Paesaggio delle Colline del Prosecco avviate verso la certificazione Unesco

Via libera da parte dei tecnici Icomos al dossier presentato dalla regione Veneto. Zaia: «un risultato che fa ben sperare».

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colline del prosecco hills

Sostanziale passo avanti per l’inserimento del paesaggio delle Colline del Prosecco nel World Heritage Unesco: da Parigi è arrivata l’attesa risposta dell’Icomos, l’organo consultivo dell’organizzazione Onu, che ha deciso di «raccomandare che le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Italia, siano iscritte nella Lista del Patrimonio Mondiale come Paesaggio culturale». Un invito che i tecnici del Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti rivolgono ai membri del World Heritage Committee, in vista della riunione del 7 luglio a Baku, in Azerbaijan, dove sarà esaminata ed eventualmente promossa la candidatura espressa dal Governo italiano.

Era questa la sola candidatura italiana in questa sessione. C’è quindi la concreta possibilità che questa volta, dopo il rinvio deciso un anno fa nella riunione di Manama (Bahrain), le Colline del Prosecco possano aspirare al riconoscimento che le metterebbe alla stregua del Grand Canyon, del Taj Mahal, del Monte Fuji, della grande barriera corallina australiana, della piana della Piramidi.

«E’ la realizzazione di un sogno che sto inseguendo da 10 anni», ha commentato il governatore del Veneto, Luca Zaia, esprimendo la soddisfazione per il parere positivo. Zaia ha voluto ringraziare i tecnici di Icomos e ha osservato che «il riconoscimento del Patrimonio dell’Umanità consacra e premia il lavoro di tante persone che, negli anni, si sono spaccate la schiena per donarci il meraviglioso paesaggio delle Colline del Prosecco di ConeglianoValdobbiadene».

Icomos – si legge nella motivazione – riconosce che gli approfondimenti al dossier richiesti dai membri Unesco «sono stati effettuati e sono positivi». I tecnici del Veneto avevano condotto nuove ricerche bibliografiche e di archivio, in particolare in relazione ai “ciglioni”, all’aspetto a mosaico dei vigneti e al sistema “bellussera” nell’allevamento delle viti. Una ricerca che aveva sottolineato come i cambiamenti nelle tecniche di coltivazione del terreno delle zone “tampone” (buffer zones) non abbiano influenzato le caratteristiche dell’area, che conserva caratteri rimasti relativamente stabili negli ultimi due secoli. In sostanza, Icomos ritiene che il sito veneto abbia il potenziale «per corrispondere ai rigidi criteri Unesco» e che l’analisi comparativa rivista «giustifichi la considerazione di questo sito per la Lista del patrimonio mondiale».

La precedente area designata era simile alla denominazione dell’area viticola del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg e copriva una superficie di 20.334,20 ettari. Lo “State Party” ha rivisto i confini sulla base della decisione del World Heritage e di Icomos e oggi il sito è costituito da una superficie ridotta a 9.197,45 ettari, sulle aree dorsali dei vigneti, «paesaggio maggiormente in grado di soddisfare le esigenze di autenticità». Colline ripide e piccoli vigneti su terrazze erbose, in un mosaico di foreste, piccoli insediamenti, con viste spettacolari.

«Il lavoro non è finito: adesso – conclde Zaia – ci dobbiamo preparare alle visite dei turisti, dei tecnici del mondo scientifico e di tutti coloro che saranno curiosi di visitare queste zone».

«Dopo questo riscontro positivo da parte di Icomos siamo fiduciosi nell’esito del 7 luglio a Baku. Siamo orgogliosidel lavoro svolto sino ad ora – afferma Innocente Nardi, presidente dell’Associazione Temporanea di Scopo“Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità” e del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Docg -. Sono stati più di dieci anni di lavoro intenso e proficuo a cui hanno contribuito con grande passione e coinvolgimento dal governatore Luca Zaia fino ai comuni del territorio, passando per i rappresentanti del Governo e dei Ministeri competenti, al Comitato scientifico guidato dal professor Mauro Agnoletti».

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