Assemblea 2019 dei soci della Federazione Trentina della Cooperazione con stilettate al veleno tra i vari esponenti del consiglio d’amministrazione a conclusione del primo anno di presidenza di Marina Mattarei.
«Un anno molto movimentato – ha affermato Mattarei – con gli ultimi sei mesi di irrequietezza di fondo tipica di chi cerca il proprio posto e non l’ha ancora trovato. Non dobbiamo preoccuparci del conflitto – ha detto Mattarei ai soci nella parte privata dell’assemblea – quando è centrato sui temi che riguardano le cooperative, su come tutelare, rappresentare e difendere i bisogni delle nostre imprese. Il conflitto diventa problema quando in una cooperativa come la Federazione assume dimensioni personalistiche che si traducono in fraintendimenti e pregiudizi che impediscono di riconoscere e rispettare i ruoli. Non entriamo nel tranello della divisione tra buoni e cattivi, migliori e peggiori, amici e nemici, maggioranze e minoranze, passato e presente. La cooperazione e i cooperatori non meritano questa umiliazione».
La presidente, ringraziando per competenze e impegno Bruno Lutterotti e Mariangela Franch, che si sono dimessi dal Consiglio nel corso dell’anno, ha affrontato le tematiche trasversali su cui è impegnata la Federazione: il rafforzamento dell’unitarietà del movimento, la funzione di rappresentanza, lo sviluppo imprenditoriale delle reti, la sostenibilità ambientale, il lavoro.
«La sfida centrale delle nostre cooperative – ha aggiunto Mattarei – è ricomporre la funzione economica e sociale in una visione unitaria dove gli strumenti della rendicontazione sociale d’impresa, la formazione, la vigilanza e la revisione cooperativa hanno un ruolo strategico assieme a tutte le attività, i servizi e i progetti messi in campo dalla Federazione. La vigilanza rappresenta il sistema immunitario della Cooperazione, attraverso la quale mantiene integrità sostanziale, ovvero la capacità di distinguere tra le vere cooperative e quelle spurie».
Parole di critica Mattarei ha rivolto al mondo della finanza e alla nascente Cassa Centrale Banca: «di fronte ai profondi mutamenti di scenario dovuti alla riforma del credito cooperativo, c’è la necessità di risolvere il dilemma delle due finalità con cui le Casse Rurali dovranno fare i conti, ovvero la finalità cooperativa che è senza fini di lucro e la finalità con fini di lucro della loro capogruppo».
Mattarei ha concluso il suo intervento pubblico allargando lo sguardo sulle tematiche dell’incontro e dell’integrazione, parlando delle questioni migratorie. «Essere esclusi in quanto stranieri – ha detto –, non può che generare malessere ed infelicità. Il nostro movimento nasce con l’obiettivo opposto: costruire comunità accoglienti, inclusive, felici. Le soluzioni non sono semplici e richiedono uno sforzo collettivo: da parte nostra l’impegno ogni giorno a sostegno di un’economia diversa, rispettosa delle persone qui e ovunque, volta a rafforzare comunità e territori affinché ogni scelta migratoria sia solo di chi lo desidera e non una forzatura per dare risposta ai bisogni primari dell’essere umano».
Il direttore della Federazione Trentina della Cooperazione, Alessandro Ceschi, ha espresso la soddisfazione dell’assemblea per l’approvazione dell’emendamento al disegno di legge sulla semplificazione, approvata dal Consiglio provinciale di Trento. L’emendamento evita l’applicazione incondizionata del principio di rotazione. Attualmente, una cooperativa o qualsiasi impresa che gestisce un servizio, alla scadenza di un appalto non può più essere reinvitata per proseguire quell’attività. L’emendamento sostanzialmente prevede che il principio di rotazione non sia più tassativo. Si dovranno scrivere le linee guida con le quali disciplinare le modalità con cui il gestore uscente potrà essere reinvitato al momento della cessazione del servizio. «Un risultato significativo – ha detto il direttore – che dovremmo rendere concreto al più presto».
Critica la consigliera di amministrazione Marina Castaldo, la quale si è espressa in maniera molto diretta sulle difficoltà attuali all’interno del consiglio d’amministrazione della Federazione, auspicando una maggiore condivisione nelle decisioni e scelte che riguardano il movimento.
All’assemblea è intervenuto anche il presidente nazionale di Federcasse Augusto Dell’Erba, il quale ha relazionato sull’iter di realizzazione della riforma del credito cooperativo oggetto delle polemiche in assemblea: «siamo in una fase complessa – ha detto – il processo avviato nel 2015 sta giungendo a compimento. La riforma non è la soluzione ottima ma ottimale, una costruzione originale sia a livello nazionale sia europeo».
Il bilancio della Federazione Trentina della Cooperazione è stato approvato dall’assemblea, così come l’incorporazione della Piedicastello Spa. Con 32,5 milioni di patrimonio netto e 575.000 euro di utile, il bilancio si caratterizza per ricavi in calo da contributi associativi e da prestazione di servizi, come conseguenza dell’avvio dell’attività a favore delle Casse Rurali del Gruppo Cassa Centrale Banca e costi decrescenti, grazie in particolare alla riduzione del personale per passaggio al Gruppo.
Successivamente all’approvazione del bilancio, l’assemblea ha eletto tre componenti già cooptati nel consiglio d’amministrazione, di cui due in rappresentanza del settore agricolo. Lorenzo Libera, in sostituzione del dimissionario Bruno Lutterotti, è presidente della Cavit e della Cantina sociale di Avio. Renzo Marchesi, subentrato al dimissionario Saverio Trettel, è presidente del Trentingrana-Concast e del Consorzio produttori agricoli di Rumo. Paolo Spagni, succeduto per cooptazione a Mariangela Franch, è presidente della Famiglia Cooperativa Atesina.
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