Sicurezza, lotta alla corruzione, sviluppo sostenibile, rafforzamento dei collegamenti infrastrutturali e del settore energetico, ma anche della cooperazione politica fra i 17 Paesi membri Ince attraverso la costituzione di una “Local Dimension”, una dimensione locale, che porti al potenziamento della collaborazione fra i territori: sono questi i principali temi affrontati nella Dichiarazione solenne di Trieste che è stata firmata nel corso della riunione dei ministridegli Esteri dei Paesi dell’Iniziativa Centro Europea (InCE) ospitata nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia.
Dieci i punti in cui si articola il documento «che punta a rispondere alle preoccupazioni più dirette dei cittadini dei Paesi membri», ha spiegato il ministro degli Esteri italiano e presidente di turno del foro, Enzo Moavero Milanesi, parlando di un testo «innovativo» che delinea «l’InCE che vogliamo, a trent’anni dalla sua nascita» e che «guarda avanti, agli anni ’20 di questo secondo millennio» e che «non è ancillare ad altre organizzazioni regionali».
Una dichiarazione, che non dimentica l’importanza della tutela delle giovani generazioni «che meritano una particolare attenzione», si legge nel documento firmato da tutti i componenti dell’InCE, chiedendo al segretariato esecutivo di sviluppare una «Agenda per i Giovani», e ribadisce l’importanza di restare aperti a nuove adesioni da parte di altri Stati.
La plenaria di Trieste, che ha visto ufficializzato il passaggio di testimone in programma con la presidenza montenegrina nel 2020, è stata caratterizzata inoltre dall’attenzione della diplomazia italiana per la situazione politica negli altri paesi membri ed in particolare nei Balcani. «L’Italia monitora la situazione in Albania e Kosovo», ha assicurato il ministro Moavero Milanesi. I due temi sono stati oggetto anche di due incontri bilaterali durante le attività della riunione tra il ministro degli Esteri italiano con gli omologhi di Albania e Serbia, rispettivamente Gent Cakaj e Ivica Dacic.
Con il ministro degli Esteri albanese, Moavero Milanesi ha discusso della attuale situazione in Albania: «il ministro mi ha dato il suo punto di vista circa quanto accade in Albania, che seguiamo con la dovuta attenzione attribuendo la massima priorità al rispetto dei principi di democrazia, libertà personali e diritti umani», ha spiegato Moavero Milanesi.
Altro tema affrontato nei colloqui bilaterali è stato quello del Kosovo: «il ministro serbo ha confermata la volontà di proseguire il dialogo con Pristina – ha affermato Moavero Milanesi – e da parte del ministro albanese è stata sottolineato l’importanza delle buone relazione tra Belgrado e Pristina, che sono fondamentali nel processo per l’integrazione europea della Serbia».
«L’Italia è un partner strategico e politico insostituibile per l’Albania – ha dichiarato il ministro degli Esteri albanese Cakaj -. L’Albania e l’Italia rimangono dedicate a rafforzare l’impegno bilaterale in tutti i settori di reciproco interesse; i due paesi approfondiranno la cooperazione bilaterale a servizio del rafforzamento dell’Ince e proseguiranno l’eccellente collaborazione nell’ambito della Troika dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, in funzione anche della prossima presidenza albanese nel 2020. L’Italia sostiene l’immediato avvio dei negoziati di adesione dell’Albania all’Unione europea, come raccomandato dalla Commissione europea».
Nell’incontro tra Moavero Milanesi e Dacic è stata concordata una prossima visita del titolare della Farnesina a Belgrado. Secondo una nota del ministero degli Esteri serbo, nel colloquio è stato constatato che i rapporti fra i due paesi sono stabili e molto sviluppati ed è stato rimarcato l’interesse comune ad intensificare il dialogo politico nel prossimo periodo, attraverso la realizzazione di visite bilaterali ad alto livello ma anche attraverso l’individuazione di interessi comuni in campi quali il rafforzamento della cooperazione regionale, la connessione infrastrutturale, il processo di integrazione europea e la sicurezza.
I due ministri hanno ribadito il proseguimento del dialogo politico, assieme ad un’intensificazione della cooperazione economica nel prossimo periodo. Il ministro Dacic ha dichiarato che nel corso di quest’anno si celebra l’anniversariodei 140 anni dall’istituzione dei rapporti diplomatici e dei 10 di partenariato strategico fra i due paesi. Il ministro ha ringraziato l’Italia per il continuo e determinato sostegno nel processo di integrazione della Serbia e della regione dei Balcani occidentali. Dacic ha ribadito l’interesse della Serbia per un ulteriore avanzamento della cooperazione economica con l’Italia, in quanto uno dei settori più sviluppati nei rapporti complessivi fra i due paesi. Il capo della diplomazia serba ha poi illustrato al ministro Moavero Milanesi l’attuale situazione nella regione e quella riguardante il dialogo fra Belgrado e Pristina, osservando che la Serbia è impegnata per il dialogo nonostante le mosse attuate da Pristina.
