fattore coessenziale allo stesso “essere” dell’Autonomia e non un suo semplice corollario. Certo, distinto nei ruoli e nelle funzioni, ma alla pari in termini di responsabilità verso le comunità in cui viviamo e operiamo».

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