Assica, la produzione italiana di salumi supera 8 miliardi di valore (+1,3%)

Il prosciutto cotto sempre in cima preferenze degli italiani. In flessione i consumi interni, mentre cresce l’export. 

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L’assemblea annuale dell’Associazione industriali delle carni e dei salumi aderente (Assica) a Confindustria ha posto al centro della discussione il tema del futuro dell’intera filiera, oltre a presentare i dati economici di un settore, quello dei salumi, che registra una lieve crescita nell’export e invece una flessione nei consumi.

Le aziende associate all’associazione sono circa 180, rappresentative dei più importanti marchi della salumeria italiana, ed esprimono l’80% del fatturato industriale della produzione delle carni trasformate (salumi, carni in scatola, grassi suini lavorati) pari a oltre 8 miliardi di euro. Di questi, circa 1,5 miliardi di euro (+0,3%) sono provenienti dall’export pari a 181.997 tonn. (+1,0%).

«Il 2018 ha segnato un incremento dei livelli produttivi del settore suinicolo, caratterizzato tuttavia da consumi stagnanti e da un rallentamento della crescita delle esportazioni. In questo contesto mutevole e volatile, abbiamo proposto soluzioni alla nostra politica che, con tempestività e impegno ha messo a punto con noi risposte concrete – ha affermato il presidente di Assica, Nicola Levoni, appena riconfermato nel mandato -. Registriamo dunque con estremo favore la previsione nel Decreto Emergenze in agricoltura di un apposito fondo per l’ammodernamento, l’innovazione e la promozione del settore suinicolo. Un segnale di attenzione tempestivo, concreto e niente affatto trascurabile. E l’approccio trasversale a tutte le forze parlamentari e di Governo con cui è stato portato avanti questo provvedimento ci conferma ancora una volta di quanto il nostro settore e l’agroalimentare tutto siano effettivamente al centro del rilancio del nostro Paese».

Nel 2018 è risultata in aumento la produzione di salumi, che ha chiuso i dodici mesi attestandosi a oltre 1,184 milionidi tonnellate da 1,177 del 2017 (+0,6%). Il valore della produzione ha mostrato una crescita più sostenuta, portandosi a 8.081,9 milioni di euro (+1,3%). Flessione invece nei consumi (-0,9% per 1,049 milioni di ton) che vede però le preferenze degli italiani invariata rispetto allo scorso anno: al primo posto sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 26,4% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 21,8%, da mortadella e wurstel al 19,0%, dal salame al 7,9% e dalla bresaola all’1,4%.

«Per una ripresa dei consumi interni, in flessione ormai da anni, occorre ridare slancio all’economia nazionale, ricordando la centralità dell’impresa che non deve essere più vista con diffidenza, ma come un partner importante all’interno della filiera e una garanzia per il consumatore – ha detto Levoni -. Oggi sono più che mai una priorità le iniziative volte alla corretta informazione e alla promozione di moderni e corretti stili alimentari e di vita per valorizzare la tradizione e la tipicità del nostro settore».

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