Riguardo ai Balcani più in generale, altro punto cardine del vertice a Trieste è legato al riaffermare la validità dell’allargamento dei confini dell’Unione Europea verso i paesi della regione. La questione ha particolare rilevanza in vista del Consiglio Ue del 20 e 21 giugno, con gli Stati membri che sono chiamati ad una decisione sull’avvio ufficiale dei negoziati di adesione con Albania e Macedonia del Nord. Il sostegno di diversi paesi membri dell’Ince è stato già chiarito nella giornata di ieri, con l’adozione da parte dei ministri degli Esteri di 13 paesi membri dell’Ue di una dichiarazione congiunta. Tale dichiarazione a sostegno del futuro dei Balcani occidentali nell’Ue è stata siglata dai ministri degli Esteri di Italia, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Bulgaria, Malta, Austria, Croazia, Slovenia, Polonia e Slovacchia. Nella dichiarazioni i 13 ministri degli Esteri invitano esplicitamente i paesi membri nel Consiglio europeo ha votare in favore dell’apertura dei negoziati di adesione per Albania e Macedonia del Nord, quale un investimento vincente sia per la regione che per la stessa Ue.
«Nella prospettiva di medio-lungo termine – ha sottolineato Moavero Milanesi -, noi rimaniamo assolutamente convinti che, se abbiamo in mente un’Europa unita, questa Europa non può non avere l’area dei Balcani occidentali al suo interno». In merito ai paesi dell’Unione europea che «hanno perso entusiasmo rispetto alla prospettiva dell’allargamento», Moavero Milanesi ha sottolineato come «io penso che l’allargamento ormai fa parte del Dna dell’Unione europea dalla decisione presa all’indomani del 1989 e di questo si deve tenere conto quando si guarda ai Balcani occidentali. Naturalmente l’allargamento comporta delle sfide per gli Stati, però se crediamo nella prospettiva dell’unità europea, non possiamo che guardare a quest’area».
Molti ministri della regione balcanica hanno espresso soddisfazione per gli esiti della riunione Ince di Trieste, incluso il capo della diplomazia bosniaca Igor Crnadak, il quale ha evidenziato in particolare che «l’aperturadell’ufficio di Ince a Bruxelles avvicinerà ulteriormente l’organizzazione alle istituzioni europee».
La presidenza di turno passerà ora al Montenegro, rappresentato a Trieste dal ministro Srdjan Darmanovic, secondo cui «negli ultimi 30 anni, l’Ince ha dimostrato di essere un importante elemento nella costruzione di una regione più stabile, democratica e prospera grazie al rafforzamento della fiducia reciproca fra gli Stati membri. La piattaforma offerta dall’Ince è estremamente importante per la promozione della democrazia e il rafforzamento delle istituzioni – ha aggiunto Darmanovic -. Tra l’altro l’Ince è di grande importanza per i paesi che aspirano a essere membri dell’Unione europea e con le sue attività sosteniamo la volontà di adesione dei Balcani occidentali».
Per quanto riguarda l’adesione del Montenegro all’Ue, Darmanovic ha spiegato che «stiamo facendo passi avanti e oggi siamo il paese più avanzato nel processo di riforme, per cui il Montenegro sarà probabilmente il primo paesedella regione a entrare nell’Unione europea». Infine, il ministro montenegrino ha illustrato il suo obiettivo per la presidenza dell‘Ince che assumerà a partire dal 2020: «garantisco che la presidenza si adopererà per rafforzare il legame tra i 17 Stati membri, promuovendo la cooperazione regionale e cercando di dare un nuovo slancio perché tutti i paesi possano progredire dal punto di vista sociale e economico».
Soddisfatto dell’esito complessivo dell’Ince 2019 il segretario generale dell’organizzazione, Roberto Antonione: «devo dire che gli impegni che i ministri hanno preso e che a noi hanno affidato sono impegni molto onerosi e molto ambiziosi. Costruire una nuova dimensione dell’Ince che veda al centro anche la presenza degli enti locali è una sfida molto significativa. La Dichiarazione di Trieste è il successo di tutti quei Paesi che hanno sostenuto con grande sintonia e forza la dichiarazione finale che è anche nella forma una dichiarazione con una valenza politicarilevante, improntata guardando avanti».
«Per quel che riguarda il segretariato – ha proseguito Antonione – siamo molto soddisfatti di come sono andate le cose e anche che tutto si sia svolto nel modo migliore e in maniera apprezzata da tutti. Lo sforzo della Regione Friuli Venezia Giulia è stato poi encomiabile e tutti quanti hanno voluto sottolinearlo». Trieste, ha concluso Antonione, «come sempre fa una figura straordinaria e questo dal punto di vista personale mi fa molto piacere».
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