La cerimonia al Teatro la Fenice di Venezia giovedì 20 giugno.
Di Giovanni Greto
Il premio “Una vita nella musica” è stato ideato nel 1979 da Bruno Tosi, giornalista e operatore culturale scomparso nel 2012, per celebrare le personalità più illustri della scena musicale internazionale. Quest’anno, il comitato scientifico formato da Mario Messinis (presidente), Oreste Bossini, Massimo Contiero, Andrea Estero, Gian Paolo Minardi, Giorgio Pestelli e Francesca Valente ha deciso di assegnarlo a Riccardo Chailly (Milano, 20 febbraio 1953). La cerimonia di consegna avrà luogo, ad ingresso libero, alle ore 16.30 nelle sale Apollinee del Teatro La Fenice a Venezia.
L’ultima esibizione di Riccardo Chailly sul palcoscenico della Fenice fu un evento di grande rilievo nella storia del Teatro veneziano, vale a dire il primo concerto dell’Orchestra Filarmonica della Fenice – era il 10 maggio 2010 – che il maestro diresse in un programma musicale di grande importanza, con la Seconda Sinfonia di Johannes Brahms e la Kammersymphonie di Arnold Schönberg. Due anni prima, in occasione del Feniceday 2008, Chailly fu invece alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice nell’Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach, in tre concerti, il 20, 22 e 23 novembre 2008, che inaugurarono la Stagione Sinfonica 2008-2009. Il debutto veneziano è però ancora precedente e vide protagonista Chailly nella veste di Kapellmeister della Gewandhausorchester di Lipsia, in una delle due tappe italiane della tournee della prestigiosa orchestra tedesca, la più antica d’Europa.
Il nome di Chailly andrà ad aggiungersi a quello di Arthur Rubinstein, il primo a vincerlo nel 1979, e a moltissimi altri. Dall’anno 2000 è stato attribuito, nell’ordine, a Rajna Kabaivanska, Salvatore Accardo, Claudio Abbado, Carla Fracci, Ruggero Raimondi, Pier Luigi Pizzi, Zubin Mehta, Alfred Brendel, Claudio Scimone e I Solisti Veneti, Daniel Barenboim, Carlo Bergonzi, Gidon Kremer, Aldo Ciccolini, Myung-Whun Chung, Salvatore Sciarrino, Yuri Temirkanov, Sir Jeffrey Tate, Sir John Eliot Gardiner e Mariella Devia: un albo d’oro di assoluto prestigio che conferma la levatura del Premio, paragonabile ad un Nobel per la musica.
Direttore musicale del Teatro alla Scala dal gennaio 2017, Riccardo Chailly dal novembre 2015 è direttore principale della Filarmonica della Scala, con cui ha programmato un denso calendario di tournée internazionali e incisioni discografiche. Figlio del compositore Luciano Chailly (1920-2002), ha compiuto gli studi musicali nei Conservatori di Perugia, Roma e Milano, perfezionandosi all’Accademia Chigiana di Siena ai corsi di Franco Ferrara. Il primo incarico da direttore musicale gli è stato conferito dalla RadioSymphonie-Orchester di Berlino dal 1980 al 1988. Nel 1988 ha assunto la carica di direttore principale dell’Orchestra del Royal Concertgebouw di Amsterdam, incarico mantenuto per sedici anni. Nello stesso tempo, è stato direttore musicale del Teatro Comunale di Bologna e dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano.
Nel 2016 si è concluso, dopo undici anni, il suo impegno come Kapellmeister del Gewandhausorchester di Lipsia. Dall’agosto 2016 ha assunto l’incarico di direttore musicale dell’Orchestra del Festival di Lucerna, succedendo a Claudio Abbado. Dirige regolarmente le maggiori orchestre sinfoniche europee: Wiener Philharmoniker, Berliner Philharmoniker, Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, London Symphony Orchestra, Orchestre de Paris. Negli Stati Uniti ha collaborato con la New York Philharmonic, la Cleveland Orchestra, la Philadelphia Orchestra e la Chicago Symphony Orchestra. In campo operistico ha collaborato regolarmente con i maggiori teatri: oltre alla Scala, il Metropolitan di New York, la Lyric Opera di Chicago, l’Opera di San Francisco, il Covent Garden di Londra, la Bayerische Staatsoper di Monaco, la Staatsoper di Vienna, l’Opera di Zurigo.
È presente con regolarità nei principali festival internazionali tra cui Salisburgo, Lucerna e i Proms di Londra. Da trent’anni è artista esclusivo della casa discografica Decca. La rivoluzionaria incisione delle Nove Sinfonie di Beethoven con la Gewandhausorchester gli è valsa il prestigioso premio Echo Klassik come Miglior Direttore del 2012. Nel 2013 sono stati pubblicati tra l’altro l’integrale delle Sinfonie di Brahms, sempre con la Gewandhausorchester, che ha vinto il Gramophone Award come Disco dell’Anno, e Viva Verdi, realizzato con la Filarmonica della Scala in occasione del bicentenario verdiano.
È Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana e membro della Royal Academy of Music di Londra. Nel 1998 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana; nello stesso anno la Regina dei Paesi Bassi lo ha insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine del Leone d’Olanda. Nel 2003 gli è stato conferito il premio Antonio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei Nel 2011 è stato nominato Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministro della Cultura francese Frédéric Mitterrand. Nel 2015 ha pubblicato il libro autobiografico “Il segreto è nelle pause. Conversazione sulla musica”.
Il suo compositore prediletto è Edgar Varese (Parigi, 22 dicembre 1883 – New York, 6 novembre 1965). Nel 2010 ha inciso con l’orchestra di Lipsia – invitando Stefano Bollani al pianoforte – la “Rapsodia in Blu” (1924) di George Gershwin (New York, 26 settembre 1898 – Los Angeles, 11 luglio 1937), ottenendo un considerevole successo di vendite, un fatto generalmente inusuale per la musica classica.
Il comitato scientifico ha inoltre assegnato alla musicologa Benedetta Zucconi, agli interpreti Quartetto Adorno e alla compositrice Clara Iannotta il Premio “Una vita nella musica Giovani”, categoria speciale dedicata alle nuove generazioni della quale si celebra quest’anno la settima edizione.
Durante la cerimonia di assegnazione del premio “Una vita nella musica“, il Quartetto Adorno eseguirà “Langsamer Satz” (1904) di Anton Webern (Vienna, 3 dicembre 1883 – Mitterstill, 15 settembre 1945).
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