Provincia di Trento, la giunta leghista reintroduce l’addizionale Irpef per i bassi redditi

Il previsto calo delle entrate e le spese impreviste costringono la giunta Fugatti ad aumentare le tasse. Critiche dai sindacati e dall’opposizione pentastellata.

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Sono passati poco più di otto mesi dalla vittoria del centro destra alle elezioni provinciali di Trento del 21 ottobre 2018 con il varo della prima giunta a trazione leghista (quasi un monocolore) guidata da Maurizio Fugatti, vinte all’insegna della trentinitàe del taglio delle tasse che scatta il rincaro della tassazione a carico dei bassi redditi tramite la riattivazione dell’addizionale Irpef abolita nel 2015.

La giunta Fugatti, dinanzi alla prospettiva di un deciso calo delle entrate per i prossimi anni e posta nella necessità di pagare debiti pregressi, ha dovuto abolire l’esenzione dall’addizionale Irpef dell’1,23% decisa nel 2015 dall’ex presidente della Provincia, Ugo Rossi, a favore dei redditi fino a 55.000 euro. Fino all’entrata in vigore dell’esonero, l’addizionale garantiva alle casse della Provincia un gettito di circa 90 milioni di euro, poi ridotto di circa 25 milioni negli anni successivi.

Ora, anche quei 25 milioni di euro di sconto fanno comodo alla maggioranza leghista, anche se ciò comporterà un aumento della tassazione su coloro che hanno bassi redditi, circa 150.000 persone che guadagnano fino a 20.000 euro i quali sono completamente esentati, mentre quelli tra 20.001 e 55.000 ne erano esentati se nella famiglia erano presenti figli.

La cosa ha innescato la reazione della Triplice sindacale, che accusa la giunta Fugatti di «avere tradito le promesse del taglio delle tasse», mentre l’opposizione pentastellata parla di «una manovra che inganna i cittadini – afferma il consigliere Filippo Degasperi -. E’ positivo che la nuova giunta voglia mettere al centro la natalità per stanziare 15 milioni di euro, ma se le risorse vengono prese dai redditi bassi, allora iniziamo a essere preoccupati. I leghisti si sono battuti contro i provvedimenti fiscali del centrosinistra, ma li confermano in toto, salvo togliere un’agevolazione importante in favore dei cittadini. E’ un atteggiamento preoccupante, ancora di più perché l’autonomia targata Lega ha evidentemente il guinzaglio corto e si muovono solo seguendo le decisioni di Roma».

L’avvio della discussione dell’assestamento del bilancio provinciale in Consiglio parte con la bocciatura delle opposizioni (cosa scontata) e delle parti sociali, con tante promesse disattese, aggravando così il calo di consenso verso la giunta Fugatti solo a pochi mesi di distanza dall’exploit dello scorso anno.

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