Cgia: «no ai minibot, bisogna compensare debiti e crediti»

Zabeo: «la proposta del Governo sarebbe come pagare un creditore con una cambiale che, forse, è addirittura scoperta. Molto meglio agire con la compensazione».

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Luigi Di Maio e Matteo Salvini

La Cgia risponde seccamenteNo” alla proposta avanzata dalla maggioranza di Governo Lega-M5s di pagare i debiti della pubblica amministrazione con i minibot.

«Ma stiamo scherzando? – esordisce il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeopagare un fornitoredi un ente pubblico con un minibot, sarebbe come saldare un creditore con una cambiale che potrebbe non essere addirittura coperta. Insomma, una modalità di pagamento surreale del tutto irricevibile».

L’associazione Artigiani di Mestre che negli ultimi mesi ha intensificato la sua storica battaglia affinché tutta la PA paghi i propri fornitori secondo le disposizioni previste dalla legge (entro 30 massimo 60 giorni dall’emissione della fattura), ricorda come «le aziende creditrici dello Stato pagano i dipendenti, i fornitori, le materie prime con soldialla mano – sottolinea Zabeo -. Non capiamo perché lo Stato, invece, dovrebbe onorare i suoi impegni commerciali con un surrogato inaccettabile».

Invece di inventarsi modalità di pagamento improbabili, la Cgia chiede al Governo di sanzionare le amministrazioni pubbliche che non rispettano la legge, iniziando proprio da quel ministero degli Interni retto da un tal Matteo Salvini che è in testa alle classifiche dei cattivi pagatori dello Stato italiano.

Per uscire da questa situazione, la Cgia avanza una soluzione semplice ed efficace, una sorta di quadratura del cerchio: «bisogna consentire la compensazione diretta e universale tra debiti e crediti verso la PA. Ciò permetterebbe agli imprenditori interessati di ritrovare quella liquidità che, anche a causa del perdurare della stretta creditizia praticata dalle banche, sta mettendo a dura prova la tenuta finanziaria di moltissime Pmi» dice Zabeo che auspica anche l’abrogazione del sistema della scissione dell’Iva dai pagamenti (split payment) in modo da erogare maggiore liquidità al sistema delle imprese, sempre alle prese con la riduzione del monte creditizio da parte delle banche.

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