La spesa pubblica sfonderà il muro dei 900 miliardi di euro nel 2022: secondo il Centro studi di Unimpresa, a incidere in maniera significativa sull’incremento delle uscite a carico del bilancio statale saranno le pensioni (in crescita di quasi 28 miliardirispetto al 2019), gli interessi da pagare sulle emissioni di Bot e Btp (in aumento di quasi 10 miliardi) e gli investimenti pubblici(in salita di oltre 9 miliardi).
Le pensioni passeranno da 277 a 305 miliardi, l’esborso per il servizio del debito da 64 a 73 miliardi, le spese in conto capitale da 51 a 60 miliardi. Il totale della spesa pubblica crescerà di 59,4 miliardi di euro (+6,8%) nel triennio 2020-2022 rispetto al 2019, passando dagli 869,7 miliardi dello scorso anno ai 929,2 miliardi del 2020.
«La revisione della spesa è una chimera, da anni ormai è diventata solo una faccenda da campagna elettorale e un argomento utile per creare costose consessi di esperti che non cavano un ragno dal buco – commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci -. La prima commissione fu creata quasi 40 anni fa, all’inizio degli anni 80, da allora la spesa è solo cresciuta, mentre tagli e razionalizzazioni sono rimasti nel cassetto».
Secondo l’analisi dell’Associazione imprenditoriale, basata su rielaborazioni di dati della Corte dei conti, dell’Istat e del Tesoro, la spesa pubblica, complessivamente, crescerà di 59,4 miliardi di euro (+6,8%) nel triennio 2020-2022 rispetto al 2019, passando dagli 869,7 miliardi dello scorso anno ai 929,2 miliardi del 2020. Le spese correnti saliranno di 51,5 miliardi (+6,3%) da 812,6 miliardi a 864,1 miliardi.
Nel dettaglio, saliranno di 2,3 miliardi (+1,3%) le uscite per gli stipendi dei dipendenti pubblici da 172,6 miliardi a 174,9 miliardi; gli acquisti di beni e servizi passeranno da 144,1 miliardi a 150,0 miliardi con un incremento di 5,9 miliardi (+4,1%). Le prestazioni sociali vedranno una crescita di 33,0 miliardi (+9,1%) da 364,1 miliardi a 397,1 miliardi e sull’incremento peseranno i 27,8 miliardi in più (+10,0%) di uscite per assegni pensionistici (da 277,4 miliardi a 305,2 miliardi) oltre ai 5,2 miliardi di maggior esborso per il comparto previdenza (+6,0%), che passerà da 86,7 miliardi a 91,9 miliardi. Le altre spese correnti rimarranno sostanzialmente stabili (da 67,8 miliardi a 68,5 miliardi), con un lieve incremento di 700 milioni (+1,0%). L’area delle spese correnti si chiude con gli interessi passivi, in salita, dal 2019 al 2022, di 9,7 miliardi (+15,2%) da 64,0 miliardi a 73,7 miliardi.
Quanto alle spese in conto capitale, si registrerà un aumento di 7,9 miliardi (+13,8%) da 57,1 miliardi a 65,0 miliardi: a incidere sulla crescita di questa voce saranno gli investimenti (infrastrutture e grandi opere pubbliche) che saliranno di 9,2 miliardi (+18,0%) da 51,2 miliardi a 60,4 miliardi, mentre le altre spese in conto capitale subiranno una contrazione di 1,3 miliardi (-22,0%) da 5,9 miliardi a 4,6 miliardi).
La spesa primaria, ovvero il totale delle spese esclusa la voce per interessi passivi, salirà di 49,7 miliardi (+6,2%) da 805,7 miliardi a 955,4 miliardi; mentre il totale delle uscite dalle casse pubbliche si attesterà, a fine 2020, a 929,1 miliardi con una crescita di 59,4 miliardi (+6,8%) rispetto agli 805,7 miliardi del 2019.
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