Sul cammino della giunta Fugatti alla guida della provincia di Trento arrivano due belle patate bollenti, una interamente ascrivibile alla responsabilità del nuovo presidente leghista Maurizio Fugatti e, l’altra, ereditata dai passati governi di centro sinistra autonomista, per un totale di oltre 220 milioni che ora la prima maggioranza di centro destra del Trentino dovrà trovare al più presto.
Responsabilità della giunta Fugatti è la perdita del contributo nazionale stanziato dal ministero dell’Ambiente per la salvaguardia e messa in sicurezza del territorio nazionale. Per la provincia di Trento erano già stanziati 5 milioni di euro. Peccato che nel tira e molla degli scambi di missive, l’ultima delle quali la Provincia chiedeva al ministero una proroga di 15 giorni per definire meglio l’insieme degli interventi da attuare dopo il disastro ambientale della tempesta Vaia di fine ottobre 2018 la lettera sia rimasta senza risposta da parte del ministero, che ha tirato dritto per la sua strada definendo la graduatoria dei contributi, lasciando a secco il Trentino, unica realtà italiana a rimanere a quota zero.
Un fatto che ha scatenato la reazione ironica sulla qualità e capacità della maggioranza trentina di centro destra da parte del M5s, in opposizione a Trento ma al governo a Roma, guarda caso con un ministro all’ambiente pentastellato, che getta seri dubbi sull’azione di governo locale, evidenziando come realtà molto più danneggiate del Trentino dalla tempesta Vaiaabbiano presentato puntualmente la documentazione richiesta dal ministero, incassando i relativi contributi.
Per una scivolata tutta responsabilità del proprio sacco, il presidente Fugatti deve fronteggiare anche un problema non da poco ereditato dalle precedenti giunte di centro sinistra autonomista. Un problema da ben 219 milioni di euro che la Corte dei conti sollecita di versare al più presto all’Università di Trento. Un problema che affonda nel tempo a 10 anni fa, quando la Provincia di Trento ha rilevato dallo Stato la competenza a finanziare la locale Università, versando direttamente gli 80 milioni di euro che arrivavano dal ministero dell’Università, aggiungendovi un’integrazione per altri 30 milioni all’anno. Integrazione sempre rimasta sulla carta, tant’è che nel 2016 con la giunta di centro sinistra autonomista guidata da Ugo Rossi s’iniziò a delineare un piano di rientro del debito accumulato dalla Provincia nei confronti dell’Università. Debito che ora la Corte dei conti sollecita a ripianare al più presto, prevedendo un piano di ammortamento del debito.
Peccato che, a differenza degli anni passati, quando di anno in anno il bilancio finanziario dell’Autonomia cresceva in modo consistente, i prossimi anni saranno caratterizzati da un costante calo delle entrate, cosa che rende necessario una ridefinizione delle priorità di spesa da parte della nuova maggioranza di centro destra per liberare una cinquantina di milioni di euro all’anno per appianare il debito con l’Università. Davvero una bella botta sulle velleità della giunta Fugatti.
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