Colmare il divario infrastrutturale esistente del territorio Bellunese con il duplice obiettivo di contrastare lo spopolamento e farsi trovare pronti in occasione dei grandi eventi, da Cortina 2021 alle Olimpiadi Invernali 2026: questo il messaggio forte e chiaro contenuto nel documento consegnato all’assessore ai Trasporti della regione Veneto, Elisa De Berti, nel corso della riunione del Tavolo delle infrastrutture della Provincia di Belluno composto da Confindustria, Appia CNA, Confartigianato,Confcommercio, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, e la Triplice sindacale, che si è tenuto a Villa Patt di Sedico (Belluno). Le categorie sociali ed economiche del Bellunese hanno rilanciato la necessità di uno sbocco a Nord – intercettando le risorse dall’Europa – e l’urgenza di accelerare i lavori di adeguamento della viabilità ordinaria.
«E’ convinzione di questo Tavolo delle infrastrutture – si legge nel documento – che per combattere lo spopolamento e aumentare l’attrattività del territorio serva recuperare il divario infrastrutturale esistente, un gap ormai insostenibile, sotto gli occhi di tutti. Contrastare l’isolamento del Bellunese significa uscire da una marginalità che rischia di aggravarsi ulteriormente e velocemente in un mercato dei beni e dei servizi sempre più competitivo che non lascia spazio a tentennamenti o campagne elettorali infinite».
I componenti del Tavolo delle infrastrutture, coordinato da Domenico Limana, fanno anche riferimento alla lettera consegnata al Governatore del Veneto, Luca Zaia, il 15 aprile scorso dalla presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Lorraine Berton, dove si sottolineava l’inadeguatezza delle infrastrutture del Bellunese rispetto al tessuto economico e produttivo di una provincia a fortevocazione industriale (tra le 15 realtà più industrializzate in Italia), con un enorme potenziale turistico destinato a essere positivamente “stressato” nei prossimi anni, a partire dai Mondiali di sci di Cortina del 2021 e dalle Olimpiadi Invernali 2026.
Il documento programmatico riporta alcuni degli indicatori più significativi contenuti nel “Percorso di ricerca a supporto dell’autonomia della Provincia di Belluno”, del marzo 2018, redatto dalla Cgia di Mestre, dove emerge – tra gli altri – come in appena 5 anni il Bellunese abbia perso il 2% degli abitanti (è il quinto risultato più negativo di tutte le 110 province italiane) o le presenze turistiche siano diminuite rispetto al 2008 mentre altrove crescono.
«Il rischio – concreto ed oggettivo – è che il nostro territorio pur avendo uno dei tassi più elevati d’Italia nel manifatturiero e con eccellenze internazionali (vedi occhialeria o catena del freddo), anche a causa di una carente dotazione infrastrutturale e soprattutto della mancanza di accessibilità a Nord, diventi sempre più marginale» scrivono i componenti del Tavolo.
Da qui il pieno sostegno al progetto di una strada a scorrimento veloce, quale naturale completamento del percorso autostradale, verso Nord: «è innegabile come un valico a Nord interessi una traiettoria che non riguarda solo e soltanto il territorio del Bellunese, ma per lo meno l’intero Asse del Piave, quindi Treviso e Venezia con il suo porto che porterebbe tutto il Veneto ad un livello competitivo molto più alto nella macroregione europea alpina Eusalp. L’ottica non è quindi solo provinciale, bensì regionale ed oltre», affermano i componenti del Tavolo, che guardano anche alle traiettorie internazionali derivanti dalla Nuova Via della Seta o dal raddoppio del Canale di Suez.
Segue l’appello del Tavolo delle infrastrutture alla Regione del Veneto: «è necessario però agire per non perdere nessuna occasione di finanziamento, da ricercare in ambito regionale, nazionale, europeo, studiando fin da ora le ipotesi tecnologicamente più avanzate e sostenibili dal punto di vista ambientale e paesaggistico». Una strada da percorrere con convinzione senza però dimenticare le altre strade. «Questo progetto dovrà essere inserito necessariamente all’interno di una nuova programmazione per l’intera viabilità interna ordinaria di questa provincia – la richiesta del Tavolo -. Qualcosa si sta muovendo, ma bisogna fare di più e più in fretta. Ad esempio, alla data del 5 luglio 2019, a due anni dai Mondiali di sci di Cortina, siamo solo in presenza della progettazione di interventi locali di sistemazione dell’attuale rete infrastrutturale stradale esistente. Interventi che da soli non rispondono affatto alle necessità di un’accessibilità adeguata, soprattutto nell’Alta Provincia. In particolare il nodo di Longarone rischia di creare un effetto imbuto, in parte già in essere, che deve essere affrontato senza indugio con soluzioni adeguate».
Lo sguardo si volge poi alle infrastrutture per il trasporto su rotaia: «l’elettrificazione delle linee ferroviarie in provincia di Belluno, seppure fondamentale e non più rinviabile, non modifica tuttavia l’attuale marginale capacità trasportistica delle stesse, in quanto l’infrastruttura ferroviaria rimane la medesima». «Infine, bisogna adeguare la rete stradale allo sviluppo del piano Neve affinché sia funzionale al tessuto turistico sempre più motore di crescita e radicamento della popolazione sul territorio».
L’invito finale del Tavolo delle infrastrutture alla Regione è di costruire un percorso condiviso e puntuale: «i Mondiali prima e le Olimpiadi poi ci devono abituare a guardare avanti e a programmare le opere con scadenze prefissate, obiettivi chiari, misurabili e trasparenti con il massimo coinvolgimento del territorio. Noi componenti il “Tavolo” siamo pronti ad arrivare al traguardo. Sappiamo che non sarà una discesa libera, ma uno slalom gigante. Siamo pronti, ma la politica ci aiuti a gareggiare, ad arrivare almeno al cancelletto di partenza per giocare la nostra gara fino in fondo!»
Sulla stessa lunghezza d’onda del Tavolo delle infrastrutture il deputato bellunese Dario Bond: «le opere finanziate già nella scorsa legislatura dal governo e dalla regione per i Mondiali di Sci sono in forte ritardo. Serve una forte accelerazione. Bisognerebbe avere comunque dal governo centrale una sorta di “legge obiettivo” anche per le Olimpiadi Invernali 2026 in modo da non arrivare impreparati e, soprattutto, avere risorse fresche. Quanto alle infrastrutture, bene il completamento dell’autostrada di Alemagna anche come superstrada e dell’anello ferroviario delle Dolomiti. Bisognerebbe comunque ideare anche qualcosa che rimanga dopo questi eventi e che funga da attrazione per il territorio».
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