All’insegna dello slogan “Impresa Responsabilità Futuro” si è svolta la prima assemblea generale di Assindustria Venetocentro Imprenditori Padova Treviso, seconda associazione d’Italia nel sistema Confindustria (3.300 imprese per oltre 160.000 addetti), degli spazi Opendream (area ex Pagnossin) di Treviso.
I lavori sono stati aperti dalla relazione del presidente di Assindustria Venetocentro, Massimo Finco, cui è seguito l’intervento di Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei territori di Intesa Sanpaolo. Quindi la conversazione con Antonio Calabrò, vice presidente di Assolombarda Confindustria Milano, Monza e Brianza, Lodi e direttore di Fondazione Pirelli. A seguire si è svolto il confronto con Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl, Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda Confindustria Milano, Monza e Brianza, Lodi e Monsignor Paolo Nicolini, responsabile Gestione Musei Vaticani.
La questione della centralità dell’impresa nello sviluppo non solo economico, ma anche sociale, civile e culturale del Paese è stata al centro dell’Assemblea. Una centralità ben rappresentata dal triangolo industriale italiano, costituito da Milano, Bologna e il Veneto Centrale espressione delle tre regioni italiane che da tempo marciano a una velocità superiore a quella del Paese.
L’impresa deve essere fondamentale protagonista della nuova stagione di cambiamento. L’Italia è oggi la seconda potenza manifatturiera d’Europa. Molte aziende negli ultimi anni hanno fatto non solo un salto tecnologico e manageriale, ma anche rafforzato i propri valori fondanti di comunità di persone che agiscono sia per conseguire il profitto, sia per costruire un rapporto di collaborazione con i propri dipendenti e per consolidare una maggiore cultura industriale nel territorio. In tale prospettiva l’impresa è non solo uno dei pochi ascensori sociali rimasti, ma anche, e sempre di più, un insieme di valori e di cultura che devono diventare patrimonio comune dell’intero Paese.
«Se ci fossimo indebitati per investimenti in innovazione e in crescita sono sicuro che le autorità europee avrebbero chiuso un occhio e anche due. Ma quando vedono che tutto va nella spesa corrente, e nulla nelle riforme, nei super e iper ammortamenti per il “4.0”, nelle infrastrutture, cos’altro può dire?» ha chiosato Fincocommentando l’apertura di una procedura d’infrazione chiesta dalla Commissione europea nei confronti del governo italiano per indebitamento eccessivo. «Noi – ha aggiunto Finco – siamo figli di contadini e quando si va in banca ad indebitarci è per comprare il trattore». Finco ha detto anche di ritenere che «noi abbiamo bisogno di Europa. Quando nel mondo ci troviamo a fianco i nostri colleghi tedeschi comprendiamo bene che ne abbiamo bisogno più di loro». Per Finco, pur avendo eccellenze industriali di altissimo livello, «abbiamo un sistema Paese che non funziona. Saremo anche la seconda economia dopo la Germania, ma ci manca ancora parecchio per riuscire ad essere quello che i tedeschi sono».
«Credo che il tempo sia scaduto, non vorrei arrivassimo ad agosto, periodo in cui i mercati sono particolarmente volatili, in una condizione molto fragile e trovarci in una situazione di svalutazione molto forte. Non ce lo possiamo permettere – ha detto Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda -. La procedura d’infrazione Ue, purtroppo ce la siamo meritata. Avevamo detto che in legge di bilancio saremmo cresciuti dell’1%, che avremmo mantenuto un rapporto debito/Pil concordato con la Ue, i numeri non si sono avverati e questa è la realtà dei fatti». Per Bonomi«bisogna stimolare gli investimenti privati, ma la legge di bilancio e’ andata in una direzione completamente diversa. Ha smontato il piano nazionale “4.0” su credito d’imposta ricerca e sviluppo lo ha completamente cancellato e siamo stati cinque mesi fermi con un Paese inchiodato dall’inizio dell’anno alle elezioni europee».
In conclusione l’intervento di Maria Cristina Piovesana che prende da Finco il testimone della categoria. «Mi sta particolarmente a cuore il tema dell’inverno demografico di cui ha parlato anche il Santo Padre che deve essere affrontato perché non riguarda solamente chi governa ma tutta la nostra comunità – ha detto Piovesana -. Non ci può essere crescita con le imprese se non ci sono anche nuove nascite, nuove famiglie. Penso che un po’ tutti dobbiamo interrogarci». Rispetto al futuro di questa esperienza di governo, Piovesana ha detto di ritenere che l’esecutivo debba «continuare se è in grado di continuare, senza proseguire con una campagna elettorale continua».
Per rimanere sempre aggiornato con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”,
iscriviti al canale Telegram
o vai su Twitter
https://twitter.com/nestquotidiano
o ancora, su Linkedin
https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/
o su Facebook
https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/
© Riproduzione Riservata